IL TERMOPOLIO
  • Home
  • Rubriche
  • Cookie
  • Chi siamo

27/4/2018

Jefferson Airplane – Crown Of Creation

0 Commenti

Read Now
 
di Carlo Cantisani
Foto
​“La loro musica è come un cuscino surreale”. Jerry Garcia dei Grateful Dead definì con queste parole i Jefferson Airplane nella seconda metà degli anni ’60. Una definizione azzeccata, che divenne il nome del secondo album di Grace Slick e soci: era nato, nel febbraio 1967, Surrealistic Pillow, svolta artistica e commerciale per il sestetto americano e bandiera di un’intera generazione, quella hippie, basata su pacifismo, libertà sessuale e sull’uso di sostanze psicotrope. I Jefferson Airplane erano la quintessenza del rock psichedelico, genere che tramite il massiccio uso di effetti, lunghi brani strumentali e sonorità della tradizione orientale, rinnovava blues e folk sconvolgendo il vetusto rock ‘n’ roll. La loro musica seppe fare da colonna sonora a molti dei principali eventi che videro protagonista la nascente controcultura degli anni ’60 – fra tutti, lo Human Be-In e la Summer of Love dell’estate del ’67 – e due fra i brani di quel disco, Somebody to Love e White Rabbit, divennero inni all’amore libero, alla potenza dell’immaginazione e al pensiero libero da qualsiasi condizionamento. Il comunitarismo rappresentato dalla convivenza di tutti i membri presso quello che era la loro casa-ufficio e studio di registrazione, gli stretti legami con la comunità di Haight-Asbury (il distretto di San Francisco dove era nato il movimento hippie), la presenza di una sola donna – la cantante Grace Slick e, prima di lei, di Signe Toly Anderson -  in un gruppo a prevalenza maschile: tutti elementi in cui era facile intravedere i presupposti ideologici in voga negli anni ’60. Il festival di Monterey, due anni prima di Woodstock dove pure il sestetto si esibì, inaugurò la Summer of Love californiana, e proprio su quel palco i Jefferson Airplane consacrarono la loro musica a inno generazionale di fronte a migliaia di persone.


​Nonostante il sei ottobre 1967 la stessa comunità di Haight-Asbury celebrava la morte del movimento hippie, con tanto di funerale e di comunicato, di pari passo con l’impianto ideologico del sestetto andava crescendo e trasformandosi la sua musica: After Bathing at Baxter’s, del novembre 1967, nove mesi dopo Surrealistic Pillow, marcò il punto di non ritorno per i Jefferson Airplane. La copertina dell’album, concepita dal cartoonist Ron Cobb, sembra indicare già l’idea del gruppo che, sorvolando dall’alto la scena musicale, si allontana dal suo passato fatto di canzoni dal piglio pop e molto catchy, per dirigersi invece verso lidi a lui inesplorati, fatti di sperimentazioni zappiane (i JA ammiravano Frank Zappa), un suono più duro e compatto e una raffinata tecnica strumentale che permetteva di arricchire e modellare i suoni in maniera ancora più personale. È indicativo il fatto che, da questo disco in poi, i singoli del gruppo non replicarono i successi di quelli di Surrealistic Pillow, proprio per il loro essere poco radio friendly. Mesi dopo, l’uscita di Crown of Creation, nel settembre 1968, non fa altro che ribadire ancora di più queste intenzioni, e il quarto album può essere visto come la summa di tutto l’universo Jefferson Airplane, sia musicalmente che politicamente. Debitore, nella sostanza, di After Bathing at Baxter’s, nella forma i pezzi di Crown of Creation fanno intravedere tutta la maturità di una band sicura delle proprie capacità, che non si preoccupa di inseguire a tutti i costi ritornelli orecchiabili o le facili melodie dall’atmosfera bucolica e folk, ma che gioca piuttosto con la psichedelia in maniera estremamente personale. Qui gli hippie incontrano i freaks, il flower power sembra mostrare i “muscoli” come se volesse urlare tutto lo sconforto non solo verso l’ottusa mentalità dell’epoca ma anche verso sé stesso. I Jefferson Airplane sono consapevoli, in fondo, che il rischio di veder tramontare il sogno della loro generazione è possibile ma non sembrano ancora rassegnarsi; d’altronde, Slick, Kantner o Kaukonen non sono Jim Morrison, e le visioni della fine e del tramonto di un’epoca proprio di quest’ultimo non appartengono alla loro sensibilità. Anzi, da una parte il titolo potrebbe essere riferito alla giovane generazione del ’68, quel “coronamento della creazione” capace di non ricadere negli errori dei padri e di poter costituire, quindi, una nuova speranza per un mondo diverso; ma dall’altra, potrebbe essere un’ironica e cinica allusione allo stato in cui versa il mondo, solcato da guerre inutili e sanguinose (quella del Vietnam, ad esempio), da continue ingiustizie sociali e destinato quindi all’autodistruzione, come la copertina dominata dal fungo atomico – all’opposto della spensieratezza di quelle del secondo e terzo album – indicherebbe chiaramente. Il testo del pezzo che dà il titolo all’album si rifà, inoltre, al romanzo dello scrittore inglese John Wyndham, The Chrysalids, dove in un futuro post-atomico una comunità religiosa fondamentalista persegue tutti i mutanti e i “diversi”: gli ideali hippie di pacifismo e amore universale trovano qui una nuova via attraverso altre forme di ispirazione che torneranno, inoltre, in futuro, in particolare in Blows Against the Empire a nome Jefferson Starship. Triad e Lather sono due altri pezzi chiave del disco, dove il lirismo della musica fa risaltare ed eleva in maniera quasi cristallina le parole dei testi: la prima, scritta da David Crosby e rifiutata dal suo gruppo, i The Byrds, perché ritenuta troppo esplicita, fu subito difesa da Grace Slick e adottata a tal punto che la cantante ne capovolse i rapporti descritti nel pezzo, mettendo al centro la figura femminile come fulcro del triangolo amoroso con due uomini; la seconda, con leggerezza e attraverso giochi di parole, è una riflessione sul significato di diventare adulti in un mondo che invece esalta la giovinezza, rischiando così di perdere quell’originaria innocenza in nome degli standard sociali nei quali si è costretti una volta diventati trentenni. Per non parlare di The House at Pooneil Corners, uno dei pezzi più drammatici della band, un’ossessiva e cadenzata elegia funebre che getta inquietanti ombre su un mondo disilluso visto dagli occhi del gruppo. Crown of Creation, a volte poco tenuto in considerazione, è forse il parto più inquieto dei Jefferson Airplane, quello più maturo perché maggiormente consapevole di ciò che stava accadendo al volgere degli anni ’60. Con spirito anticipatore, guardava già al decennio successivo, dove la controcultura e il sogno hippie si persero definitivamente e il volo dei Jefferson Airplane si preparava ad abbandonare la Terra.
 
