di Agnese Macchi Cuore di tenebra è un breve romanzo dello scrittore polacco-inglese Joseph Conrad ed entrò in circolazione per la prima volta nel 1899, suddiviso in tre episodi; nel 1902 ci fu la pubblicazione ufficiale. Il titolo può assumere un doppio significato, o meglio, può essere soggetto a più interpretazioni. Infatti il romanzo racconta di un viaggio nel cuore nero dell’Africa, il Congo belga; ma anche di un uomo tedesco, Kurtz, che possiede un cuore oscuro. Marlow, il narratore della vicenda, è un personaggio di cui sappiamo poco; sappiamo che è stato incaricato da una Compagnia belga coinvolta nel traffico di avorio, per una spedizione nell’Africa nera alla ricerca di Kurtz, di cui non si ha più notizia. La narrazione si apre così, con un battello che salpa dal Tamigi, a bordo del quale si trova per l’appunto Marlow. Il tema dei viaggi via mare è uno dei più cari all’autore, che per oltre vent’anni portò avanti la carriera di comandante di navi.
Dopo un lungo viaggio, l’equipaggio col battello discende il fiume Congo, per raggiungere il cuore dell’Africa nera. Lo scenario è infernale, i locali vengono sfruttati e schiavizzati, le loro risorse competono ad arricchire solo i Paesi europei e le condizioni in cui si trovano quei popoli sono soggette a un decadimento senza fine. I colonialisti mirano unicamente ad arrivare primi sul luogo, a spolparlo delle proprie ricchezze, a lasciarlo poi, una volta impoverito, inaridito, inerme, privato di tutto. I colonialisti hanno fame di denaro, i locali hanno fame e basta. Del resto la spedizione di Marlow era mirata unicamente a trovare Kurtz e riportarlo in Inghilterra per una sola ragione: il fatto che egli costituisse una forte concorrenza nel commercio dell’avorio. Marlow insieme ad alcuni locali e coloni europei, dopo che il loro battello è stato distrutto, si imbarcano su un altro, molto poco sicuro. Le popolazioni incontrate durante l’itinerario si rivelano ostili, primitive, selvagge, attaccano quasi inspiegabilmente l’equipaggio. Alla fine Kurtz si trova. Alloggia in un villaggio in cui, per la sua pelle bianca, veniva ormai considerato un semidio. Teste mozzate sfoggiate su pali in suo onore, uomini disposti a fare di tutto pur di procurare a Kurtz l’avorio, questi disposto a fare di tutto pur di ottenerlo. Kurtz è malato, folle, ignora le sue azioni immorali, ignora la persona che è diventato; si identifica oramai solo con i propri fini economici. Soltanto nell’ora della sua morte, sul battello di Marlow che appunto è riuscito a catturarlo e lo sta riportando in Europa, Kurtz si rende conto di tutto “l’orrore”, e pronuncia questa parola prima di spirare e abbandonarsi alla morte. Ebbene sì, è proprio questo l’orrore: uomini guidati da interessi materiali, che ignorano i propri simili e le loro necessità, uomini spietati, affamati di denaro, corrotti, malvagi. Già nel XIX secolo era noto l’orrore, agli occhi di Conrad, a quelli di Marlow, perfino agli occhi di Kurtz anche se per un secondo, fu riconosciuto quell’orribile orrore. Che l’Africa fosse il continente più ricco del mondo se ne sono accorti prima i bianchi dei nativi africani, e l’Africa da quel momento è in egual maniera la terra più povera del globo; in un declino senza freni che va avanti da secoli. Un paio di giorni fa a Lecco, tre uomini hanno cercato di investire tre ragazze di colore. Questo è solo uno dei tanti episodi di razzismo che si ripercuotono oggi giorno su persone la cui unica “colpa” è quella di essere nati nella parte sbagliata del mondo. Oggi riflettiamo su quel progresso che è tanto ostentato, a patto che esista. Immagine trattda da: https://www.storicang.it/a/tragedia-congo-belga_14624
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Maggio 2023
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