di Enrico Esposito "Irlanda in Festa" è il nome con cui da circa dodici anni sono riuniti in un unico significativo festival tutti i concerti e le iniziative sul territorio nazionale volti a onorare al meglio le celebrazioni in onore del Saint Patrick's Day 2018 e lo spirito folk di tradizione millenaria che le pervade. L'Audiitorium Flog di Firenze ha recitato anche quest'anno la parte del leone all'interno di questa rassegna, con un calendario di tre appuntamenti nelle serate del 16, 17 e 24 Marzo. Tre appuntamenti dall'ottima risposta di pubblico che hanno visto alternarsi sul palco del club fiorentino nomi importanti del settore appartenenti al panorama italiano e non, che hanno servito al pubblico un menù articolato e spumeggiante, con l'obiettivo di dimostrare l'evoluzione in termini internazionali della ricerca nell'ambito della storia del folklore. Ma Irlanda in Festa non ha conquistato solo Firenze. Alla Flog le danze si sono aperte venerdì 16 marzo con un Jagger protagonista. Non Mick dei Rolling Stones ma uno di famiglia tuttavia. Chris Jagger, classe 1947, è infatti il fratello minore del vulcanico rocker, e dopo aver lavorato come giornalista e produttore per la BBC, ha imbracciato dagli anni '70 la chitarra per avviare una lunga carriera solista e in collaborazione con altri musicisti. Tra questi soprattutto il bassista e contrabbassista David Hatfield e la violinista Elliet Mackrell con i quali ha costituito il Chris Jagger's Acoustic Trio, una folk band apprezzata e incisiva accompagnata in alcuni suoi brani dai vocals di Mick e dai riffs di David Gilmour. Jagger jr. e soci hanno fatto tappa a Firenze nell'ambito del tour europeo di promozione al suo ultimo album "All the Best", rilasciato lo scorso anno. Un ensemble tradizionale per rendere omaggio alla festività irlandese, che ha lasciato posto nel corso della serata a un collettivo, stavolta italiano, e dal genere musicale più sperimentale e internazionale. Stiamo parlando dei Folkabbestia, la band di musica popolare pugliese che dal 1996 si è fatta conoscere al pubblico italiano e Oltralpe grazie al suo effervescente mix di folk irlandese, ritmi balcanici e la tradizione millenaria del Mediterraneo italiano e maghrebino. "Una vera festa itinerante" come si definiscono i membri stessi di un progetto che attraverso le molteplici influenze di ska, rock e funk, mette in mostra un autentico carrozzone di vivacissimi suoni, racconti e consuetudini che affondano le loro radici in epoche lontanissime come il Medioevo e storie attuali vissute nella realtà nostrana e al di fuori di essa. Anche per il giorno successivo, il 17 Marzo e St Patrick's Day per eccellenza, il palco della Flog è stato calcato a turno da due formazioni molto diverse tra loro per conformazione, proposta musicale e povenienza. Da una parte infatti i made in Ireland Drunken Lullabies, band che prende il nome da un brano omonimo della rock band statunitense dei Dropkick Murphies. Originari di Thrones, i Lullabies hanno offerto agli spettatori uno spettacolo double-face che ha collegato i grandi classici del folk come "Wild rover" e "Whiskey in the jar" a gustose rivisitazioni in salsa popolare di brani di successi tratti da altri generi come il rock dei The Killers. Geograficamente distante e non solo è invece il Power Gypsy dei BARO DROM ORKESTAR, una band di casa, che ha trasportato il pubblico verso dimensioni ai confini del continente europeo grazie al suo sound trasversale che raccoglie eredità musicali dalla cultura armena, dal Salento e dalla penisola balcanica. Uno mosaico di ispirazioni che i quattro componenti del collettivo hanno portato dal vivo attraverso un violino elettronico, una fisarmonica e una forte dose di rock per un lungo viaggio come recita il loro nome , "BARO DROM", in lingua romanì. Sebbene sia trascorso oltre il suo consueto giorno di celebrazioni, alla Flog "l'Irlanda in Festa" è continuata anche la settimana successiva, culminando nella serata di sabato 24 Marzo con il concerto dei Modena City Ramblers, la storica formazione emiliana che nel ventisettesimo anno della sua stepitosa carriera sta ancora una volta percorrendo senza soste l'Italia da cima a fondo nel nome del suo conclamato folk dalle interrelazioni letterarie e sociali. Un successo quasi trentennale per la più importante realtà folk italiana di sempre, che con il recente album "Mani come rami, ai piedi radici" (2017) ha aggiunto un ulteriore tassello a una produzione invidiabile e instancabile, che ogni anno chiama a raccordo un numero altissimo di fans desiderosi di saltare ed emozionarsi al ritmo di musiche dal potere evocativo eccezionale e contenuti multidisciplinari, che spaziano dalla memoria partigiana ai sogni romanzeschi di Garcia Marquez per arrivare alla cronaca delle vicende di eroi contemporanei come Peppino Impastato. Immagini tratte da: Immagini 1, Galleria 2 e Immagine 6 da www.flog.it Immagine 2 da www.rollingstone.it Immagine 3 da www.ondaalternativa.it
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Aprile 2023
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