In uscita il prossimo 5 ottobre per BMG la raccolta di oltre trenta brani, con alcuni inediti, che esaltano la voce della cantante britannica.
Ultimate Collection Tracklist
CD1 1. Nine Million Bicycles 2. What A Wonderful World 3. Plane Song 4. The One I Love Is Gone 5. Crawling Up A Hill 6. In My Secret Life 7. The Love I’m Frightened Of 8. Red Balloons 9. Belfast 10. A Time To Buy 11. What I Miss About You 12. Spider’s Web 13. Thank You Stars 14. I Will Be There 15. River CD2 1. The Closest Thing To Crazy 2. Dreams On Fire 3. Wonderful Life 4. If You Are So Beautiful 5. Piece By Piece 6. The Little Swallow 7. Just Like Heaven 8. Call Off The Search 9. The Walls of the World 10. The Flood 11. Tiger In The Night 12. I Cried For You 13. If You Were A Sailboat 14. Where Does The Ocean Go? 15. A Perfect World Bonus Tracks 16. Bridge Over Troubled Water 17. Diamonds Are Forever Fields Of Gold
L'avevamo conosciuta per la prima volta nel 2003. Il suo primo singolo "The closest thing to crazy" lasciò intuire sin da subito che Katie Melua fosse in grado di colpire il pubblico grazie a un suo stile ricercato. Un blues con venature jazz e "intromissioni" pop illuminato da un timbro vocale metodico, sornione, che si sospinge in totale calma durante l'esecuzione delle canzoni sino a disegnare panorami immensi e ricreare atmosfere piene di riflessione. Un tono rasserenante e portatore di sentimenti profondi. Sogni, rivelazioni ma anche malinconie vivono nelle composizioni della giovane artista di origine georgiana, che sin dal suo esordio intitolato "Call off the search" (etichetta Dramatica) si ritaglia uno spazio di rilievo soprattutto sul mercato della Gran Bretagna che l'aveva accolta nel corso dell'infanzia dopo essere sfuggita ai conflitti nella madrepatria e aver trascorso un periodo tempo a Belfast. In tandem con il produttore Mike Batt, Katie debutta con un album coraggioso in virtù delle covers che si leggono all'interno della playlist, tra cui "Crawling up a hill" di John Mayall, "I think it's going to rain" di Randy Newman e "Lilac Wine" di James Shelton. Sulla falsariga di artiste che a lei si avvicinavano per proposta musicale quali Norah Jones, Vanessa Carlton, Sarah Mclacklan, Katie Melua vende 1.2 milioni di dischi in U.K. perché mostra agli ascoltatori un talento sincero, sobrio, sbocciato dopo gli anni di studio alla BRIT School (prestigiosa accademia presso la quale si sono perfezionate altre notevoli cantanti come Imogen Heap, Adele, Leona Lewis) e l'ascolto di grandi voci della scena soul tra cui Eva Cassidy, protagonista della scena di Washington nel decennio tra il 1986 e il 1996, anno in cui morì prematuramente a causa di un melanoma. In "Ultimate collection", la raccolta che Katie Melua pubblicherà quest'anno per celebrare oltre quindici anni di successi, Eva Cassidy viene opportunamente omaggiata dalla sua fan britannica sia attraverso una riproposizione di "Fields of gold", l'hit dei Police reinterpretata dalla stessa Cassidy, che soprattutto nell'emozionante unione delle due voci che da vita alla cover di "What a wonderful world".
Con le sue trentadue tracce "Ultimate collection" ripercorre in lungo e largo la carriera di Katevan, questo il nome originario della cantautrice. Brani contenuti all'interno dei sette album pubblicati in studio, dall'esordio già citato al più recente "In Winter" del 2016, disco autoprodotto. "Nine Million Bicycles", "If You Were A Sailboat", "I Will Be There" sono solo alcuni esempi dell'apprezzata produzione della Melua, che in una doppia veste, da una parte acustica con voce, chitarra e pochi altri strumenti, dall'altra sinfonica in una piacevole elevazione di note e rime, racconta in prima persona "come da tradizione" le impressioni e i pensieri che prendono vita nella sua mente in momenti comuni della giornata, osservando un tramonto oppure al termine di un viaggio in un paese straniero. La mente non può non incontrare le verità o le ipotesi insite nel cuore, il desiderio di interrogarsi sulle domande molteplici avanzate dal mondo e dai fenomeni che lo popolano, dagli esseri che lo abitano. Katie canta il suo mondo, e allo stesso tempo non dimentica di riservare un ampio e magnifico spazio alla musica stessa, cimentandosi con pietre miliari del passato, con conclamati maestri del settore. Da "Wonderful Life" di Black a "Just Like Heaven" dei The Cure, fino a "Fields of Gold" che chiude la scaletta, preceduta da una riproposizione inedita di "Like A Bridge Over Troubled Water" di Simon & Garfunkel e da "Diamonds Are Forever", altra traccia mai pubblicata prima d'ora, scritta dalla stessa cantante e suonata dal vivo per la prima volta da Katie al Don Black Songbook concert alla Royal Festival Hall.
Un'altra prova dell'inconfondibile stile accurato e "lirico" dell'artista inglese, che in "Ultimate Collection" intende concedersi all'ascoltatore nei panni della cantante, della musicista, dell'amante della musica, e rendere grazie a chi ha collaborato al suo fianco e l'ha ispirata. Dopo l'uscita del doppio album prevista per il 5 Ottobre, Katie Melua poche settimane dopo inaugurerà a Stoccolma un lungo tour europeo che la condurrà a esibirsi in ben 13 date in UK, durante le quali saranno presenti musicisti stellari e membri del The Gori Women’s Choir’. Lo show sarà aperto da un set dell’artista Irlandese - Giordana "Keeva".