Jefferson Airplane – Crown of Creation (RCA Victor, 1968)
  1. Lather
  2. In Time
  3. Triad
  4. Star Track
  5. Share a Little Joke
  6. Chushingura
  7. If You Feel
  8. Crown of Creation
  9. Ice Cream Phoenix
  10. Greasy Heart
  11. The House at Pooneil Corners

​Immagine tratta da:
i.pinimg.com

Share

0 Commenti

20/4/2018

Orchestra da camera fiorentina

0 Commenti

Read Now
 
Comunicato stampa
Alessio Allegrini ospite dell’Orchestra da Camera Fiorentina
Al via i concerti dedicati ai solisti di Santa Cecilia

Lunedì 23 e martedì 24 aprile 2018 – ore 21
Teatro Niccolini – via Ricasoli 3 – Firenze
ORCHESTRA DA CAMERA FIORENTINA 
Direttore e corno solista 
ALESSIO ALLEGRINI
Musiche di N. Monici, R. Strauss, L.v. Beethoven 
Foto
Selezionato a soli 23 anni da Riccardo Muti come primo corno del Teatro alla Scala, solista ospite dei Berliner Philarmoniker e pupillo del compianto Claudio Abbado – che lo ha voluto in tutti i suoi progetti più importanti – Alessio Allegrini e tra i massimi virtuosi del proprio strumento. 

Lunedì 23 e martedì 24 aprile torna al fianco dell’Orchestra da Camera Fiorentina nel duplice appuntamento al Teatro Niccolini (ore 21 - via Ricasoli 3 – Firenze – biglietti 20/15 euro) che lo vede nei ruoli di direttore e solista.

In programma una delle sue interpretazioni più apprezzate, il “Concerto per corno e orchestra op. 11” di Richard Strauss, seguita dall’ottava Sinfonia di Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Apre la prima assoluta di “Oxitocina” del compositore contemporaneo  Neri Monici. 

Richard Strauss compose il “Concerto per corno e orchestra op. 11” quasi ottantenne, mentre in Europa infuriava la seconda guerra mondiale: la partitura è dominata da un’idea melodica che ricorre nei tre movimenti, e segna un certo ritorno alla classicità. Ad affiorare è infatti il ricordo del padre, Franz Joseph Strauss, a lungo primo corno presso l'orchestra di corte di Monaco di Baviera (e fervente antiwagneriano).

