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27/1/2017

A casa tutto bene 

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​di Alice Marrani

Conclusa la trilogia degli album precedenti con Vol. III, il cammino di Santiago in taxi, è uscito il 20 di gennaio il nuovo lavoro discografico di Brunori Sas, A casa tutto bene. Un cambio di rotta del cantautore calabrese che afferma in varie interviste di aver modificato il suo sguardo, spostandolo dal passato al presente. Gesto che inevitabilmente un po’ toglie il sorriso e rende più seri. Gli anni trascorsi rendono più maturi, più adulti. Parlando dell’ultimo album dei Baustelle ​avevamo detto: “Un altro disco che si propone di raccontare la complessa contemporaneità”. In questo caso potremmo ripeterci ma c’è una differenza. Il tema che si snoda attraverso queste dodici tracce è la paura di quello che ci accade intorno, della nostra reazione a quello che viviamo e soprattutto la paura della paura, quella sensazione che spesso ci chiude in casa facendo finta di non vedere. Un sentimento contrastante fra il voler uscire da quell’isola sicura e l’istinto di restarci dentro. Pochi giri di parole, poche allusioni complicate, tutto qui è chiaro, limpido e di una dolce e amara pacatezza. Uno sguardo sull’attualità che non è né un’urlata denuncia né un manuale di sopravvivenza: è una riflessione un po’ alla finestra, un po’ davanti allo specchio. È un guardarsi dentro cercando risposte che forse non arriveranno e facendosi domande che rimangono sospese nel dubbio.

Canzoni contro la paura racchiude dentro di sé questo concetto: Dario Brunori canta solo per sé (in realtà per tutti) canzoni che ti ricordano chi sei.

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Il percorso da Il cammino di Santiago in taxi è arrivato fino a quest’ultimo album attraversando Brunori Srl, uno spettacolo di canzoni alternate a monologhi che ha portato alla decisione di abbandonare l’ironia e utilizzare una prospettiva più seria verso l’attualità. A casa tutto bene è stato registrato per Picicca Dischi in un’antica masseria, prodotto da Taketo Gohara ed è frutto di un lavoro di scrittura che Brunori ha scelto di fare collaborando con i suoi musicisti, sfruttandone le diverse derivazioni musicali. Quello che ci troviamo davanti è un album dagli arrangiamenti stratificati, dall’unione fra i suoni moderni e quelli di strumenti antichi, fra la tradizione e la modernità, fra l’indie e il mainstreem. Un album che si accompagnerà a un tour di concerti che torneranno a essere solo “suonati” e cantati ma nel quale ogni brano parla in modo molto chiaro a ogni ascoltatore. Regna il contrasto fra la voglia di scappare e quella di rimanere, fra una parte e l’altra di noi stessi, fra la paura e l’accettazione, fra l’amore e la violenza, fra il bisogno di ritrovare degli ideali e l’autoconsapevolezza di averli persi.

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“Te ne sei accorto si, che parti per scalare le montagne e poi ti fermi al primo ristorante e non ci pensi più” inizia così, con un brano che si chiama non a caso La verità, tanto per mettere in chiaro le cose. “La verità è che ti fa paura l’idea di scomparire, l’idea che quello a cui ti aggrappi prima o poi dovrà finire”.
Il ritratto di Uomo nero non è l’antagonista delle favole ma l’inquietante e fedele descrizione di un uomo razzista. Quella che sembra solo un’accusa si accompagna alla sensazione di senso di colpa che Brunori sente, per esempio, quando ha paura per la sua vita se un ragazzino su un autobus si mette a pregare leggendo il corano. Forse il brano più politico del disco insieme a Don Abbondio.
Lamezia Milano, un viaggio fra la provincia e la città, fra tradizione e modernità dove “guerra santa” si accompagna a “settimana bianca”, in una vita reale che si distingue difficilmente da quella “cellulare”.
In Vita liquida si sciolgono i principi, la morale, il lavoro, le convinzioni, il senso del dovere. Un uomo tanto liquido che potrebbe evaporare ma che torna consistente e solido se ci si sposta in Sabato bestiale, un uomo animale, superficiale e ostentatamente individualista. Bisogna arrivare fino a Il costume da torero con il suo coro di bambini per sentire che la realtà fa schifo ma non tanto da abbandonarsi completamente al cinismo e credere che non possa cambiare. Alla fine, dopo aver indagato le varie sfumature dell’ipocrisia con Secondo me, si torna a casa verso qualcuno che ci aspetta e che finalmente sorride.


Continuano le presentazioni e inizia il calendario di quelle con gli studenti che partirà dall’Università di Siena il prossimo 30 gennaio. Da febbraio avrà inizio anche il tour di concerti che si inaugurerà a Udine.


Immagini tratte da: 
Immagine 01: https://www.facebook.com/brunorisaspage/?fref=ts
Immagine 02: http://wikitesti.com/come_stai_-_brunori_sas/ 

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