DATA - STATO/CITTÀ - VENUE
24 Ottobre Swezia, StoccolmaCirkus 25 Ottobre Norvegia, OsloSpektrum 27 Ottobre Danimarca, ArhusMusikhuset 28 Ottobre Danimarca, AalborgAalborg Hallen 30 Ottobre Danimarca, CopenhagenOpera House 31 Ottobre Germania, AmburgoMehr! Theatre 01 Novembre Belgio, BrusselsPalais des Beaux Arts 02 Novembre Olanda, AmsterdamCarre Theatre 04 Novembre Francia, ParigiOlympia 05 Novembre Francia, BordeauxTheatre Femina 06 Novembre Francia, MarsigliaLe Silo 08 Novembre Francia, LioneAmphitheatre 10 Novembre Svizzera, ZurigoHalle 622 11 Novembre Svizzera, GinevraThéatre du Léman 12 Novembre Francia, StrasburgoPalais de la Musique et des Congrès 14 Novembre Germania, MunsterMunsterlandhalle 15 Novembre Germania, WuppertalStadthalle 16 Novembre Germania, MannheimMozartsaal 18 NovembreAustria, BregenzFestspielhaus 19 NovembreAustria, ViennaStadthalle F 21 Novembre Germania, MonacoPhilharmonie 23 Novembre Lussemburgo, EschRockhal 24 Novembre Germania, HannoverKuppelsaal 26 Novembre Germania, FrancoforteAlte Oper 28 Novembre UK, BournemouthPavilion 29 Novembre UK, CardiffSt David’s Hall 30 Novembre UK, BirminghamSymphony Hall 02 Dicembre UK, SalfordLowry 03 Dicembre UK, NottinghamRoyal Concert Hall 04 Dicembre UK, GuildfordG Live 06 Dicembre UK, BrightonDome 07 Dicembre UK, BathForum 08 Dicembre UK, LondraCentral Hall Westminster 10 Dicembre UK, LiverpoolPhilharmonic 11 Dicembre UK, GatesheadSage 12 Dicembre UK, YorkBarbican 13 Dicembre UK, EdinburgoAssembly Rooms
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di Carlo Cantisani ![]()
Non deve essere completamente semplice per una band come gli Alice In Chains restare a galla nella scena musicale contemporanea. E non sono tanti i gruppi che, seppur avendo alle spalle la stessa lunga storia, possono tranquillamente affermare di mantenersi su livelli musicali, se non proprio eccelsi, quanto meno buoni e/o decenti. Rainier Fog, quindi, potrebbe essere visto come un gesto di sfrontata cocciutaggine e anche - e soprattutto - di personale resistenza al passare del tempo. Con buona pace di chi vede le reunion come un’occasione per gli artisti di portarsi a casa un generoso assegno dalla loro etichetta discografica per imbracciare di nuovo gli strumenti. Perché, comunque la si voglia pensare, fare tre dischi “vecchio stampo” come il terzetto post-reunion Black Gives Way To Blue, The Devil Put Dinosaurs Here e quest’ultimo Rainier Fog, avulsi da tutto ciò che la scena continuamente vomita sulle orecchie degli ascoltatori e risplendenti di una luce tutta loro, senza perdere un grammo della propria identità costruita in trent’anni di carriera, è un atto di rispetto e di amore verso la propria musica.
Ascoltando questi tre dischi sembra che il tempo da quel lontano 1995, anno dell’ultimo omonimo full in studio, non sia passato per niente, senza lasciare tracce evidenti. Nonostante la tragedia di due perdite in seno alla band, nonostante i problemi di droga e alcol che chi è rimasto si porta ancora dietro, come un’ombra. E proprio all’omonimo album di 23 anni fa, Rainier Fog rimanda in più di un’occasione. La sua influenza aleggia lungo le dieci tracce del nuovo disco, e chiama in causa anche la produzione discografica solista di Jerry Cantrell, in particolare quel meraviglioso Boogie Depot del 1998 (non a caso molte tracce finite nel disco del chitarrista erano state scritte all’epoca per l’omonimo del ‘95). Un riallacciare vecchi discorsi, un mezzo ritorno a casa: ‘mezzo’ perché, volenti o nolenti, il grunge, gli anni ’90, le camicie di flanella e tutto l’immaginario che quell’epoca ha costruito intorno ai suoi protagonisti non potranno essere rimessi in piedi, mai più. E di questo sono consapevoli in primis proprio gli Alice In Chains, proprio coloro che, insieme a tanti altri, hanno contribuito al mito, a tramandarlo e alla sua (auto)distruzione. È nel vuoto lasciato dall’altra metà che si può porre il lavoro degli Alice In Chains (versione 2.0? Un po’ esagerato forse) attuali e della loro ultima opera. Rainier Fog conferma ciò che molti avevano cercato - in cuor loro e disperatamente - di scongiurare sin da quella specie di ottimo “reboot” del 2009: la pedissequa riproposizione di ciò che fu un tempo e che ora non potrebbe, per forza di cose, più essere. La forza di questi Alice In Chains sta proprio in ciò, nel suonare familiari come sempre ma senza essere la copia sbiadita e posticcia della band di Facelift, Dirt e Jar of Flies. Conseguire quest’obiettivo per la terza volta, dopo essere stati assenti dalle scene per tanto tempo, è già grandioso di per sé. Se poi ci mettiamo delle canzoni che nulla hanno da invidiare ai classici del gruppo per impatto, melodia, coinvolgimento e, in generale, scrittura, allora si è di fronte, forse, a qualcosa di unico. Per chi idolatra i ‘90s del grunge si potrebbe tirare in ballo il fatto che buona parte di Rainier Fog sia stato registrato nella loro Seattle, presso gli Studio X, oltre che nello studio privato di Cantrell. Si potrebbe, ma questo riguarderebbe sempre e solo quella solita narrazione che tira in ballo il passato solo quando fa comodo per idolatrarlo. Basta parlare di grunge, fenomeno dai contorni poco definiti, calderone nel quale è stato gettato dentro tutto e di più e che, a parte qualche notevole eccezione (Melvins su tutti), dal punto di vista musicale è stata una corrente molto passatista. Gli Alice In Chains, ormai, sono solo gli Alice In Chains: consapevoli del loro passato – come ad esempio fanno nella title-track, dove