Opera breve e atipica, la “Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93” di Ludwig van Beethoven segna un ritorno ad una forma decisamente classica, consona ai modelli di Mozart e Haydn.

Vincitore di importanti riconoscimenti internazionali, tra i quali il Prague Spring Competition e il concorso A.R.D. di Monaco di Baviera, Alessio Allegrini inaugura il ciclo di concerti che la stagione 2018 dell’Orchestra da Camera Fiorentina dedica ai solisti dell’Orchestra di Santa Cecilia, di cui è primo corno. Allegrini ha suonato sotto la direzione di direttori quali Abbado, Muti, Chung, Tate e Antonio Pappano. Tra le incisioni, impossibile non ricordare l’integrale live dei Concerti per corno e orchestra di Mozart, con l’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado.

Biglietti 20/15 euro (riduzioni per studenti e over 65). Si ricorda che ai titolari della “Firenze Card” del Comune di Firenze è riservato uno sconto del 15% (o tre biglietti al prezzo di due). Biglietto a 5 euro per i titolari della "Carta Giò - Io studio a Firenze" del Comune di Firenze. Ingresso gratuito fino a 12 anni.

Prevendite nei punti www.boxofficetoscana.it/punti-vendita e online su www.boxol.it. Prevendita anche al Teatro Niccolini nei giorni dei concerti, dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 21.

La 38esima stagione dell’Orchestra da Camera Fiorentina è realizzata con il sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Comune di Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Banca CR Firenze e Leggiero Foundation.
Foto
Programma concerti lunedì 23 e martedì 24 aprile 2018
N. Monici                Oxitocina (prima esecuzione assoluta)
R. Strauss              Concerto per corno e orchestra n. 1 in mi bemolle maggiore op.11
L. V. Beethoven      Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93

Informazioni e prenotazioni
Segreteria Orchestra tel. 055-783374 - www.orchestrafiorentina.it - info@orchestrafiorentina.it

Biglietti, riduzioni e sconti
Biglietto intero 20 euro. Biglietto ridotto a 15 euro per studenti (muniti di tesserino) e over 65 (muniti di un documento). Ai titolari della “Firenze Card” del Comune di Firenze è riservato uno sconto del 15% (o tre biglietti al prezzo di due). Biglietto a 5 euro per i titolari della "Carta Giò - Io studio a Firenze" del Comune di Firenze. Ingresso gratuito fino a 12 anni.

Prevendite
Box Office - via delle Vecchie Carceri, 1 (Firenze) -  tel. 055 210804. Orario: mar/sab 10/19.30 - Lun 15.30/19.30 – www.boxol.it. Prevendita anche presso gli spazi che ospitano gli spettacoli, nei giorni dei concerti, dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 21.

