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24/7/2020

A cena con Giorgio Mannucci

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​di Enrico Esposito

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Giorgio Mannucci è un ragazzo di trentasei anni con una caterva di idee e un zaino ricco di esperienze sulle sue spalle. Ha scelto la musica come credo della propria vita, esplorando lungo un percorso curato e interessante le sfaccettature molteplici della composizione, delle ricerche sonore, dell'organizzazione e della regia. Front and back - office ricoperti in alternanza dal cantautore e musicista livornese, che io ho avuto modo di conoscere nei mesi scorsi quale fautore e direttore artistico del Mostri Sacri Festival, originale kermesse che omaggia le grandi firme della musica leggera italiana nelle rivisitazioni della "Giovine Italia". In una tipica cena a base di pesce sullo sfondo di un Quartiere Venezia luccicante nella sua bellezza più forte anche dei terribili bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ho avuto modo di toccare questo e molti altri progetti che si intrecciano all'interno della carriera di Giorgio.

Comincia tutto tra i banchi di scuola. Alle superiori Giorgio conosce Francesco Pellegrini, il "Maestro" degli Zen Circus, che suona la chitarra come lui, Dario Solazzi, bassista, e di lì a poco Alessio Carnemolla, batterista e tastierista. I quattro hanno poco più di vent'anni, prediligono ascolti misti, hanno già fatto cose insieme, raccolgono un suggerimento proveniente da Liverpool. "I am the walrus" dice. The Walrus è il risultato. Indie pop in inglese, al quale manca un tocco femminile presto garantito da Marta Bardi, che presterà tastiere e la voce (affiancando Giorgio) nei due album della band (“Never Leave Behind Feeling Always Like A Child” del 2008, e "Hanno ucciso un robot", con il passaggio all'italiano nel 2012). Il quintetto riscuote apprezzamenti e numerose date lungo la penisola, si esibisce in Rai, evolve il sound. Nel frattempo Giorgio intanto ha intrapreso un'avventura parallela, raccolta sotto l'effigie di Mandrake. Il maggio del 2010 fa rima con la nascita di un ensemble pungente votato alla sperimentazione e al flirt riuscito tra strumenti e proposte artistiche non vicini tra loro. Il violino di Asita Fathi e il contrabbasso di Stella Sorgente si introfulano con decisione negli angoli delle tastiere e chitarre di Giorgio, che canta e dirige, del basso di Tommaso Bandecchi, e collaborazioni internazionali di grido. Un nome? Lisa Papineau, musa losangelina già "rapita" dagli Air e gli M83.
I Mandrake si distinguono per un sound fresco, all'avanguardia, dream-western, che li porta a realizzare due albums e togliersi parecchie soddisfazioni da parte della stampa e del palcoscenico. I loro brani sono vecchie e neonate composizioni di Giorgio, che si sta affinando come scrittore di testi ed esecutore allo stesso tempo, e viene chiamato per portare un suo rilevante contributo ai Sinfonico Honolulu, la prima e unica orchestra italiana di ukulele, sodalizio labronico campione di effervescenza e qualità. Nel 2013 si portano a casa la Targa Tenco con il disco 'Maledetto colui che è solo' feat. Mauro Ermanno Giovanardi. Rivisitazioni di pietre miliari del rock in una chiave freschissima, che confluiscono in produzioni di inediti, vedi "Il Sorpasso" del 2015 in cui Mannucci mette il suo zampino.