tributano la vecchia scena della loro città – e ben piantati nel presente, grazie a un cantante e chitarrista, William DuVall, che, come già dimostrato nei due dischi precedenti, non tenta mai, neppure per un secondo, di imitare QUELLA voce e QUELLA STESSA delicata disperazione. Un omofono, com’è giusto che sia per non perdere una parte assolutamente fondamentale dello stile Alice In Chains, ma non di certo una copia. A tutto il resto pensa Jerry Cantrell, un chitarrista ancora oggi troppo sottovalutato. Un uomo che, in disparte e senza fare tanto clamore, sembra essere devoto in tutto e per tutto alla sua band. In ogni riff e in ogni assolo degli Alice In Chains post-reunion si può percepire la stessa atmosfera, ora cupa, ora delicata e malinconica, di un tempo, ma con in più una spiccata maturità. La consapevolezza, forse, di chi ne ha passate tante, troppe, e che sa che l’unico modo rimastogli per esorcizzare tutta questa dannata storia è attraverso la musica. In Rainier Fog, infatti, il lavoro di chitarra è tremendamente certosino, mai esagerato e lasciato al caso. La strumento di Cantrell scava nei pezzi come un artigiano nella pietra e nel legno, come nella pesante e quasi metal Red Giant, con quella tipica cadenza lenta, dondolante, strascicata e piena di blues come in Drone, o, ancora, come il riffing più aperto e diretto, tipicamente rock, della title-track. Neanche la produzione aggiornata ai tempi, che rischia in alcuni frangenti di avvolgere l’album in una patina troppo fredda, riesce a scacciare quel retrogusto psichedelico e acido che ha sempre accompagnato il suono della sua chitarra. Cantrell, che canta anche in molti pezzi insieme a DuVall, crea quel giusto ambiente dove far risuonare appieno la sua voce e quella del suo compagno di band, quest’ultimo vero e proprio asso nella manica del gruppo, lasciando anche adeguato spazio alla sezione ritmica di Mile Inez e Sean Kinney, come al solito robusta, compatta e grezza il giusto. Grazie a questi elementi, Ranier Fog fila via tutto d’un fiato senza neanche accorgersene, arrivando alla fine dove ad attendere c’è il terzetto costituito da So Far Under, Never Fade e All I Am, probabilmente i pezzi migliori del disco. In generale, però, si percepisce come tutti i brani cavalchino la stessa linea d’onda rispetto a The Devil Put Dinosaurs Here, dove sono presenti pezzi come Hollow o Stone e dove era più facile affezionarsi a un brano rispetto a un altro; inoltre non gode dell’effetto sorpresa di cui invece ha beneficiato Black Gives The Way To Blue al momento della sua uscita. Ma è anche vero che la forza di Rainier Fog sta nella sua compattezza: si preme play e non lo si toglie più se non quando si arriva alla fine, assicurandosi ripetuti ascolti. E alla fine, riuscire a farsi ancora ascoltare e amare nel 2018, per una band di lunga data come gli Alice In Chains, non è un dato per niente scontato. Il mestiere, quando è accompagnato dalla credibilità, paga, riuscendo a convincere anche i più scettici. Alice In Chains – Rainier Fog (BMG, 2018)
Immagine tratta da: soundlab.com Dal 28 al 30 settembre, nella Fortezza da Basso (Pad. Spadolini), gli spettacoli del Festival del libro di Firenze. Cantautorato italiano, jazz e dj set internazionali. Firenze Libro Aperto cala il suo mix di spettacoli che andranno ad impreziosire il programma di incontri d’autore dal 28 al 30 settembre alla Fortezza da Basso di Firenze. Il via con Stefano Bollani Piano solo (anteprima Festival) il 26 settembre (ore 19). Più che un tradizionale concerto al pianoforte, è un omaggio all’arte dell’improvvisazione. Nel momento in cui Stefano Bollani sale sul palco per il suo one man show, tutto può accadere. Non esiste nessuna scaletta, nessun programma di sala a cui aggrapparsi per seguire il succedersi dei brani. Lo spettatore è trascinato in un’avventura ogni sera diversa, un viaggio a perdifiato attraverso orizzonti musicali solo apparentemente lontani. Si può passare così da Bach ai Beatles, da Stravinskij ai ritmi brasiliani, con improvvise incursioni nel pop o nel repertorio italiano degli anni Quaranta. In questo vero e proprio flusso di coscienza musicale, il riso e l’emozione si mescolano. Si prosegue con Francesco Tricarico (venerdì 28 dalle 20 alle 21.30) con “Il Millennio è maggiorenne” in cui il cantautore milanese presenta un nuovo concerto, all'interno del quale ripropone tutti i suoi successi rivisitati in chiave elettroacustica, arricchiti da incursioni teatrali e coronati da inedite involuzioni strumentali col piano di Michele Fazio. Sempre venerdì 28 settembre alle 21.30 Roberto Vecchioni con La vita che si ama tour; 45 anni di successi per ripercorrere i ricordi e le speranze del poeta della musica italiana. Dalle 22.30 sarà Francesco Motta, Targa Tenco per la migliore opera prima, il protagonista di un concerto intenso e tormentato, centrato sul suo nuovo album. A chiudere il venerdì di Firenze Libro Aperto il Dj set di Leeroy Thornhill, l’ex membro dei The Prodigy (dalle ore 00.30). Gli appuntamenti con gli spettacoli di Firenze Libro Aperto proseguono sabato 29 settembre con i Modena City Ramblers (dalle ore 21) con un live in cui la storica folk band emiliana proporrà alcuni brani estratti dall’ultimo album, alternati a dei loro grandi classici. A seguire (ore 22.30) i Bud Spencer Blues Explosion che arrivano a Firenze a conclusione del tour estivo in supporto all'album "Vivi muori blues ripeti". Fine serata a partire dalle 00.30 con il set “Late in FLA” del dissacrante Dj