"Bridges not Walls" è il nuovo mini album, uscito il 3 Novembre con cúi Billy Bragg è tornato. Il cantâutore dell'Essex che da oltre trent'anni affonda la testa e la voce tra le pieghe della cronaca politica e sociale della sua Inghilterra. Dopo "Tooth and Nail" del 2013, Bragg che iniziò a fare musica alla fine dei 70s quando il punk stava esplodendo e squarciando il ventre della nazione, ha optato per un rilascio in progress del suo undicesimo disco, che prevederà l'uscita a cadenza mensile del videoclip di uno dei sei brani che compongono la tracklist. "Bridges not Walls" sin dal titolo denota la consueta apertura al dialogo e al confronto da parte di un artista che prima di essere un musicista e un autore, ha da sempre rivendicato il diritto a essere un osservatore di quanto gli accade intorno. Il Guardian ha affibbiato alla produzione di Billy Bragg un'etichetta ben specifica affermando che le sue canzoni rappresentano "il perfetto diagramma di Venn tra il politico e il personale". I brani della sua ultima fatica proseguono su questa direzione, appoggiati da un folk-rock da editoriale giornalistico, che consente a Bragg di mettere sul piatto la sua visione del mondo prendendo spunto diretto dall'attualità della Brexit e dei cambiamenti in seno alla società britannica da cui è scaturità una svolta così epocale. "Full English Brexit", traccia finale e naturale dell'album, è l'appuntamento al quale Bragg non poteva non prendere parte, il necessario contributo su un argomento stradiscusso ma chiuso ormai. Bragg adotta il dissacrante punto di vista del convinto sostenitore della scissione dall'Europa Unita e con maestria ne scimmiotta il comportamento e le ideologie, dando una chiara espressione della mentalità estrema e ipernazionalista di una certa frangia della società. "My neighbours don't drink at the local... They'd rather prefer drink coffee than tea", ("I miei vicini non bevono al locale,.. Loro preferiscono bere caffè piuttosto che tè") sentenzia il campione della Brexit, che soffre terribilmente perchè dopo essere stato nei secoli scorsi a capo di un Impero, al giorno d'oggi il suo popolo ha raggiunto il declino perchè è finito a sottostare a regole dettate da altri, secondo una dinamica assurda per colpa della quale anche sistemi di misura millenari sono stati tragicamente soppiantati. "Once we ruled over an empire/So it feels like some kind of defeat/To comply with rules drawn up by strangers/and measure in metres not feet" ("Una volta noi regnavamo a capo di un Impero/Perciò adesso sembra di avvertire una sorta di sconfitta/Perchè siamo chiamati a rispettare le leggi redatte da altri/e a misurare in metri invece che piedi"). La soluzione per la salvezza deve consistere forzatamente in un taglio netto e totale. Senza offesa per le tradizioni altrui, e non a causa di motivazioni da ricercarsi nell'odio razziale, l'unico rimedio possibile si chiama "Full English Brexit", ossia un distacco completo dal pensiero e dalla presenza straniera. Bragg ferocemente attacca dunque l'opinione comune dei suoi compatrioti, e traccia con altrettanta franchezza le movenze che hanno condotto il Regno Unito alla perdita della ragione, a un sonno molto pericoloso e già profondo. "The sleep of reason produces monsters" tuona il ritornello del singolo di apertura della raccolta. La nazione è già caduta all'interno del vortice, compromessa, e la realtà appare durissima, privata delle sicurezze, dei levies cioè i tributi che garantivano l'ordine, ora liquefatti mentre a proliferare tra le strade surrogates, surrogati umani, si aggrediscono l'uno con l'altro. Il cuore di "Bridges not Walls" batte sontuosamente grazie a "Saffiyah Smiles", un inno sopraffino in onore di Saffiyah Khan, la ragazza che durante una manifestazione anti-immigranti a Birmingham, ha sorriso in faccia ad un razzista: il leader del gruppo britannico di estrema destra EDL("English Defence League"). Osservando il fotogramma che immortala una scena storica, Bragg ha dichiarato di aver ricevuto dalla giovane eroina una lezione di quelle che resteranno universali: “Saffiyah Khan’s selfless act of solidarity is an inspiration to us all and a reminder that sometimes you can confront hatred by calmly making plain how ridiculous its propagators are." (“L'atto altruista di solidarietà di Saffiyah Khan è un'ispirazione per tutti noi e una lezione secondo la quale a volte si può affrontare l'odio con tranquillità mettendo semplicemente in evidenza quanto siano ridicoli I suoi fautori”)
Per approfondimenti:
- Sito ufficiale di Billy Bragg: http://www.billybragg.co.uk/home.php - Pagina facebook: https://www.facebook.com/billybraggofficial/ - Pagina twitter: https://twitter.com/billybragg?ref_src=twsrc%5Etfw&ref_url=http%3A%2F%2Fwww.billybragg.co.uk%2Fhome.php Immagini gentilmente fornite dall'ufficio stampa di JalamediaActivities www.jalamediaactivities.com - www.facebook.com/ja.lamediaactivities - Twitter: @JaLaMedia
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