Nel corso di questa breve ma nutriente collaborazione, si verifica un incontro di svolta basilare per lui. Stringe infatti la mano per la prima volta ad Ale Bavo, produttore artistico di fama e curriculum che parla da solo (Mina, Subsonica, Levante), di stanza a Torino, ma menefreghista delle distanze. Si sviluppa un'intesa che apre la strada ad una decisione forse naturale osservando le esperienze maturate da Giorgio fino ad allora. Il momento di provare da solo è giunto. Giorgio Mannucci deve far valere al massimo la creatività e le doti interpretative che gli appartengono, nella forma e nella sostanza. Nel 2017 vede la luce "Acquario".
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Acquario può significare molto. Istantaneamente richiama casa dei pesci, dunque a un microcosmo, privato e rassicurante come la propria abitazione, e l'intimità dei pensieri. In effetti gli otto racconti confezionati da Giorgio nella tranquillità della sua voce e della chitarra provengono direttamente dalla sua cameretta e trasmettono la spontaneità di emozioni e momenti vissuti personalmente.  Ascoltare "Acquario" da l'impressione di sfogliare un diario di appunti e fotografie. Sulle pagine si leggono frasi, date, cancellature, inchiostri di vari colori, disegni, le dediche amorose e le prese in giro scherzose. Il potere delle sensazioni, che chiaramente spaziano dalla sofferenza al sogno alla realtà dei fatti, riesce ad essere domato dal suo ideatore grazie all'attenzione riservata alla scrittura in una lingua complicata ma magistrale come quella italiana, depositaria di un'eleganza d'abito ricercata. Il "servizio di leva" che Giorgio ha portato a termine tra compromessi e l'incontro con spettatori anche d'Oltralpe, lascia il segno, lo rende consapevole e abile nel gestire con classe la situazione, elaborando un disco di debutto studiato, distinto perché connotato da un pop cantutoriale a sé, distaccato dal mainstream e (per fortuna) fuori dal tempo, se ci fermiamo a ritrovare i punti di riferimento esterni.
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Emergono dal sottofondo i grandi amori di Giorgio secolari e attuali. Lucio Dalla è il suo mentore incontrastato, dall'altro di una grinta e una maestria performativa inossidabili. Il mostro sacro al quale da anni Giorgio progetta di poter riservare una doverosa celebrazione. Surfjan Stevens, Sondre Lerche, gli alfieri contemporanei, provenienze da geografie contrapposte, applicazione e originalità prive di scrupoli. Ma Acquario profuma anche di collettività, di età e viaggi. Un coro di bambini impreziosisce la canzone "Tipico della tua età", in un inno alla gioia e alla spensieratezza, mentre la calma e la riflessione dominano la scena, spesso stimolando a immaginarsi Giorgio intento a dipingere dalla sua finestra mentre a pochi passi il mare borbotta.
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​​"Acquario" si espande con le sue infiltrazioni elettroniche su diverse ribalte nel corso del 2018. Giorgio Mannucci riparte a solcare l'Italia, apre concerti di Diodato e Levante, veste saldamente i panni del cantautore e intanto porta a compimenti altri traguardi dalle prospettive ampie. Nasce il già citato "Mostri Sacri Festival", kermesse ideata e diretta da Giorgio nella sua Livorno, che inaugura la sua Prima Edizione nel 2019 ospitato dal Nuovo Teatro delle Commedie. L'anno precedente, in tandem con colleghi e amici che rispondono ai nomi di Tommaso Novi, Giulia Pratelli e Luca Guidi (non certi sconosciuti per usare un eufemismo), l'artista aveva attuato il suo primo omaggio pubblico a Dalla attraverso lo spettacolo "Come è profondo il mare", condotto in giro per diverse città del Belpaese. Il "Mostri Sacri" recupera il formato estendendolo a molteplici protagonisti della canzone italiana. Luigi Tenco, Domenico Modugno, De Gregori vengono affidati a giovani interpreti accomunati dalla volontà profondissima di condividere i loro capolavori. Il Festival ha successo, Giorgio si siede alla scrivania per organizzare la seconda edizione che parte a febbraio di quest'anno nel nome di Mina, Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori, ancora al Nuovo Teatro delle Commedie, corredato dai dipinti dell'illustratrice e pittrice La 3am. Purtroppo l'ultima serata, dedicata a Pino Daniele è costretta a saltare. L'epidemia da Coronavirus ha fatto il suo corso, lockdown e la musica come la vita comune sono costrette a fermarsi.
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Naturalmente anche Giorgio è chiamato ad affrontare il problema. Vive la quarantena da solo, confortato dalla presenza della cagnetta Pimpa, legge, riflette e scrive. La sera di una Pasqua inconsueta funge da teatro per la nascita di un brano inedito, che documenta la quotidianità rivoluzionata. "Ogni notte scoperta" è il titolo e il ritornello di una poesia autentica, la cronaca in musica di una fase sospesa e di riscoperta da parte delle persone della loro interiorità. Ci guardiamo nello specchio prima e poi dentro, notiamo le fratture, cerchiamo di riempirne alcune, vogliamo cimentarmi con cose nuove, stare vicino a coloro cui non abbiamo tempo di dimostrare affetto. In un'atmosfera pop rilassante, Giorgio testimonia inoltre dietro la macchina da presa, filmando un video - mosaico di filmati girati da lui, amici, parenti all'interno delle loro case e giardini. La 3am firma invece la copertina che esprime il messaggio più importante inseguito da Giorgio; conservare la bellezza delle scoperte personali per riviverle insieme quando sarà possibile ritornare a farlo. Domani sabato 25 luglio, Giorgio Mannucci avrà modo per la prima volta in fase post - lockdown di riprovare l'ebbrezza dell'incontro con il pubblico in una doppia seduta di sessions live sulla terrazza di Mercemarcia in Via Oberdan a Livorno. Dalle ore 20:30 alle 21:00 e dalle 22:00 alle 22:30 si svolgerà Rooftop session #03 con prenotazione obbligatoria.

Per maggiori informazioni: ​https://www.facebook.com/events/295763784837875/


  Canali ufficiali di Giorgio Mannucci:
​

- Profilo Facebook
- Profilo Instagram


  Immagini tratte da: 
- Profilo ufficiale di Giorgio Mannucci
- Profilo ufficiale di The Walrus
- Profilo ufficiale di Mandrake

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