Claptone. Domenica 30 settembre la scena sarà per la voce di Ginevra di Marco (inizio ore 20) che in occasione degli 80 anni dalla nascita di Luigi Tenco, sarà l’interprete speciale dei brani del celebre cantautore nella nuova produzione in prima assoluta firmata Nuovi Eventi Musicali. Info e biglietti: Stefano Bollani 15 € e consentirà l'ingresso al Festival anche per la giornata di venerdì 28 Settembre, prima data ufficiale di Firenze Libro Aperto. Purché si entri prima delle 14.30. Per tutti gli altri concerti occorrerà acquistare il biglietto di Firenze Libro Aperto per la giornata. Ingresso 10 euro. Dj Claptone ingresso 10 euro ticket in cassa. Prevendite presso tutti i punti vendita Box Office e Ticketone sul territorio nazionale. Informazioni: info@firenzelibroaperto2018.it - segreteria@firenzelibroaperto.it tel. +39 055 584378 Immagini tratte da pagina facebook Firenze Libro Aperto ad eccezione di Immagine 4 tratta da www.bibazz.it Con la Conferenza Stampa di martedì 18 settembre che ha visto la presenza del Direttore Artistico Carlo Boccadoro, del Direttore della Normale, Vincenzo Barone, del Presidente della Fondazione Pisa Claudio Pugelli e del Presidente della Fondazione Teatro di Pisa Giuseppe Toscano, si è alzato il sipario sulla nuova stagione dei Concerti della Scuola Normale di Pisa. Il Direttore artistico Carlo Boccadoro ha presentato con dovizia di particolari la serie di ventitré appuntamenti inseriti all'interno del cartellone 2018/2019, che da ottobre a giugno offriranno al variegato pubblico (la presenza giovanile è in aumento) spettacoli distribuiti tra la sede della prestigiosa università (Palazzo Carovana), le Chiese di Santa Caterina di Alessandria e Santo Stefano dei Cavalieri e il Teatro Verdi. Alla ricerca di una conferma e allo stesso tempo di un consolidamento dell'entusiasmante successo dell'edizione precedente (che ha visto il pubblico raddoppiare rispetto al 2016), la 52a stagione concertistica della Normale porrà al centro della scena come strumento principale, il pianoforte, che sarà protagonista in performance soliste, di ensemble, e inoltre di performance "a quattro mani". Per sottolineare sin da subito l'importanza di primo piano riservata a questo strumento, il primo concerto in programma vedrà esibirsi il 18 ottobre sul palcoscenico del Teatro Verdi Andrea Luccherini, pianista di fama internazionale, in un omaggio a Franz Schubert e a Jorg Widmann, uno dei maggiori compositori viventi. Passato e presente, straordinari maestri della tradizione della musica classica e grandi interpreti della scena attuale dunque, secondo una commistione piuttosto che una dialettica, che come negli anni scorsi costituirà un altro tratto caratterizzante dell'intero programma. Il pianoforte dunque come "attore" di spicco di un'offerta musicale che attraverserà trasversalmente il millennio scorso, spaziando dal Barocco al Romanticismo sino ad arrivare al Novecento e alla musica improvvisata odierna. Pietre miliari di Paganini, Beethoven, Mozart, Haydn, Ravel, Debussy sono solo alcune delle magnifiche opere che verranno eseguite da interpreti italiani e stranieri di lunga e recente formazione. Pianoforte e percussioni si uniranno armoniosamente nell'esibizione del collettivo Le Quatuor Makrokosmos, che sul palcoscenico del Teatro Verdi l'11 dicembre offriranno al pubblico un saggio del loro innovativo stile. Il 19 febbraio all'interno della medesima location, accompagnato dal violoncello di Luigi Piovano, Sir Antonio Pappano, eminente pianista insignito di riconoscimenti sia da parte della Regina d'Inghilterra che dello Stato italiano, presenterà al pubblico un repertorio incentrato su Brahms e Michele Dall'Ongaro, compositore romano nato alla fine degli anni Cinquanta. Sempre al Teatro Verdi, nella serata del 14 maggio 2019 i riflettori si accenderanno sul concerto per i sessant'anni di attività del duo costituito da Bruno Canino e Antonio Ballista, che in un'esclusiva performance di pianoforte a quattro mani, daranno vita ad un' affascinante retrospettiva su Liszt, Ravel, Stravinskij. Appuntamento con il pianoforte solista di Roberto Prosseda, giovane musicista originario di Latina, il 28 maggio ancora al Verdi, per una session integralmente dedicata ai Lieder di Mendelssohn. Direttori d'orchestra apprezzati in tutto il mondo ritorneranno a "concedersi" agli spettatori pisani in una veste talvolta sorprendente. Dal Maestro Salvatore Accardo, che dirigerà l'Orchestra della Toscana e riserverà anche uno spazio al suo violino, al giovane Maxime Pascal, che "guiderà" l'Ort in una speciale revisione de "Il borghese gentiluomo" con la partecipazione di Peppe Servillo in qualità di voce narrante. Il violino di Francesca Dego, una delle migliori esponenti dello strumento, il contrabbasso di Ares Tavolazzi, musicista a tutto tondo che nel corso della sua carriera ha collaborato con eccellenti cantautori italiani, e la chitarra di Michele Segre, poliedrico purista delle sei corde, porteranno in scena virtuosismi di alta levatura, come il Trio Sur, che regalerà un viaggio interamente calato nelle profondità della musica mediterranea in un appuntamento ad hoc nell'ambito della rassegna di successo Scatola Sonora. Immagini tratte da: - Immagine 1 da pagina Facebook de "I concerti della Normale" - Galleria da foto dell'autore
La superstar internazionale Ed Sheeran ha annunciato oggi nuovi concerti e date all’interno di festival in tutto il mondo, che fanno seguito al tour negli stadi in Sud Africa previsto per marzo e già sold-out.
