Martedi 27 febbraio al Teatro Puccini abbiamo partecipato alla tappa fiorentina dell' "Eclipse Tour" della cantautrice romana, che ci ha regalato un'esibizione appassionata e sofisticata. E a Burian non ci abbiamo pensato per un bel pò. di Enrico Esposito Fa freddissimo a Firenze. Burian, Big Snow e i loro scagnozzi non hanno ancora sferrato la loro raffica di proiettili sotto zero ma le prime cartucce sì e fa un certo effetto leggere sui display alle fermate dell'autobus delle allerte neve annunciate dalla Protezione Civile. Fa strano imbattersi in una decina di persone a stento in via delle Cascine e trovarne ancora meno in Piazza Puccini, laddove raggiungo la meta della mia serata. Alle 21:00, tra le eleganti pareti adottate da Sergio Staino che nel 1991 inaugurò l'apertura del Teatro nella sua conformazione stabile (la struttura risale al 1940 e in precedenza era adibita a sala da ballo e arena per gli incontri di boxe), mi aspetta un concerto che attendo da un po' di tempo con curiosità e aspettative importanti perchè Chiara Civello attraverso la sua musica sa condurre per mano i suoi ascoltatori dalle spiagge soleggiate del Brasile a passeggiate in abito sera lungo le strade della Capitale e poco dopo tra i fumi densi di un jazz club di New York (città in cui vive), fino a salire nelle atmosfere sublimi e immortali create dai magnifici cantautori italiani degli anni '60 (Luigi Tenco, Sergio Endrigo, Gino Paoli, Jimmy Fontana). Non solo un'interprete, ma anche una polistrumentista, una ballerina caliente. Una show-woman a tutto tondo che da luogo ad un'esibizione sopra le righe. Chiara Civello ne "Il mondo" di Jimmy Fontana Click to set custom HTML
Sale sul palco preceduta dal tastierista Seby Burgio e dal batterista Federico Scettri che si dispongono ai margini della scena per lasciare il centro al suo microfono, alla chitarra e al pianoforte ai quali la cantautrice dalle radici siciliane si alterna con eleganza e vitalità. Il Teatro Puccini ospita la tappa toscana dell' "Eclipse Tour", la serie di concerti indoor nelle principali città della penisola con i quali Chiara presenta al pubblico le canzoni che compongono il suo ultimo album "Eclipse", il sesto di una carriera portentosa che vede il suo esordio discografico nel 2005 con "Last Quarter Moon" ma affonda il suo inizio alla metà degli anni '90 quando l'artista conosce gli insegnamenti di Edda Dell'Orso, angelo custode del maestro Ennio Morricone e vola negli Stati Uniti per una borsa di studio al Berkle College of Music di Boston. Il brano di apertura del disco è "Come vanno le cose", una ballata soffusa e d'imbrunire che pulsa di elettronica anni '70, una suite adatta alla comparsa sul palco della Civello, in un abito nero e rosso retro. Sorridente e vispa, la cantante ringrazia il buon numero di spettatori sopraggiunti nonostante le minacce di Burian e con brio dà il la a un concerto che affianca all'esegesi di "Eclipse" la proposizione di successi degli album interiori e l'omaggio consueto all'età d'oro della canzone italiana d'autore. Da "Eclipse" stesso, Chiara Civello "pesca" "Eclisse Twist", la cover di una canzone scritta da Michelangelo Antonioni e Antonio Fusco per Mina, che oltre a evidenziare l'amore profondo per il grande cinema italiano del passato, ha ispirato il titolo e i temi alla base della sua nuova raccolta. "Eclipse" è infatti un'opera sulla luce, una dimensione osservata dall'interno nelle sue emanazioni gigantesche e nei suoi squarci di buio minacciosi, momenti di blackout inevitabili perchè nella vita non può essere tutto rose e fiori e le sofferenze, le sconfitte e gli allontanamenti si rivelano benedetti per poter assaporare totalmente un fenomeno magico come l'eclissi. Da compositrice navigata ed espertissima (l'elenco delle personalità italiane e internazionali di spicco con cui ha collaborato è davvero esaltante, visto che parliamo di mostri sacri come Gilberto Gil, James Taylor, Chico Barque, Esperanza Spalding, Antonello Venditti solo per citarne alcuni), Chiara confessa tra la samba di "Sambarilove", il blues di "New York City Boy" (realizzato in tandem con Francesco Bianconi dei Baustelle) e l'omaggio alla "Leonessa" di Cremona in "Parole, parole, parole" una spiccata propensione per la condivisione della scrittura dei suoi testi, perché affascinata dalla ricchezza del confronto con altre anime, culture, visioni del mondo e dalla gioia di poter concedere a chi ha di fronte un'esperienza, un pensiero, un sogno. Chiara Civello e la sua band in "Problemi" Il pubblico approva, le rivolge applausi e cori entusiastici e, sotto il suo invito, canta, balla, seguendo la sua energia contagiosa, la sensualità che avvolge i suoi balli e le sequenze "in solitaria" al piano e alla chitarra in un finale maestoso che regala il "Mondo" di Jimmy Fontana e "Io che amo solo te" di Sergio Endrigo a fermare il tempo, lo spazio e il fiato per prepararsi in estrema ratio alle note scatenate di un reprise della celeberrima colonna sonora di "Metti una sera a cena" di Ennio Morricone. Il Puccini ritorna a essere una sala da ballo a tutti gli effetti, brulicante di passi e frenesie in un furore collettivo stimolato da un'interprete mai stanca di inneggiare al movimento, alla bellezza della musica e del folklore.
Immagini tratte da: - Immagine 1 da www.ventidieci.it - Galleria e videos dell'autore Un sentito ringraziamento a Marco Mannucci per la disponibilità e il materiale concesso
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Marzo 2023
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