Questa settimana segna un evento di particolare rilievo per il mondo dell’anglistica e degli studi di Letteratura inglese, cioè i quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare, che ebbe luogo il 23 aprile 1616 nella natia Stratford-upon-Avon. Se tutti conoscono le opere drammatiche e poetiche del Bardo, poche e sparse sono le notizie biografiche. Sappiamo che nacque nel 1564 (stesso anno di Christopher Marlowe) in una famiglia borghese (suo padre era un guantaio e fu eletto alla carica di sindaco di Stratford), ma in un’epoca segnata dagli scontri religiosi tra Anglicani (fedeli a Elisabetta e alla sua chiesa) e Cattolici romani, non sappiamo esattamente a quale delle due fazioni appartenesse. Hamlet (1599-1601) si concentra sulla questione, ma senza offrire risposte risolutorie: il fantasma del defunto re Amleto che cerca vendetta è senz’altro un omaggio alla dottrina cattolica romana del Purgatorio, ma, allo stesso tempo, il giovane Amleto è uno studente a Wittenberg, la città dove ebbe inizio la Riforma protestante con le celebri 95 Tesi luterane contro le indulgenze. Vale la pena di ricordare l’atteggiamento malinconico del protagonista, il tratto psicosomatico che meglio caratterizza la mentalità riformata (cfr. Greenblatt 2001). Non è soltanto la religione una questione aperta: anche l’identità sessuale di Shakespeare è ancora irrisolta. Nell’ultimo periodo, i lavori di Wells (2012), Menon (2011) e Calimani (2009) hanno puntato sull’ambiguità sessuale o alle tendenze omosessuali del Bardo. Wells, esaminando i Sonetti e alcune opere teatrali, punta a ricostruire le tendenze omo o eterosessuali; diverso è il discorso impostato da Menon. Lo studioso intende ricercare tutti gli aspetti che permettano di riconoscere in Shakespeare uno scrittore apertamente omosessuale. Calimani, invece, punta alla fluidità dell’autore: investigando i Sonetti egli si chiede chi sia il misterioso dedicatorio (Mr W.H. a cui Wilde dedicherà un’originale e interessante rivisitazione a fine Ottocento), se l’Io lirico fosse innamorato di un uomo o di una donna e chi sia il poeta rivale. Che cosa ha in mente di fare l’Inghilterra per celebrare una delle sue glorie patrie? La metropolitana di Londra rinominerà, il 23 aprile, tutte le fermate: Westminster diventerà Re Lear o St James’s Park sarà il truce Tito Andronico. Da diversi anni il linguista David Crystal e il figlio, l’attore Ben (shakespeariano), si sono impegnati nella promozione dell’inglese in cui lo scrittore scrisse le sue opere. Lo stesso Ben recita al Globe nell’inglese seicentesco e David recita opere e sonetti con la pronuncia dell’epoca. La filmografia shakespeariana è immensa, ma le riduzioni che meritano menzione sono, a mio parere, Il Mercante di Venezia del 2004 e la versione di Macbeth uscita a gennaio 2016. Il primo punta all’ambiguità nei rapporti tra Antonio e Bassanio e la rappresentazione più simpatetica di Shylock, il tanto odiato Ebreo. Il Macbeth 2016 mostra attenzione alla psicologia della coppia e, anche, al ruolo delle tre streghe, tanto simili alle divinità del destino della mitologia nordica, le Norne. BIBLIOGRAFIA Calimani, D (2009) William Shakespeare: i sonetti della menzogna, Roma, Carocci. Greenblatt, S (2001) Hamlet in Purgatory, Princeton, Princeton University Press. Madhavi, M (2011) Shakesqueer: A Queer Companion to the Complete Works of Shakespeare,Durham, Dukes University Press. Wells, S(2012)Shakespeare, Sex, and Love, Oxford, Oxford University Press. Immagini tratte da:
- William Shakespeare: wikipedia, John Taylor, pubblico dominio - Amleto: wikipedia, Isaac Jaggard and Edward Blount, CC BY 4.0 - Sonetti: wikipedia, pubblico dominio
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Maggio 2023
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