Il cantautore inglese farà tappa in Italia con tre grandi concerti: si esibirà infatti come headliner della seconda giornata del festival Firenze Rocks il 14 giugno alla Visarno Arena, a cui faranno seguito due show rispettivamente allo Stadio Olimpico di Roma il 16 giugno e allo Stadio San Siro di Milano il 19. I nuovi concerti lo vedranno impegnato a maggio, giugno, luglio e agosto dell’anno prossimo con date in Francia, Portogallo, Spagna, Germania, Austria, Romania, Repubblica Ceca, Latvia, Russia, Finlandia, Danimarca, Ungheria e Islanda prima di culminare con quattro show nella sua terra natale, la Gran Bretagna, a Leeds (West Yorkshire) il 16 e 17 agosto presso il Roundhay Park e a Ipswich (Suffolk) il 23 e 24 agosto presso Chantry Park. Per quanto riguarda i concerti italiani, i biglietti per lo show a Firenze Rocks saranno disponibili in anteprima tramite l’APP ufficiale del festival dalle ore 11.00 di lunedì 1 ottobre, con messa in vendita generale a partire dalle ore 12.00 di martedì 2 ottobre su www.ticketmaster.it,www.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati. I biglietti dei concerti di Roma e Milano, invece, saranno disponibili per l’acquisto a partire dalle ore 11.00 di giovedì 27 settembre sempre su www.ticketmaster.it, www.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati. Attualmente impegnato nella leg nordamericana del suo “Divide” Tour negli stadi, Ed non è soltanto uno dei cantanti di maggior successo di sempre a livello mondiale, ma è anche uno tra i migliori performer. Durante i suoi concerti in Gran Bretagna quest’estate, Ed ha suonato e cantato per oltre 1 milione di persone, con 4 show al Wembley Stadium di Londra (si tratta del più grande tour solista, senza band, di tutti i tempi in UK). Il prossimo anno Ed Sheeran ritornerà nella sua terra natale per quattro grandi concerti che si svolgeranno nell’arco di due week-end. Ed Sheeran – l’artista di maggior successo nel mondo nel 2017 (IFPI) – ha rilasciato il suo terzo album in studio ‘÷’ nel marzo del 2017 (vincitore del Grammy Award). Voce e autore di una generazione, Ed ha continuato a dominare le chart in tutto il globo con oltre 15,5 milioni di copie vendute del disco (in Italia è stato certificato 5 volte Platino). Dall’album sono stati tratti i singoli “Shape of You” (certificato Diamante in Italia e canzone con più stream in assoluto su Spotify), “Castle on the Hill (certificato 3 volte Platino nel nostro Paese)”, “Galway Girl” (4 volte Platino), “Perfect” (7 volte Platino) e “Happier” (certificato Platino). L’album di debutto di Ed Sheeran, ‘+’ (Plus), è uscito nel 2011 e ha venduto 10 milioni di dischi (il disco contiene il suo primo singolo “The A Team”, certificato Platino). Nel 2014 il cantautore inglese ha pubblicato il suo secondo disco ‘x’ (Multiply), che include la smash hit globale “Thinking Out Loud” (6 volte Platino) e il brano “Photograph” (5 volte Platino). ‘x’ si è piazzato al primo posto delle classifiche di tutto il mondo ed è stato classificato dalla Official Charts Company come uno dei dischi più venduti di tutti i tempi (il disco è ora certificato 90 volte Platino e ha venduto oltre 16 milioni di copie nel mondo). L’artista è stato insignito del prestigioso premio MBE per i servizi prestati in ambito musicale e di volontariato alla fine del 2017. Durante la sua carriera ha vinto, tra gli altri premi, 4 Grammy Awards, 4 Ivor Novello, 5 BRIT Awards e 6 Billboard Awards. DATE PREVISTE NEL 2019 E PRECEDENTEMENTE ANNUNCIATE 23 Marzo Johannesburg, Sud Africa FNB Stadium *SOLD OUT* 24 Marzo Johannesburg, Sud Africa FNB Stadium *SOLD OUT* 27 Marzo Cape Town, Sud Africa Cape Town Stadium *SOLD OUT*
SECONDARY TICKETS Ancora una volta Ed e il suo team prendono provvedimenti per contrastare la rivendita secondaria di biglietti. Tutti i promoter invitano gli acquirenti ad acquistare i biglietti solo sui siti ufficiali presenti su Edsheeran.com e ricordano che Viagogo.com e altre piattaforme di rivendita secondaria non sono siti ufficiali. Per qualunque problema a riguardo, si consiglia di consultare FanFair Alliance su http://bit.ly/2sG24Er I promoter e le biglietterie autorizzate monitoreranno le transazioni online per identificare i compratori che contravverranno ai termini e alle condizioni della vendita dei biglietti di Ed Sheeran ed i cui ordini d’acquisto saranno immediatamente annullati. Per maggiori informazioni sull'argomento https://www.livenation.it/news?id=1216389
SI ESIBIRANNO NELLA GIORNATA DI
DOMENICA 16 GIUGNO 2019 ALLA VISARNO ARENA DI FIRENZE CON UN’UNICA IMPERDIBILE DATA ITALIANA Biglietti disponibili in anteprima tramite APP ufficiale di Firenze Rocks a partire dalle ore 11.00 di martedì 2 ottobre 2018; biglietti in vendita generale a partire dalle 12.00 di mercoledì 3 ottobre.
THE CURE sono i primi headliner annunciati dell’edizione 2019 di FIRENZE ROCKS!
La band inglese salirà sul palco della Visarno Arena nella giornata di domenica 16 giugno per un unico grande concerto in Italia. I biglietti per la giornata di domenica 16 giugno del festival, prodotto e organizzato da Live Nation Italia, saranno disponibili in anteprima esclusiva tramite l’APP ufficiale di Firenze Rocks a partire dalle ore 11.00 di martedì 2 ottobre 2018; la messa in vendita generale dei biglietti partirà invece dalle ore 12.00 di mercoledì 3 ottobre su www.ticketmaster.it, www.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati. THE CURE sono una delle band inglesi più iconiche del globo. Formati a Crawley nel Sussex (Inghilterra), i THE CURE si sono esibiti per la prima volta nel 1978. Ad oggi hanno tenuto oltre 1.500 concerti in tutto il mondo, pubblicato 13 album in studio, diversi film-concerto, live-album, oltre 40 singoli, due box set ed alcune compilation. Il loro nuovo disco – ancora senza titolo – è previsto per il 2019. Il loro album di debutto, intitolato “Three Imaginary Boys”è stato pubblicato nel 1979. Uno dei loro dischi di maggior successo è la raccolta “Greatest Hits”. Tra i loro singoli entrati a far parte della storia della musica si ricordano le hit Boys Don’t Cry, A Forest, The Lovecats, Inbetween Days, Close To Me, Just like Heaven, Lullaby, Lovesong, High, Friday I’m in Love, Wrong Number e The End of the World.
A luglio i The Cure hanno tenuto un grande concerto per celebrare 40 anni di carriera di fronte a 65.000 persone accorse a Hyde Park a Londra. Il concerto è stato definito dalla critica come “uno dei loro migliori show”.
