di Alice Marrani A prescindere dai gusti, dalle inclinazioni, dai percorsi (anche musicali) della vita di ognuno, tutti abbiamo una canzone, una voce, un disco che parla di un lato preciso di noi stessi, di un punto di svolta, di un pensiero vicino o lontano nel tempo. Quella voce diventa familiare, simbolo di una prima scintilla di ispirazione o sintesi nuova di mille precedenti scoperte. Ci sono alcuni dischi, cantanti, cantautori, musicisti, capaci di attaccarsi a qualcosa che rimane inalterato, oppure di diventare scoperta, rivelazione o semplicemente comunanza. Questo, forse, è parte di ciò che li rende permanenti, una voce presente nel passare degli anni, per generazioni diverse, diversi contesti. Quella voce raccontata da più persone suona in modo differente, diventa frastagliata e multiforme: a seconda di come la ascolti, ogni punto di vista la illumina da un lato diverso. Non è facile trovare l’angolazione giusta per tanti, il mezzo opportuno che mostri senza deformare. La musica che racconta la musica, poi, non è mai semplice da suonare, il rischio “brutta copia” e naso arricciato è sempre reale, a meno che non si voglia omaggiare un gigante rimanendo sé stessi. Se poi si parla di giganti della musica italiana, Lucio Dalla non può che essere fra questi. Non serve neanche dilungarsi a spiegare perché. Prendete, quindi, cinque musicisti che raccontano nello stesso concerto lo stesso, grande, cantautore. Mettete che ognuno di questi aggiunga qualcosa di suo, di personale, un proprio riflesso musicale, un suo modo di cantare, suonare e raccontare. Ne deriva un’immagine sfumata, eterogenea eppure estremamente nitida. Come è profondo il mare è un ritratto a dieci mani e cinque teste nel quale la musica di Lucio Dalla incontra non solo la contemporaneità di Tommaso Novi, Giulia Pratelli, Giò Mannucci, Luca Guidi e Matteo Fiorino, ma anche il loro punto di vista, umano e musicale. I loro concerti sono fatti di singole voci e percorsi personali che ogni tanto si incontrano e si intrecciano in pezzi di musica che, almeno in minima parte, fanno parte del vissuto di ognuno di noi. Le varie anime di Dalla si alternano alla musica, alle mani e alla voce di cinque persone diverse in un unico, delicato, divertente e piacevole omaggio. Il concerto che si terrà stasera alle 22:00 aprirà un mese di “ritorno alle origini” al Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno. Dal primo al 28 febbraio, cinque serate dedicate a Tenco, Modugno, Bennato e Battisti: un festival per incontrare e ritrovare la musica de Mostri Sacri della musica italiana con autori e musicisti toscani fra i quali Eugenio Sournia (Siberia), Elisabetta Maulo (Betta Blues Society), Maestro Pellegrini (ovvero Francesco Pellegrini, chitarrista degli Zen Circus, ex Criminal Jockers), Cristiano Tortoli (Siberia), Francesco Bottai, Jara Love, Aurora Loffredo, Dario Miceli, Dario Greco. Immagini tratte da: https://bit.ly/2Bcrw6N
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Marzo 2023
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