28/10/2016 I GRANDI SUCCESSI DEGLI ANNI 90 - GLI ANNI D'ORO DEGLI 883, DA PAVIA ALLA VETTA DELLE CLASSIFICHE: ROTTA PER IL SUCCESSO.Read Now
“Le notti non finiscono all' alba nella via...” questo è l'incipit della celeberrima “Come mai”. Chissà quante notti, da adolescente, Max Pezzali ha sognato di diventare un cantante di successo, e quante, altrettante, ne ha passate in bianco dopo la “fuga” di Mauro Repetto. Da Pavia al Festival di Sanremo, ne sono successe di cose.
Il nostro viaggio oggi comincia a metà circa dei mitici anni '80, quando due alunni del Liceo Scientifico “Nicolò Copernico” di Pavia , poco avvezzi allo studio, incrociano per caso le loro strade: si tratta di Massimo “Max” Pezzali e di Mauro Repetto. L' incontro tra i due avviene grazie alla bocciatura di Max, che si ritrova ad avere come compagno di banco quello che per tutti diventerà “il biondino” degli 883. I due scoprono subito di avere in comune una grande passione per la musica e di lì a poco cominciano a comporre le prime canzoni, influenzati da sonorità punk-rock. Il talento c'è, infatti non tarda ad arrivare la prima apparizione in tv, nel 1989, oltretutto in un contesto prestigioso come quello di “1,2,3 Jovanotti”, programma di un giovanissimo Lorenzo Cherubini, che faceva esibire e ricercava i migliori talenti italiani della scena Hip Hop ed Underground, una sorta di talent ante litteram insomma. I due si fanno chiamare “I Pop”, giocando con le parole “Hip Hop” e presentano un repertorio di brani in inglese, di cui il migliore probabilmente è “Live in the music”, dove si sente cantare anche Repetto, evento più unico che raro. Sul momento questa esibizione non colpisce particolarmente né il pubblico, né gli addetti ai lavori, tanto è vero che per quasi due anni non si sente più parlare di questi ragazzi di Pavia. Nonostante la passione fosse rimasta forte ed inalterata, il flop di questo progetto in salsa anglofona, aveva stroncato completamente gli entusiasmi di Pezzali, che aveva deciso di smettere di andare a bussare alle varie case discografiche ed ai vari produttori, proponendo demo contenenti i pezzi di quelli che stavano diventando gli 883 (ispirandosi cilindrata della Sportster, moto della Harley Davidson e sogno proibito dei due). Fu così che, di nascosto, Mauro, nel 1991 riuscì per vie traverse a far arrivare a Claudio Cecchetto, noto scopritore di talenti, una cassettina con inciso “Non me la menare”, prima vera produzione marchiata 883, che discostava completamente dallo stile de “I pop”. Per Cecchetto fu amore al primo ascolto: la voce di Max era graffiante, piena di grinta, forse anche sgraziata al punto giusto. Il testo era immediato, concreto, scritto con un linguaggio giovanile, che aveva tutte le carte in regola per fare presa sui giovani di inizio anni '90. Un mix potenzialmente esplosivo, una macchina perfetta da soldi pronta ad essere lanciata nel mondo della discografia italiana: Mauro scriveva in gran parte i testi, Max cantava, non mancava nulla, o quasi. L'ultimo pezzo del puzzle arriva con “Hanno ucciso l'uomo ragno”, primo singolo estratto dall' omonimo album,il successo è incredibile quanto inaspettato: il disco raggiunge in breve 600.000 copie vendute e il primo posto nelle classifiche. .La musica è allegra e orecchiabile, i testi sono schietti e sinceri nella loro semplicità. La title-track colpisce nel segno e trascina: il mito dell'Uomo Ragno è amatissimo dai giovani e l'originalità degli 883 è quanto più necessario servisse a rinfrescare il panorama della musica pop italiana del momento. Il linguaggio e le tematiche affrontate dagli 883 sono quelle degli adolescenti: la discoteca, la ragazza snob che non ti considera, il motorino, lo sfigato di turno, gli amori scombinati, il bar, sempre tenendo alti i valori che più contano per i ragazzi , l'amicizia su tutti. Il tono è diretto, confidenziale, da cantastorie di provincia sincero e genuino: Max strizza l'occhiolino ai giovani mescolandosi tra loro, vestendo ora i panni dell'amico più grande, ora quelli del compagno di avventure. L'onda di popolarità è immensa e cavalcandola, anche il secondo album “Nord, Sud, Ovest, Est” scala le classifiche di vendita italiane, contenendo pietre miliari della discografia “Pezzaliana” come “Sei un mito”, “Nord, Sud, Ovest, Est” e “Come mai”. Il giornalista Edmondo Berselli, illustre firma, tra le altre di “La Stampa”, “Il Messaggero” ed “Il resto del Carlino”, si pronunciò così rispetto al fenomeno 883: « Possibile che