Share

0 Commenti

13/4/2018

Percorsi Musicali - Livorno

0 Commenti

Read Now
 
Percorsi Musicali è il centro musicale polivalente di Livorno che ospita professionalità di alto livello nel campo della produzione multimediale ed è punto di riferimento per tutti i musicisti attivi sul territorio.​
IlTermopolio ha avuto il piacere di intervistarne i fondatori in occasione di una delle serate dedicate all'Open stage & SPL Contest, cui il nostro blog è partner assieme a  RadioCanale7.
Foto
Foto
Come è nata l’idea Percorsi Musicali?
Greta L’idea nasce da tre fondatori: noi due, Greta Merli e Lorenzo Porciani, e Simone Ricci, che è stato il nostro insegnante di chitarra. Volevamo creare un centro polifunzionale ma la prima sede era troppo piccola per poterlo essere effettivamente: c’era tanta scuola e poco spazio. Ci siamo così trasferiti in questa nuova struttura: siamo più vicini alla città, ma non troppo visto il tipo di attività. L’intento è stato quello di creare un posto bello, accogliente, con tutte quelle caratteristiche che noi da giovani non potevamo permetterci.
Lorenzo Questo capannone ha molta storia: è uno dei primi capannoni di Livorno e siamo nella zona proto-industriale della città. È un edificio che ha più di 100 anni: al suo interno è presente anche una lapide a memoria di un bombardamento del 1943 che causò numerose vittime. Qui dove si trova il palco c’era la fornace del complesso. Ci siamo trasferiti qui nel 2012: il posto era disastrato ma un poco alla volta lo stiamo rimettendo a posto.
Foto
Percorsi Musicali ha al suo interno varie “zone”, giusto?
Greta È un centro polifunzionale: tra le sue funzioni ci sono le sale prove, la parte della didattica divisa in sei dipartimenti (Musica Moderna, Classica, Jazz e Per l’Infanzia, Tecnologia Musicale, Musicoterapia) e questi due opposti sono uniti dal collante fondamentale rappresentato dallo studio di registrazione. È poi presente un auditorium: in quest’area live non solo facciamo i concerti della scuola, ma anche concerti dedicati alle sale prove, come il contest, ed eventi esterni.
​
Avete avviato un progetto chiamato Bending DEMOcrazia musicale, di cosa si tratta?
Lorenzo Il progetto è nato il 9 novembre del 2015 da un’idea di Alessio Santacroce, musicista, autore e giornalista, il quale aveva curato per il Tirreno una rubrica dal titolo Demo recensendo una marea di gruppi. Da qui è nata l’idea di far diventare questa rubrica qualcosa di più: abbiamo così ideato un format, poi trasmesso su Mondo Channel-Livorno tv (canale 190). Il palco è stato diviso in tre zone e sono stati allestiti così i tre set della trasmissione. I musicisti hanno scritto le loro canzoni, mandate in onda assieme a videoclip durante la trasmissione, con l’aggiunta poi di interviste e un momento per un live acustico. Una mezz’ora di trasmissione per 12 puntate e da lì è nata l’idea di un palco itinerante: abbiamo portato così il format dal vivo in alcuni locali qui a Livorno ed ora è diventato una rubrica sul Foglio Letterario.
Foto
Abbiamo letto che Percorsi Musicali sarà interessato da Rock Targato Italia, cosa potete dirci?
Greta La nostra struttura quest’anno accoglierà la finale toscana di Rock Targato Italia, uno dei Contest più importanti a Livello nazionale per band emergenti. I due fondatori, Francesco Caprini e Franco Sainini, sono rimasti soddisfatti della struttura e dell’impianto audio a disposizione. Livorno diventerà il fulcro musicale per tutte le band selezionate e provenienti da tutta la Regione. L'evento inizierà alle 21.00, ma alle ore 18.30 ci sarà un incontro aperto a tutti con Francesco Caprini (fondatore e a capo di "Divinazione Milano), il quale si metterà a disposizione per rispondere a qualsiasi domanda e darà consigli su come muoversi all'interno del panorama musicale fatto di etichette discografiche, radio, registrazione album e promozione dello stesso.


​Eventi futuri?
Greta A maggio partirà un rassegna “Da mezzogiorno a mezzanotte” che vedrà impegnati i progetti dei nostri docenti: saranno progetti musicali di altissimo livello che spazieranno attraverso vari generi. Avremo il patrocinio del comune di Livorno, ci saranno concerti a mezzogiorno della domenica e a mezzanotte del sabato. Si tratterà di progetti spot, massimo un’ora, durante i quali berremo anche i vini della Doccia di Vinci, una casa vinicola piccola ma molto valida.
Lorenzo A giugno faremo poi due giorni, dalle sei a mezzanotte, con gruppi storici livornesi, dagli anni 60 in poi, più qualche new-entry. Per chiudere vorrei dire che Percorsi Musicali è proprio un percorso: chi si affaccia magari lo fa per un motivo ma poi scopre molte altre opportunità ed il nostro lavoro è proprio far comprendere questo. 
Foto
Per maggiori informazioni: 
Pagina Facebook di Percorsi Musicali
Sito internet di Percorsi Musicali

Share

0 Commenti

12/4/2018

Si chiama "Privè" il ritorno degli Avion Travel

0 Commenti

Read Now
 
La band campana capitanata da Peppe Servillo pubblica un nuovo album inedito in uscita il prossimo 18 Maggio a quindici anni di distanza dal precedente “Poco Mossi gli altri Bacini. Sarà Milano il 16 giugno ad accogliere la prima data del loro tour estivo
Foto
Due figure abitano questo disco: una amara e l'altra dolce. La prima sfugge alla canzone, la seconda la insegue. Una, diffida delle parole e l'altra si consegna alle parole stesse. Sembra che alcune canzoni si muovano sospettose, offendendo le altre che invece accolgono, consolano e scaldano. Le ultime si affidano alle parole, alla loro precisione, alla capacità di queste di rappresentare il mondo, ma le prime restano a smentire ciò, recitando oscuramente pulsioni e sensazioni. E' doppia la natura di questo lavoro, come da sempre la natura di questo gruppo che in questi mesi ha rigenerato parte di se, come un piccolo animale dalla lunga vita, riaffidandosi a se stesso, alla sua piccola storia, alla propria varia identità. Corrono gli Avion Travel tra sentimenti opposti, generando con questo movimento il contrasto secondo la legge del dramma e a questa legge si votano in modo vitale e scomposto per un pugno di canzoni nuove. (Peppe Servillo)
A distanza di 15 anni dal loro ultimo album di inediti “Poco Mossi gli altri Bacini”, risalente al lontano 2003, gli Avion Travel tornano con “Privé”, un disco fedele allo spirito di produzione indipendente e alle atmosfere della trilogia composta da “Bellosguardo”, “Opplà”, “Finalmente Fiori” e realizzato dopo aver ricostruito lo staff operativo dei loro inizi, con Mario Tronco nel ruolo di produttore artistico e supervisore, oltre che di arrangiatore e musicista.
 
