Diari di una vita straordinaria di Cristiana Ceccarelli Tiziano Terzani,è stato un giornalista e scrittore toscano con la passione per il mondo, soprattutto quello asiatico. I suoi reportage di guerra e proteste e i suoi libri gli hanno dato fama mondiale. Inviato per il giornale tedesco Der Spiegel, e anche per la Repubblica, Il Giorno e l’Espresso ha fatto da corrispondente per la guerra in Vietnam, partendo da Saigon verso il fronte e tornando alla città per scrivere e confrontarsi con nuovi possibili sviluppi e fonti, per poi essere uno dei primi giornalisti a essere ammesso nella Pechino di Mao, dove la disillusione percepita si concretizzò nel fermo da parte della polizia cinese e nella conseguente espulsione, fino al trasferimento a Pechino; che vanno ad aggiungersi a tante altre esperienze, come le Filippine, la Cambogia, l’Europa, la Russia. Il mondo era la sua casa, l’Asia la sua passione e rifugio, il viaggio la sola cosa che poteva placare l’innata irrequietudine e la sete di conoscenza. I suoi taccuini e diari erano gli immancabili compagni e raccoglitori di una vita ricca di avventure, idee, speranze; e questo libro, Un’idea di destino, ne raccoglie una parte, molto importante, nella quale si riesce a scorgere oltre all’acuta intelligenza anche i contrastanti moti interiori, che negli articoli ovviamente tratteneva: umore variabile tra dubbi e certezze, entusiasmo e disperazione, serenità e inquietudine; spesso si affacciava infatti nella sua vita un’amara depressione, che lo spingeva ad allontanarsi per periodi di riflessione. Da questi piccoli testi, dalla forma di annotazione, contenenti tutte le informazioni che riteneva affidabili e importanti, riusciamo a seguirlo nelle sua straordinaria vita, in una contemporaneità combattuta tra capitalismo, ribellione e tradizione evanescente, tra miseria, problemi, censura, desiderio di ritrovarsi; la copertura che è riuscito a donarci è impagabile: attenta, precisa, accurata e accorata.
Questa collezione di pensieri scritti, edita dalla moglie, nasce dalla consapevolezza del desiderio del marito di far conoscere ciò che aveva vissuto, di permettere agli altri di riconoscersi e a lui di essere ricordato; il materiale infatti era stato lasciato, in modo sbrigativamente ordinato, nello studio; ciò che voleva scomparisse con lui lo aveva invece cancellato dal pc. Anche le annotazioni presentano le caratteristiche della scrittura giornalistica, breve ma non sbrigativa o inattenta, riassuntiva, ma si caricano dell’emozione personale del diario, del momento e della prima linea, della partecipazione, della consapevolezza della complessa bellezza e difficoltà della nostra epoca; una capacità di visione, apprendimento e adattamento estrema, controbilanciate da una sofferenza e disincanto profondo, ecco cosa rappresentano questi ricordi, queste esperienze dirette. Leggendo ci avviciniamo a un uomo che non poteva far altro che seguire gli eventi, sperarli, riportarli; un uomo che ha fatto del viaggio e dell’altro la propria essenza. Vediamo in questa eterna e a volte esasperata ricerca il bisogno di continui stimoli, un interesse profondo per gli eventi e un’idea ben chiara di come avrebbe voluto che le cose fossero. Diceva che la sua testa era vuota e che per questo aveva bisogno del mondo: per poter reagire. L’orrore più profondo era per lui il non vedere niente, un rischio che non voleva correre. Ciò che ci circonda è, in effetti, ciò che ci condiziona, e con lui capiamo quanto è importante conoscerlo o comunque potersene informare. Terzani, come scrive la moglie, diceva che non era capace di inventare niente, che niente gli pareva più fantastico della realtà.
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Maggio 2023
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