Nel corso della loro carriera, i The Cure hanno cambiato 13 membri. La formazione attuale vede sul palco Robert Smith (voce e chitarra), Simon Gallup (basso), Jason Cooper (batteria), Roger O’Donnell (tastiere) e Reeves Gabrels (chitarre). Con i The Cure il FIRENZE ROCKS svela i suoi primi headliner e scalda i motori per quella che si configura come un’edizione ricca di sorprese e novità, che non potrà che far felici tutti gli amanti della grande musica internazionale. In scena dal 13 al 16 giugno 2019 alla Visarno Arena di Firenze, il festival, giunto alla sua terza edizione, si prepara a bissare il successo delle annate precedenti che hanno visto convogliare oltre 350.000 spettatori giunti da tutto il mondo e portato sul palco stelle del calibro di Guns ‘N’ Roses, Aerosmith, Eddie Vedder, Foo Fighters, Ozzy Osbourne, Iron Maiden e System of A Down. Immagini tratte da: - Immagine 1 da paginafacebook ufficiale di Firenze Rocks - Immagine 2 da rollingstone.it 14/9/2018 Metarock 2018, 33esima edizione - Sabato 15 settembre è la volta dei Fiore sul VulcanoRead Now
di Enrico Esposito
Sabato 15 Settembre ore 21:30
Teatro Nuovo — Pisa INGRESSO GRATUITO
Fiore sul Vulcano è un collettivo di artisti fiorentini (Dri, La Canaglia, Cosimo Malamadre, Zeronauta, Frigo) nato nel 2015, che si occupa anche di produzione musicale ed organizzazione eventi. Conosciamoli meglio!
Dri Nato nel 1994 e cresciuto a Bergamo. Nel 2010 prende in mano una chitarra e comincia a scrivere canzoni, senza sapere bene il perché. Nel 2013 si trasferisce a Firenze per motivi di studio e ottenuta l’agognata laurea in lettere moderne, a febbraio 2017, si dedica interamente alla lavorazione del suo primo album, "Ritagli di giornate", scritto, suonato e arrangiato da dri; prodotto, mixato e masterizzato da Giovanni Mazzanti (Amarcord, Lefebo, Zeronauta). Uscito il 13 maggio 2018, l’album è stato presentato in acustico in una trentina di date chitarra e voce tra Toscana e Lombardia. La Canaglia La Canaglia nasce nel 2013 dall'incontro di Michelangelo Goriupp con sé stesso. Negli anni si avvicendano nella band numerosi musicisti, fino ad arrivare alla formazione attuale di cui entrano a far parte in pianta stabile Lorenzo Ferrara e Daniele Bernabò. Si può definire La Canaglia un progetto cantautoriale con venature pop/rock ma per essere più precisi ci piace definirci con l'etichetta di pop-amaro. L'obiettivo è quello di esprimersi attraverso i mezzi della moderna canzone pop utilizzando moduli originali e talvolta malinconici con un'attenzione particolare alla scrittura dei testi. La Canaglia è attiva dal 2013 a Firenze, dove si è esibita in tutte le peggiori sale da concerto e dove ha fondato nel 2015, insieme ad altre realtà fiorentine, l'associazione “Fiore sul vulcano” che condivide con il gruppo la volontà di risvegliare in città la passione verso lo spettacolo live, verso la canzone italiana e verso un ascolto consapevole e mai passivo. Nel 2016 esce il primo EP della band "Il colpo di Venere" con il quale partecipa e vince il bando Toscana 100 band, attraverso il quale riesce a produrre il suo primo album "Bitterpop", in uscita nel Giugno 2017. Cosimo Malamadre Chitarrista e cantautore fiorentino classe 1993. Comincia a suonare a sedici anni con la band Mes Amis; con questa formazione è protagonista di più di 200 concerti e produce 3 demo sotto la produzione di Massimiliano Agati, Samuele Cangi (Passogigante, Manitoba, Handlogic) e Matteo Marliani (Boomker SoundStudio). Nel 2015 è tra i fondatori del collettivo Fiore sul Vulcano, con il quale intraprende un percorso intenso di organizzazione concerti e produzione musicale. Nasce nel 2016 il sodalizio con Giovanni Mazzanti (Amarcord, Lefebo, Zeronauta) con cui co-produce il primo album solista, in uscita nel 2019. Dal 2018 collabora con la crew di artisti visuali fiorentini “Los Nuevos Barbudos”. Zeronauta Zeronauta è un progetto nato a Firenze nei primi mesi del 2015. Il nucleo originale è composto da Giacomo Aiolli, Gregorio Serni e Simone Fallone (tutti classe 93), già compagni in progetti precedenti, ma la nuova formazione si completa con l'arrivo di Dario Valoti, il più giovane dei quattro (classe 97). A novembre 2015 esce il primo EP "T!lt", seguito da una serie di concerti a Firenze e dintorni. Nel 2016 inizia la collaborazione con Giovanni Mazzanti, che porterà alla realizzazione del primo album, “Controluce” (La Clinica Dischi), uscito nell'Aprile del 2017. Nel 2017 continua l'attività live, che si espande anche al di fuori della Toscana (Combo, Marea Festival, Mengo Music Fest, Seppio Rock Festival...). Frigo I FRIGO nascono a Firenze nel 2011, composti da Tony (voce), Paolo (chitarra e synth), Elia (basso) ed Enzo (batteria). Nel 2015 esce Donsusai, primo LP che pone le basi del loro cantautorato electro-pop. Nel 2016, grazie alla vittoria al concorso Toscana 100 band, registrano il loro secondo LP, prodotto e mixato da Pietro Paletti (Foolica, Sugar Music) e da Francesco Felcini, in uscita con La Clinica Dischi. Uno dei singoli dell'album, Via de' Bardi, ottiene nel 2017 la menzione della giuria al premio Ciampi. Da sempre impegnati in un'intensa attività live, hanno diviso il palco con Elio e le Storie Tese, Meg, Aucan, Marta Sui Tubi, Piotta, NoBraino, Lo Stato Sociale. Immagini tratte da https://www.facebook.com/events/950303501836454/ 14/9/2018 Lemandorle: “Per un album è ancora presto”. Il nuovo EP e le prossime date del tourRead Now