“Il 30 marzo dello scorso anno ci siamo visti la prima volta tutti insieme per ascoltare le canzoni e per pianificare una pubblicazione. Proprio nel pomeriggio di quel giorno Fausto ci ha lasciato.
 
Questo lavoro per noi ha il valore di un punto di ri-partenza di una carriera trentennale che non si è mai interrotta nelle nostre relazioni. Anche quando siamo stati fermi.
Al momento stiamo lavorando al nuovo spettacolo live per un tour che ricomincerà dall’Auditorium Fondazione Cariplo di Milano il 16 giugno.
 
Privé contiene undici tracce, di cui dieci canzoni ed un extra strumentale, scelte tra i brani che negli ultimi anni ci sono sembrati più interessanti e pertinenti all’idea di ciò che volevamo realizzare; tutti originali ed in parte inediti.
 
In Privé sono presenti molti ospiti, amici e musicisti che abbiamo incontrato durante la lavorazione. Quattro canzoni sono state per la prima volta eseguite e interpretate dagli Avion Travel ma erano state scritte e suonate per/da altri artisti: Patty Pravo, Fiorella Mannoia, Musica Nuda.
La scrittura e la scelta dei brani è cominciata durante il Retour (2014-2017) insieme a Fausto Mesolella, di cui sono presenti quattro canzoni, mentre le altre sono state scritte da Mario Tronco, Peppe D’Argenzio e Ferruccio Spinetti.
Fausto è presente in questo lavoro in tanti modi che non vogliamo ancora svelare.
Il brano "Dolce e Amaro" è un gentile omaggio che ci ha fatto Pacifico (autore anche del testo di “Alfabeto”), la scorsa estate.  Tutti gli altri testi sono di Peppe Servillo, ad eccezione de “Il Cinghiale”, scritto da Franco Marcoaldi con la collaborazione di Peppe Servillo”
 
Dal 2003 ad oggi naturalmente gli Avion Travel non hanno abbandonato la loro attività, grazie alle molte pubblicazioni, omaggi, cover, riedizioni e vari tour con formazioni diverse e ridotte, tra cui ricordiamo Danson Metropoli-Canzoni di Paolo Conte (disco d’oro nel 2007) e Nino Rota, l’Amico Magico, album e tour di successo nei teatri; ognuno dei componenti della band, inoltre, in questo lasso di tempo si è dedicato a diversi progetti, tutti di grande valore artistico.
 
Gli Avion Travel si sono ricongiunti in formazione originale per quello che è stato il Retour nel 2014, poi protrattosi fino agli inizi del 2017; tre anni in cui la band è stata protagonista di più di 100 concerti, riscoprendo l’intesa e l’affiatamento, ma soprattutto ritrovando un pubblico sempre affezionato e in attesa di nuova musica.
 
Nell’estate del 2017 dopo la scomparsa di Fausto Mesolella e un periodo di esitazioni e riflessioni, il tour è ripreso in quintetto con la new entry di Duilio Galioto alle tastiere.
 
Privé è stato realizzato allo StudioSette, luogo creativo gestito da un gruppo di amici musicisti ove gli Avion Travel hanno spesso provato, con il contributo del fonico, produttore e musicista Angelo Elle, molto vicino alla band.


Foto

Gli Avion Travel 2018


Peppe Servillo, voce
Mario Tronco, tastiere
Duilio Galioto, piano e tastiere
Peppe D’Argenzio, sax
Ferruccio Spinetti, contrabbasso
Mimì Ciaramella, batteria



​Link utili:
Facebook pagina ufficiale www.facebook.com/Avion-Travel-Pagina-Ufficiale
Biglietti data Milano bit.ly/AvionTravelBiglietti

