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“L’ira di Venere” di Piergiorgio Pulixi

21/4/2018

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di Eva Dei
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​Spesso si è portati a credere che la scrittura di racconti sia più semplice di quella di un romanzo; in realtà saper condensare in poche pagine una storia coinvolgente e significativa, dove stile e intreccio si uniscono per dare vita a un breve componimento organico non è affatto facile.
Piergiorgio Pulixi invece ci riesce con L’ira di Venere, edito da CentoAutori. Poco più di trecento pagine suddivise in 20 racconti dove lo stile dell’autore emerge fin da subito: la penna si fa lama e così, in modo impietoso e tagliente, l’autore ci trascina di nuovo nella bassezza dell’animo umano. Ma le radici del male hanno sfumature diverse e se Pulixi non riesce a racchiuderle tutte all’interno di un unico libro, sicuramente ne rappresenta molte. “L’ira di Venere” è l’ira delle donne, donne che uccidono, consciamente o inconsciamente, lo fanno per amore, per vendetta, per egoismo; ma è anche l’ira di donne abusate, umiliate, maltrattate, uccise. In ogni racconto è presente una figura femminile, spesso è la mano armata o che arma, ma in molti casi è anche la vittima, di se stessa o degli altri. Altre volte però la volontà di fare male è cieca, primordiale, come quella di Anita, la novantenne protagonista di “Terezín” o come la signora Giusy di “L’oro rosso”. Si succedono personaggi completamente diversi tra loro, dall’anziana signora Gaia di “La bambina di sabbia” alla bambina invisibile di “Il cuscino”, ma anche altri assimilabili come la ragazza di “L’altra lei” e la donna di “La confessione”: entrambe reagiscono in maniera incontrollata davanti a un tradimento, anche se di tipo diverso, anche se, forse, con una diversa consapevolezza.
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​Su tutte spicca un’unica figura che si ripete, che compare in racconti diversi e non collegati tra loro: Carla Rame. Commissario di polizia di Cagliari, la Rame è una donna che non si risparmia sul lavoro, ostinata e intraprendente, cerca di portare a termine ogni indagine di sua competenza, anche quella che sembra senza via d’uscita. Sicuramente vista dall’esterno potrebbe essere definita “forte”, ma Carla è prima di tutto una donna empatica e sensibile, capace di creare una sintonia con vittime e colpevoli:
 
“Compresi che il freddo provato da Valeria in quello stanzino non era fisico. Non era un gelo che la mia giacca avrebbe potuto scacciare. Nemmeno una coperta avrebbe potuto farlo. Lo capii soltanto in quel momento, sola e in lacrime, nel silenzio della cucina. Lo compresi perché era lo stesso freddo che sentivo anch’io.”

Altra sorpresa che si nasconde in questa antologia, e che i lettori affezionati di Pulixi apprezzeranno, è il cammeo di un personaggio nel racconto “La scorciatoia”: parliamo di Biagio Mazzeo, il protagonista della serie che inizia con Una brutta faccenda (Edizioni e/o).
Un libro quindi molto denso, da leggere con calma, assaporando l’atmosfera di ogni racconto, da quelli più surreali e simbolici (“Il cimitero delle bambole”) a quelli più realistici, che spesso ricordano fatti di cronaca simili a quelli che capita purtroppo sempre più spesso di leggere sui giornali. In questo caso però, non si resta in superficie, si va a fondo sia nella descrizione di determinati quadri sociali, sia nella profondità dell’animo umano.
Vi consigliamo la lettura di questa antologia aspettando il nuovo libro di Piergiorgio Pulixi che uscirà il 29 maggio per Rizzoli con il titolo “Lo stupore della notte”. Tra le pagine ad attenderci ci sarà un nuovo personaggio, Rosa Lopez.

Immagini 
tratte da:
https://www.ibs.it/ira-di-venere-libro-piergiorgio-pulixi/e/9788868721275

I disegni inseriti in questo articolo sono stati espressamente realizzati da Elisa Grilli, per visionare altre sue opere visitate: https://elisagrillidc.wixsite.com/drawing2dream oppure
https://www.facebook.com/elisagrillidicortona/

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