di Alice Marrani
Dopo cinque singoli usciti dal 2016 e un’estate in compagnia dell’ultimo Gelato colorato, Lemandorle torna con un nuovo EP uscito il 7 settembre. Per un album è ancora presto (INRI/Sony Music Italy), come dice ironicamente il titolo, non è ancora un disco ma per la prima volta riunisce tre inediti in una sola uscita. Le atmosfere sono quelle del cantautorato misto a pop elettronico che hanno regalato a Lemandorle un salto in cima agli ascolti dell’universo indie pop italiano degli ultimi anni. I tre “Marta”, “Adesso” e “Se tu ti prendi” tornano a raccontare le sfaccettature di ritratti giovanili con un sottofondo di contraddizione, di ansia del cambiamento, un’atmosfera malinconica e un’anima nostalgica verso un passato ideale fatto di poster attaccati in camera e canzoni ascoltate immaginandosi un futuro diverso. Il duo Lemandorle ha esordito nel 2016 con Le Ragazze conquistando Radio DeeJay e altre radio nazionali. Ha continuato in questi due anni a crearsi uno spazio nella scena pop italiana a suon di singoli e milioni di ascolti: con Ti amo il venerdì sera sono finiti, nel 2017, sulla copertina della playlist “Indie Italia” di Spotify e con San Jupitero in quella “Viral 50” nello stesso anno. Il successo è cresciuto nel 2018 con Le 4 e Gelato Colorato. Quest’ultimo li ha accompagnati in un tour pieno di concerti, dritti verso il nuovo “Per un album è ancora presto”. Ad accompagnare la nuova uscita, dopo le date estive, un tour in continuo aggiornamento che il 28 settembre si fermerà sul palco del Lumiere di Pisa. Le date del tour: 15 settembre - Tendenze Festival - Piacenza 21 settembre - Fiorachella Festival - Fiorano Modenese (MO) 22 settembre - Pindarock - Pescara 28 settembre - Lumiere Club - Pisa 3 ottobre - CerebrationFest - Padova 12 ottobre - Wasabi Club - Parma 2 novembre - Pop Festival – Pordenone Immagini tratte da: www.metatronegroup.com
di Enrico Esposito
Vengono da un paesino di poco meno di quattromila anime molto gradito a Babbo Natale. Con una distesa che raggiunge i 27 acri (109.000 m), il Bronner's Christmas Wonderland è uno dei centri di vendita al dettaglio più grandi del mondo e rappresenta, insieme alle corpose cene in famiglia a base di pollo, il motivo di vanto della piccola Frankenmuth, dedita all'agricoltura e immersa tra le verdi radure del Michigan. I fratelli Kiszka sono nati e cresciuti nelle campagne di Frankenmuth, a stretto contatto con la genuinità della natura e l'umiltà della gente, componenti fondamentali nella loro formazione di uomini e di appassionati alla musica e alle altre arti. I gemelli ventiduenni Josh e Jake e il fratello minore Sam Kiszka, di appena diciannove come Danny Wagner, l'amico di lunga data con cui hanno dato vita nel 2012 a una band dal sound "puro", privato della folla di distorsioni attuali, che ricorda certi Led Zeppelin anche per questo, e non solo per lo strabiliante timbro di Josh come la pensano sempre più persone: i Greta Van Fleet.
Josh, Jake e Sam sono stati immersi appieno nella musica da sempre, dal momento che hanno un padre musicista, appassionato di blues, folk e rock'n'roll. Da piccoli hanno fatto presto la conoscenza di Willie Dixon, John Lee Hooker, Joe Cocker, Janis Joplin, Deep Purple, grazie ai vinili dei loro genitori, rimanendo folgorati dall'alta energia trasmessa da questi generi musicali. Parallelamente alla passione per il cinema, la letteratura e il teatro, i tre fratellini hanno deciso di riversare la devozione alla musica nello sviluppo di un proprio progetto, al cui interno Josh è diventato il cantante, Jake il chitarrista e Sam il bassista. Danny Wagner è arrivato nel 2013, un anno dopo la fondazione, al posto di Kyle Hauck, al quale tuttavia è legato l'aneddoto relativo alla scelta del nome della band. Greta Van Fleet è infatti tratto da Gretna Van Fleet, nome e cognome di un'arzille vecchietta di Frankenmuth, batterista in un complessino polka, della quale Hauck aveva sentito parlare da suo nonno al termine di un pranzo tra loro due. Nonno Hauck aveva infatti "scaricato" rapidamente il nipote davanti al garage che fungeva da sala prove per la band, perché aveva fretta di andare a tagliare del legno per la signora Van Fleet. La storiella aveva talmente divertito Hauck e i Kiszka al punto da considerare e alla fine scegliere "Greta van Fleet", con l'eliminazione della "n", come appellativo ufficiale della band in vista della loro prima grande esibizione pubblica. Il nome Greta Van Fleet non solo non è stato più cambiato, ma è diventato col passare del tempo un elemento di fortissima empatia nelle dinamiche del gruppo e nel rapporto con i fans. Sotto la benedizione della Gretna Van Fleet originale, che ha saputo dell' "espropriazione" a giochi già fatti, ma ha reagito nel migliore dei modi: una grassa risata e la benedizione ai quattro ragazzi.