Share

0 Commenti

6/4/2018

Multi Dimensional Paths - Cronaca di un 22 Marzo impetuoso al Lumière

0 Commenti

Read Now
 
Di Enrico Esposito
Foto
​
​L'apertura è di quelle lecite, dopo il preview targato Acid Brains. In perfetto stile rock di sentenze strette e rigorose. Un fascio evocativo che percorre il proscenio dalla chitarra di Carlo Veneziani, e la voce di Pierpaolo Capofila si prende il tempo migliore per elencare il primo nome: “George Washington” . Il primo Presidente della storia degli Stati Uniti, che ricade pronunciato sottoforma di macigno, seguito dai suoi 43 successori. Eccetto l'ultimo. Non sappiamo perché l’attuale Capo di Stato a stelle e strisce non figuri a completamento della lista che costituisce “The American Dream”, brano che assieme ad altri dieci assembla l'architettura di “You don't exist” (La Tempesta Dischi/ Goodfellas), l'album che ha segnato il ritorno sulle scene degli One Dimensional Man. Una band pionieristica nel panorama indie e rock italiano, un pezzo di storia di oltre vent'anni fa che sorgeva e si cementificava grazie alla franchezza dei testi e alla pioggia di adrenalina scatenata dai suoi musicisti. 

Tre come il basso suonato dal cantante e songwriter Pierpaolo Capofila, la chitarra che da Massimo Sartor è stata ereditata da Giulio Favero prima e Carlo Veneziani poi, e la batteria che da Dario Perissutti è poi passata a Luca Bottiglieri e Francesco “Franz” Valente. Una triade che dal 1995 ad oggi ha conosciuto di tutto. La gavetta a partire dal primo disco omonimo inciso nel 1997 con la Wide Records di Pisa, exploit dell’'album “You kill me” del 2001, gli oltre otto anni di live dentro e fuori dall'Italia, la decisione nel 2005 di Capofila e Valente di impegnarsi in un nuovo progetto, ancora rock, e dal nome evidentemente imbevuto di una connotazione socio-culturale essenziale, ma reso in lingua italiana (e non in inglese come per gli One Dimensional. Nasce così l'era de Il Teatro degli Orrori, e la messa in moto di  un'intensissima attività performativa per Capofila, che celebra il suo estro fervido non soltanto attraverso il Teatro degli Orrori, ma anche percorrendo la penisola con cicli di letture di opere di straordinari uomini d'intelletto e di lotta come Pier Paolo Pasolini, Wladimir Majakovskij e Antonin Artaud. Per gli One Dimensional dunque un lungo periodo Finlandia dal 2004 sino al 2011, anno in cui la band pubblica il suo quinto album “A Better Man”, seguito da un'altra fase di stand-by, che si conclude sul finire del 2016 quando Veneziano e Valente riconducono il loro leader sulla “strada maestra” e scrivono così un capitolo nuovo dell'epopea One Dimensional. 

Dopo aver affrontato un 2017 di allenamento dal vivo, riassaggiando il contatto caldo col pubblico dei clubs e servendo alcune anticipazioni inedite vedi “No Friends” e “Free Sprechi”, a febbraio l'attesa è terminata con l'uscita di “You don't exist”, un manufatto sporco e loquace, che raschia con un diavolo per capello il fondo del caos interiore attuale scagliandosi in un rombante attrito di post-hardcore e punk. Che noi abbiamo avuto la fortuna di vederlo in gran spolvero al Lumière di Pisa il 22 Marzo scorso.

Come detto in apertura, il concerto è stato battezzato dalla traccia più particolare del lotto intero. La meno chiacchierata e sopraffatta dal tornado di confessioni umorali e filosofiche che Pierpaolo Capovilla inietta all'inizio di ogni canzone per coinvolgere i suoi ascoltatori al centro della guerra, che poi è la guerra della vita che tutti stiamo vivendo tra le viscere e stipati nelle strade. Pur tuttavia anche “The American Dream” possiede un sapore incendiario, in maniera crescente bombarda i timpani e popola la mente di immagini molteplici e inquiete, sotto i martellamenti ossessivi della batteria di Franz Valente, una drum-machine umana fuori dalla logica. Nonostante gli anni di separazione l'intesa tra i tre rockers ci appare straordinariamente ben congegnsta da un punto di vista sonoro e interpretativo. Capovilla il capopolo che maneggia la parola con cura nelle liriche scritte di suo pugno e gli scambi di opinioni desiderati con il pubblico e non vede l'ora di condividere le sue opinioni sul mondo, sugli squilibri e le illuminazioni della psiche, e anche il sorso di una buona birra, l'assuefazione al rock e l'abbandono al pogo. Veneziano che si staglia nella sua chioma longilinea, posato e ficcante, Valente nelle vesti di un cyborg inesauribile che rulla che è un piacere. 