nessuno si sia accorto che gli 883 rappresentano innanzitutto un'operazione sociologica, magari irritante ma irrilevante proprio no? Possibile che nessuno abbia sospettato che rappresentino quel pezzo d'Italia che viene su fino a noi dagli anni Cinquanta? » I due ragazzi di Pavia, erano diventati addirittura un fenomeno sociologico e di costume, ma proprio in questo momento, Mauro Repetto, cominciava a mostrare i primi segni d'insofferenza, irritato da un'opinione pubblica che lo vedeva quasi esclusivamente come una “macchietta”, come il biondino che faceva stupidi balletti, mentre l' altro, quello intonato, cantava. Ovviamente non era assolutamente così, Mauro aveva un ruolo fondamentale nelle dinamiche del gruppo, era il principale paroliere, tanto è vero che dopo il suo addio, che si concretizzerà nel 1994, anche le canzoni di Max Pezzali cambieranno decisamente registro, acquistano un tono decisamente più malinconico e nostalgico degli “anni d'oro”. La separazione si concretizzerà nel periodo di Pasqua del 1994, dopo un tour nelle discoteche per promuovere “Remix '94”, raccolta di successi dei primi due album, rivisitati in chiave dance dai migliori Dj del momento, come ad esempio Prezioso, Fargetta, Molella, Bliss Team (sotto la sapiente regia di un giovanissimo Gabry Ponte), Stefano Secchi e molti altri. Max Pezzali a proposito di quel periodo, spesso si è espresso così: “Era il sabato di Pasqua, mi raccomandai con Mauro che fosse puntuale alle 14;30 il lunedì successivo, perchè avevamo moltissime cose da fare. Lo rividi la volta successiva nel 1998”. Con un nuovo album da ultimare e presentare, date anche le pressanti scadenze imposte dalla casa discografica, la situazione si era fatta di colpo immensamente difficile, tuttavia Max, deciderà di partecipare al Festival di Sanremo 1995 (vi parteciperà una seconda volta, da solista, nel 2011 con “Il mio secondo tempo”), sia come cantante in gara con “Senza averti qui”, posizionandosi ottavo, sia come autore, con la bellissima “Finalmente Tu” scritta per Fiorello, arrivato quinto. Nell'estate del 1995, Pezzali presentò poi la sua nuova band (gli 883 fino a quel momento non lo erano nel senso stretto del termine, visto che si servivano solo di un sintetizzatore per le basi musicali): nove elementi che già suonavano insieme nei locali milanesi col nome di Elefunky, tra cui spiccavano le coriste Paola e Chiara Iezzi (successivamente lanciate come soliste con il nome di Paola&Chiara). Contestualmente iniziarono a tenere concerti dal vivo, visto che fino ad allora le esibizioni erano avvenute solo nelle discoteche con basi registrate. Il 1995 sarà l' anno delle svolte perchè oltre alla kermesse Sanremese, il gruppo, che stava per intraprendere l' “OttoOttoTre Tour” per tutta la penisola, vincerà anche il Festivalbar con “Tieni il tempo” e raggiungerà ancora una volta la vetta delle classifiche con l'album “La donna, il sogno ed il grande incubo”, contenente, tra le altre, “Gli anni” vero e proprio inno della generazione di nati a cavallo tra gli anni '80 e '90. Anno di pausa e di assestamento nel 1996, mentre il 1997 segnerà l'uscita di un altro lavoro decisamente di successo e di impatto, sarà la volta de “La dura legge del gol”. Un Pezzali più maturo e riflessivo soprende tutti con pezzi decisamente sentimentali e struggenti come “Nessun Rimpianto” e “La dura legge del gol”, ma fa anche ballare spensieratamente alla sua maniera con “La regola dell' amico”, vero e proprio tormentone di quell' estate. Successivamente vedranno la luce anche la raccolta “Gli anni” nel 1998, anticipata dal singolo “Io ci sarò”, “Grazie Mille” nel 1999, “1 in +” nel 2001 e “Love/Life” nel 2002. Anche questi album, pur non ripetendo il successo dei primi, conterranno brani di successo come “La lunga estate caldissima”, “Bella vera”, “La regina del celebrità”, “Viaggio al centro del mondo” che diventerà anche la colonna sonora dello spot del settimanale “Topolino”, “Quello che capita” e molti altri. Nel 2002 Max Pezzali decise di pensionare lo storico marchio e di apparire da quel momento in poi solo con il nome di battesimo, non fermando la sua produzione discografica che va avanti a tutt'oggi. Gli 883 contano quindi sette album in studio e tre raccolte, oltre a numerosi prestigiosi riconoscimenti, tra i quali: dodici “Telegatto”, due Festivalbar, due Italian Music Awards e tre World Music Awards. Immagini tratte da www.wikitesti.it
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