Da allora i Greta hanno cominciato a dedicarsi alla loro carriera con dedizione e volontà, scrivendo numerosi brani tra cui emersero tra il 2013 e il 2014 "Cloud town", "Standing Town" e "Highway Tune". Del primo come di altre tracce ("Thunder Stop", "By the Riverside", "Down to the River") pubblicate all'epoca non si ha purtroppo più traccia oggi. Lo stesso discorso vale per "Standing Town", che venne selezionata per la pubblicità della concessionaria Chevy Equinox nell'area di Detroit, e raggiunse un discreto successo di vendita. "Highway Tune" ha invece ottenuto una fortuna ben diversa nel 2016, quando è stata utlizzata all'interno della colonna sonora del telefilm "Shameless", e ha consentito di salire alla ribalta. Il brano in questione è infatti divenuto il primo singolo pubblicato dai Greta su iTunes nel marzo del 2017, anticipando l'uscita della prima raccolta, l'Ep "Black Smoke Rising", avvenuta il 21 aprile dello stesso anno con l'etichetta Lava/Republic. Il quartetto del Michigan ha così avuto la chance di esportare nel resto degli States e del pianeta la particolare verve che caratterizza il loro approccio alla musica, la sua espressione e infine la perfomance dal vivo davanti al pubblico. Ascoltando la già citata "Highway Tune", così come "Safari Song", si notano senza difficoltà alcuni marchi di fabbrica della band. L'attacco blues in sordina della chitarra, i cori in stile folk, il crescendo poderoso del ritmo in sintonia con la potenza esplosiva della voce di Josh, che talvolta non da punti di riferimento e giunge a deflagrare all'improvviso. L'accostamento con il timbro di una leggenda che si chiama Robert Plant è pressocché naturale, e lo stesso Robert, chiamato in causa, non ha potuto fare a meno di ammettere la bravura di Kiszka, poco dopo aggiungendo ironicamente di odiarlo. Il 2017 si afferma come l'anno della svolta per i Greta Van Fleet. "Black Smoke Rising" ha trainato la band in testa alle stazioni rock Billboard US, e a novembre, durante il tour di supporto ai The Struts, è stata annunciata la pubblicazione del doppio Ep, "From the Fires", che ha svelato quattro tracce nuove di zecca, tra cui due covers, "A Change Is Gonna Come" e "Meet on the Ledge" di Richard John Thompson. Un attestato ulteriore di uno stile hard - rock prevalente, sulla cui salda base si collocano i rimandi agli altri generi e i musicisti hanno modo di esternare i diversi ascolti cui si prestano, dei quali fanno parte anche melodie provenienti dall'Africa e dal Sud America. Nel 2018 i Greta Van Fleet sono sbarcati in Europa, rendendosi protagonisti dell'apertura di concerti di artisti del calibro di Nikki Sixx, Justin Bieber, e Elton John, special guest nella performance della loro "You're The One". In questi mesi estivi hanno interrotto il tour, che riprenderà il 27 ottobre a Bruxelles, per dedicarsi alla messa a punto del loro primo atteso album, che ha già un nome e una data di rilascio. Si chiamerà "Anthem of the Peaceful Army" e vedrà la luce la luce il prossimo 19 ottobre, anticipato dai singoli "When the Curtain Falls" e la freschissima "Watching Over" (ha fatto la sua comparsa su Youtube nella giornata di ieri). Per il momento non sono previste date italiane della band, ma l'impressione è che il 2019 riserverà piacevoli sorprese. Nel frattempo i Greta proseguono il loro percorso di successo conservando l'umiltà che hanno imparato dai loro concittadini di Frankenmuth, come hanno dichiarato in un'intervista a Huffington Post, e invitando i loro supporters ad abbracciare e urlare ad alta voce il credo "Love, Peace, Unity". Energia pura, venerazione per il rock e rimboccarsi le maniche. Oh cara Greta Van Fleet, questi marmocchi sanno il fatto loro. Immagini tratte dalla pagina facebook ufficiale della band 7/9/2018 Tornano i concerti dell’Orchestra da Camera Fiorentina - Tre serate a Santa Croce e alla Società DantescaRead NowDomenica 9 e lunedì 10 settembre 2018 – ore 21 Cenacolo della Basilica di Santa Croce – Piazza di Santa Croce, 16 - Firenze ORCHESTRA DA CAMERA FIORENTINA Direttore GIUSEPPE LANZETTA Violino solista MARCO LORENZINI Musiche di J. Brahms e L.V. Beethoven Riparte sulle note di Brahms e Beethoven la stagione dell’Orchestra da Camera Fiorentina, domenica 9 e lunedì 10 settembre al Cenacolo della Basilica di Santa Croce a Firenze (ore 21), violino solista Marco Lorenzini, direttore Giuseppe Lanzetta. Ad esaltare le doti di Marco Lorenzini è il “Concerto per violino op. 77” di Johannes Brahms, tra le opere più note del compositore tedesco oltre che uno capisaldi di tutto il repertorio violinistico romantico: pagine intrise di melodie rigogliose e virtuosismi che Brahms scrisse per il più grande violinista dei suoi tempi, Joseph Joachim. Al carattere passionale e tempestoso di Ludwig van Beethoven ci porta invece la quinta sinfonia in do minore op. 67, una musica che “muove le leve del terrore, del brivido, del dolore, e per questo suscita quel palpito di infinita nostalgia che è l’essenza stessa del romanticismo”, come chiosò lo scrittore e critico musicale Ernst Theodor Amadeus Hoffmann nel 1810, a pochi mesi dal debutto a Lipsia. Marco Lorenzini si è diplomato in violino al Conservatorio Cherubini sotto la guida di Roberto Michelucci. Collabora con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e con l’Orchestra della Toscana. Dal 1988 è Primo violino di Spalla e Solista dell’Orchestra da Camera Fiorentina. Per il Museo Virtuale di Strumenti Musicali della Bdp, ha inciso brani di F. Geminiani suonando il violino A. Stradivari “Medici” (1716) del Conservatorio Cherubini di Firenze. È docente di Violino al Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara. Ritroveremo Marco Lorenzini mercoledì 12 settembre alla Società Dantesca Italiana (ore 21 - via dell’Arte della Lana, 1 – Firenze) nel concerto del Quartetto d’Archi dell’Orchestra da Camera Fiorentina che lo vedrà al fianco di Claudio Freducci (violino), Sabrina Giuliani (viola) e Sandra Bacci (violoncello). Programma nel segno del contemporaneo, da Kreisler ai Beatles, da Piazzolla a Sting. Biglietti 20/15 euro (riduzioni per studenti e over 65). Si ricorda che ai titolari della “Firenze Card” del Comune di Firenze è riservato uno sconto del 15% (o tre biglietti al prezzo di due). Biglietto a 5 euro per i titolari della "Carta Giò - Io studio a Firenze" del Comune di Firenze. Ingresso gratuito fino a 12 anni. Prevendite nei punti www.boxofficetoscana.it/punti-vendita e online su www.ticketone.it Prevendita anche presso la biglietteria dell’Opera di Santa Croce nei giorni dei concerti, orario 9,30/17. La 38esima stagione dell’Orchestra da Camera Fiorentina è realizzata con il sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Comune di Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Banca CR Firenze e Leggiero Foundation. |
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Aprile 2023
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