Corre velocissima l'ora e mezzo bucata di live che il trio dedica all'esaltazione della tracklist di “You Don't Exist”, patrocinata dai Saccharine Trust (band post-hardcore californiana degli anni '80 per la cover di “We Don't Need Freedom”, e ad alcuni necessari flashbacks, che rispolverano pezzi di metallo dall'alto tasso di violenza e acume che si chiamano “You kill me” e “Tell Me Marie”. I cicli dell'età e le fatiche accumulate diventano linfa potenziata per uno spettacolo impetuoso, che si affanna in cunicoli avvelenati dall'egoismo, dalla mancanza di fiducia, dall’accensione del prodotto umano. Se gli eccessi forniscono una fuga eccitante dallo squallore tangibile, a contare all’esponente sono la riflessione, la coscienza dello status delle cose e la volontà di agire per continuare a sperare seppure in un'utopia perenne.

​Immagini tratte da immagini dell'autore eccetto l'immagine 1 da Facebook di Lumière

Share

0 Commenti

6/4/2018

Selton, Colapesce e Donatella Rettore sono gli headliners del WØM FEST 2018

0 Commenti

Read Now
 
Foto

​​Dopo il grande successo della prima edizione, torna il WØM FEST, tre giorni di musica dal vivo, dal 24 al 26 di maggio nel giardino della cinquecentesca Villa Bottini, nel cuore di Lucca

Sempre alla ricerca degli artisti più rappresentativi della scena indie italiana, il WØM FEST alza l'asticella delle sue proposte e propone per la serata di apertura il sound irresistibile dei SELTON, brasiliani di nascita, ma ormai italianissimi di adozione, COLAPESCE, nome di punta dell' onda cantautorale italiana degli anni '10, che porterà sul palco il suo fortunato ultimo album "Infedele" e DONATELLA RETTORE, raro esempio di cantautrice, nel mondo della Canzone Italiana, che ha saputo coniugare avanguardia e mainstream con ironia e libertà artistica. 

Un ruolo importantissimo lo giocheranno anche le altre band che suoneranno sul palco del WØM FEST, come GENERIC ANIMAL, uno dei progetti emergenti del momento, l'eleganza dei fiorentini LA NOTTE, FRANCESCO DE LEO, il progetto solista del frontman de L'Officina della Camomilla, in questi giorni impegnato con il tour dei BAUSTELLE, e gli indie-hero locali Effenberg, Gionata e Ciulla.

Anche per questa seconda edizione lo scenario in cui si svolgerà il WØM FEST sarà il meraviglioso parco di Villa Bottini, gioiello indiscusso del centro storico di Lucca. Costruita nel XI sec. dalla famiglia Buonvisi e acquistata agli albori dell’ottocento da Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, la villa contiene all’interno del proprio recinto un giardino ricco di fontane, roseti, siepi, alberi e ampie zone verdi che regalano un’esotica sensazione di pace.

Gli organizzatori hanno pensato ad un modo alternativo di interagire con gli utenti del festival.
È possibile fin da ora garantirsi l'accesso al festival, ad una cifra vantaggiosa, prenotando pacchetti speciali in edizione limitata su http://www.eppela.com/wom-fest. 
La pagina verrà costantemente aggiornata e saranno coinvolti anche gli artisti che parteciperanno al festival.

La manifestazione comprenderà anche un mercatino e numerose attività parallele di cui vi informeremo a breve.


​
Giovedì 24 maggio
Selton 
Generic Animal 
+ Effenberg 


Venerdì 25 maggio
Colapesce
La Notte
+ Gionata


Sabato 26 maggio
Donatella Rettore
Francesco De Leo
+ Ciulla


http://www.womfest.it/
http://www.facebook.com/pg/wommovement

Immagini tratte da:
-Immagine 1 gentilmente fornita da A Buzz Supreme
- Galleria da www.repubblica.it, www.rockit.it, www.leggo.it

Share

0 Commenti

6/4/2018

The Zen Circus, “Il fuoco in una stanza”

