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20/11/2020

AngelHeaded Hipster

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​di Enrico Esposito
​

Quando ci si appresta a conoscere la figura di Marc Bolan, si vive una sorta di iniziazione. La sua vita spezzata poche settimane prima di compiere trent’anni (16 settembre 1977) da un incidente stradale a Barnes, quartiere sud-occidentale di Londra (sua città natale), abbraccia come un ventaglio seducente le innumerevoli esperienze umane, artistiche e spirituali vissute da un artista amato follemente da fans diversissimi tra loro (hippies, teenagers, rockers), e colleghi (David Bowie, Elton John, John Peele, Pete Townshend solo per citarne alcuni) che hanno riconosciuto all’unanimità la grandezza della sua stella.
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Il suo vero nome era Mark Feld, modificato in Marc Bolan agli inizi della sua carriera di cantante, chitarrista e in modo particolare di compositore sia di brani musicali celeberrimi pubblicati da solista, nel duo Tyrannosaurus Rex (prima con Steve “Peregrine Took” Turner e poi con Mickey Finn) ristrettosi nel nome, T.Rex, ma ampliatosi nella formazione definitiva di band di quattro elementi. Sia di poesie, nate dalla sua immaginazione forgiata sull’idolatria nei confronti dei romanzi di Tolkien e sull’attrazione per l’esoterismo. “Angel Headed Hipster”, colossale tribute-album uscito lo scorso 14 settembre, dopo essere stato anticipato d’estate dai singoli “Cosmic dancer” di Nick Cave e “Scenescof” di Devendra Banhart, è stato rifinito con cura dal suo artefice Hal Wilner (produttore dalla carriera eccellente, portato via anzi tempo dal Covid-19 il 7 aprile) con il preciso intento di riconoscere l’inesauribile vena creativa che albergava all’interno della mente del “piccolo folletto che ha aperto la porta”, come lo battezzò il Duca Bianco. Dalla prima adolescenza Bolan si era donato completamente alla musica, dopo una breve parentesi tra cinema e moda, uno dei suoi chiodi fissi perenni. Il suo carattere arrembante e sopra gli schemi lo spinse tra vette da urlo e fiaschi totali ad assumere tante forme consecutive, a volte simultanee, in sala di registrazione e sul palco: dagli esordi acustici e folk-psichedelici targati Tyrannosaurus Rex che lo resero in Inghilterra un idolo degli hipsters alla svolta elettrica dei T-Rex fino a quell’apparizione in pajet e glitter che segnò l’apertura dell’epoca glam-rock. Il precoce ammiratore del dandy inglese per antonomasia Beau Brummel conviveva con l’icona di stile e il menestrello, la celebrità pop, il metal guru e il chitarrista ricercato da moltissimi per le sue doti strumentali. ​

Tutte queste sfaccettature travolsero Bolan, sprofondandolo nel tunnel delle dipendenze, e collocarono in secondo piano la sua esigenza di raccontare. Al riguardo Hal Wilner dichiarò:

“Mi sono immerso in questo artista ascoltando tutto, parlando con gli esperti e i fan di Bolan, facendo ricerche su recensioni e interviste. Ho scoperto che di Bolan non si parla quasi mai come "compositore". Si è detto di lui come fosse un grande rocker, di quanto fosse innovativo, di come David Bowie prendesse la sua essenza e Bolan fosse nella sua ombra... Ma io l'ho messo nello stesso pantheon degli altri compositori che ho esplorato in precedenza. Così, il concetto dell'album è diventato quello di mostrare il Bolan come compositore, con il nostro tipico cast di artisti provenienti da mondi diversi che raramente si vedono nello stesso posto.”
​

Per conoscere sinceramente il mondo sommerso di Marc Bolan, il produttore ci si è calato fino ai talloni, risalendo in superficie depositario di un’eredità ricostruibile soltanto grazie all’apporto confidenziale di altri curiosi e devoti ammiratori come lui. Ai già citati Cave e Bahnahrt si aggiungono amici di lunga data come Elton John che suona il piano nella versione fedele di “Bang A Gong (Get It On) “ reinterpretata dagli U2, e protagonisti delle più interessanti songwriters attuali. Ne sono un esempio Father John Misty che rielabora “Main man”, brano tratto dall’album dei T- Rex ”Slider” del 1972, in una versione toccante molto lontana dall’esuberanza originale, e Kesha che inaugura l’intero volume esibendosi in una rivisitazione accesa ma cupa allo stesso tempo della leggendaria “Children of the Revolution”. L’elettronica di Peaches in “Solid Gold, Easy Action” è un capitolo ulteriore di un doppio album che ospita al suo interno un caleidoscopio di voci e sperimentazioni, che abbracciano l’intera parabola bolaniana, dal brano “Hippy Gumbo” del 1966 (rivisto da Beth Orton) passando attraverso numerose canzoni tratte dal capolavoro di “Electric Warrior” (1971), e a "I Love To Boogie", hit dell'ultimo album del 1976 "Dandy In The Underworld". ​​​
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A sancire la completezza dell'opera realizzata è il suo titolo "AngelHeaded Hipster - The Songs of Marc Bolan & T.Rex", un viaggio al quale il compianto Wilner ha lavorato per anni attraverso sessione tra un continente e l'altro alla ricerca di un sui "White Album". "AngelHeaded Hipster" è un'espressione racchiusa all'interno di uno dei leggendari versi che vanno a componere "Urlo" di​ ​Allen Gisnberg, il poemetto considerato il manifesto della Beat generation, un testo che anticipò nettamente i tempi per la sua descrizione affilata dei degradi dell'America post- Seconda Guerra Mondiale gettando un occhio attento alle rivoluzioni sociali nascenti, come quella degli "hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario dellanotte" ("angelheaded hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night ").  Gli hipsters ell'epoca erano i giovani seguaci di culture alternative rispetto alle dinamiche grette condannate da Gisberg. Marc Bolan ne era la quintessenza, per la sua venerazione ad alcuni dei primi simboli del cambiamento come un certo Elvis Presley. Oggi a distanza di ben quarantatrè anni alla sua scomparsa, l'album tributo forgiato da Hal Wilner diffonde una propaggine luminosa alla sua stella, che dal 7 novembre 2020 sarà per sempre inclusa nella Rock & Roll Hall Fame insieme ai suoi T.Rex.
​

  Immagini tratte da:

- Immagine 1 da Pagina Facebook ufficiale dei T.Rex
- Immagine 2 
gentilmente fornita dall'ufficio stampa A Buzz Supreme

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