0 Commenti

Read Now
 
di Alice Marrani
Non è passato poi molto tempo da quando eravamo qui a parlarvi di La terza guerra mondiale (La Tempesta, 2016) eppure il trio toscano, ormai diventato quartetto insieme al Maestro Pellegrini, venerdì prossimo salirà sul palco dell’Estragon di Bologna per il primo concerto del tour di presentazione del nuovo disco Il fuoco in una stanza, uscito lo scorso 2 marzo (Woodworm Label/La Tempesta). ​
Foto
​Se La terza guerra mondiale (La Tempesta, 2016) era uno sguardo alla società e alla contemporaneità senza troppi fronzoli, fra social e punte di cinismo, gli Zen questa volta lasciano lo spritz fra le macerie di una ipotetica guerra e rientrano in casa per guardarsi allo specchio e raccontare, in tredici diversi modi, cosa si può trovare in una stanza dove il “fuoco” può voler dire calore o disastro (o entrambi in alcuni casi). “Parlare degli altri parlando di sé stessi. E viceversa.” per dirlo con le loro stesse parole. Uno sguardo a come ciò che ci circonda e in particolare chi ci è vicino, segna ciò che siamo, entra dentro, modifica, ferisce, pesa, incatena. Nei cinquanta minuti circa di musica contenuti nel disco ricorre la parola “madre”, un ventaglio di emozioni che spazia dall’amicizia alla famiglia, alla solitudine social, al bisogno di identificazione con qualcuno o qualcosa fino a doversi ricordare che in fondo siamo semplicemente tutti umani. Catene, primo brano e primo singolo estratto, inquadra perfettamente il tutto; scritta da Appino di getto dopo un messaggio arrivato dalla madre e aggiunta a disco ormai finito. Non è una novità per loro parlare di questi temi ma forse mai lo avevano fatto con una così densa emotività. Allo stesso tempo non tradiscono il proprio essere: poco sentimentale e frivolo romanticismo e un modo diretto, a tratti aspro, disseminato di rimpianti, sentimenti inespressi, rapporti che rimangono profondi, mondi ideali dove la democrazia è stata abolita e dove ti accorgi che se a vent’anni volevi essere diverso da tutti, a quasi quaranta ti svegli stupito del fatto che assomigli, volente o nolente, ai tuoi genitori. Che ne è stato degli Zen che mandavano “tutti affanculo”? Sono sempre allo stesso posto ma hanno diciotto anni di carriera alle spalle e un numero di candeline sulla torta che si avvicina agli “anta”: l’esperienza cambia il punto di vista e la cura di certi aspetti ma l’anima, quella no.
​Musicalmente è un disco eterogeneo che il gruppo stesso ha dichiarato essere stato lavorato fin da prima dell’uscita di La terza guerra mondiale. Ha ancora senso parlare di svolta pop dopo lo scorso disco e in un momento nel quale l’indipendente e il mainstream si mescolano continuamente portando al successo una volta uno una volta l’altro? Esiste ancora un confine, sotto questo punto di vista, oltre il quale si può parlare di un gruppo dicendo di aver fatto un disco “tradendo se stessi”? Diciotto anni sono un periodo abbastanza lungo in una vita e a maggior ragione in una carriera. Al primo ascolto di Un fuoco in una stanza si sente inequivocabilmente la scia stilistica del disco precedente, basti ascoltare la title track per rendersene conto. Questo si mescola a rock ed echi di recente sapore baustelliano, idee anni ’80, e caratteristiche tipicamente alternative, le voci dei ragazzi e le ragazze del Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno (Sono umano), l’orchestra diretta da Carlo Carcano (presente in quattro di tredici tracce) e il pianoforte di Tommaso Novi che in Caro Luca si intrecciano chiudendo il disco in modo completamente diverso da come era iniziato. In generale molto curato nei suoni, contiene brani che hanno forse il loro luogo ideale più sul palco che in cuffia (La Teoria delle stringhe, Low Cost, Quello che funziona) e altri che invece saranno forse più difficili da replicare live. 
Chi è stato almeno a uno dei loro concerti, sa che sul palco tutto questo si mescola al passato costruendo due ore di live basati su una scaletta che salta su e giù nella linea temporale della loro carriera, accostando cose che sembrano idealmente non avere niente (o comunque poco) in comune. Ma è questo il bello e la loro forza: chi va a un concerto targato The Zen Circus ascolta tutti (o quasi) i The Zen Circus, quelli riflessivi e quelli che mandano tutti “affanculo. Svolte stilistiche o meno, nessuno a fine serata rimane con l’amaro in bocca.
​
Le date del tour:
13-apr Bologna - Estragon
19-apr Milano - Alcatraz
20-apr Venaria Reale (TO) - Teatro della Concordia
21-apr Genova - Supernova Festival
27-apr Firenze - Obihall
28-apr Marghera (VE) - Centro Sociale Rivolta
04-mag Roma – Atlantico
 
Foto tratte da:
Foto di Ilaria Magliocchetti Lombi
Big Time

Share

0 Commenti
Details

    Archivi

    Marzo 2023
    Febbraio 2023
    Gennaio 2023
    Novembre 2022
    Settembre 2022
    Luglio 2022
    Giugno 2022
    Maggio 2022
    Aprile 2022
    Marzo 2022
    Febbraio 2022
    Gennaio 2022
    Dicembre 2021
    Novembre 2021
    Ottobre 2021
    Settembre 2021
    Agosto 2021
    Luglio 2021
    Giugno 2021
    Maggio 2021
    Aprile 2021
    Marzo 2021
    Febbraio 2021
    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Febbraio 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016

    Feed RSS

Contatti:
  • Home
  • Rubriche
  • Cookie
  • Chi siamo