Non si conosce il suo volto. Non si conoscono neanche il suo nome e cognome. La sua fisiognomica è sintetizzata in un capello rasato su un corpo medio-alto coperto da una felpa con su scritto "Liberato". "Liberato" è il suo lasciapassare, il biglietto da visita con cui questo giovane cantante che ha liberamente professato la sua origine e il suo animo napoletani è comparso a un certo punto su Youtube il 13 febbraio di quest'anno con il brano "Nove Maggio". Ha una voce indubbiamente gradevole, pop, subito banalmente assimilata al neomelodico partenopeo perchè Liberato canta in dialetto. Ma oltre a cantare, Liberato scrive anche in dialetto sia sul suo facebook che nelle risposte alle interviste da parte della stampa. "Nove Maggio" è stata seguita nei mesi successivi da "Tu t'e scurdat' 'e me", che sta per raggiungere i quattro milioni di visualizzazioni, e dalla più recente "Gaiola portafortuna". Lo stile e il registro non mutano, conservano il tono rilassato e accorato di dichiarazioni d'amore su basi R'n'B e reggae, ma non aspettatevi rappate nel cantato sulla falsariga di Clementino e Rocco Hunt.
Liberato sta ottenendo il successo che merita grazie alla capacità di mescolare ai ritmi moderni un'interpretazione dei testi poetica e passionale sulla scorta della secolare tradizione napoletana. Le tre canzoni pubblicate sul Tubo, ma assenti sia su Spotify che su I-tunes, raccontano di abbandoni, ricordi, speranza vissute tra Marechiaro, Forcella, Mergellina, nel cuore pulsante di una Napoli punto riferimento fondamentale per l'artista. I videoclip, tutti girati dal regista Francesco Lettieri, ritraggono tante splendide fotografie provenienti dal capoluogo campano e adolescenti seguiti nelle azioni più comuni. Una litigata tra amici, un giro in metropolitana, un corteggiamento. Malgrado sia stato già avanzato come termine di paragone a destra e a manca, l'universo di "Gomorra" non ha a che vedere nulla con le atmosfere raccolte celebrate da Liberato. Non ci sono spari, violenze, spacciatori nella mente di Liberato; vincono il sentimento, una passeggiata sotto la luna, la pioggia sulle isole di Procida e Nisida che rimanda al passato. A Nino D'Angelo non piace, a Saviano e Salvatore Esposito (che ha dichiarato di conoscerne la vera identità) invece da impazzire. La critica l'ha già premiato a "casa sua" in occasione del San Gennaro Day il 25 settembre scorso, quando però invece che presentarsi sul palco allestito sul Sagrato del Duomo il cantante si è fatto sentire via Whatsapp portando il più grande ringraziamento al Santo patronale. Liberato ha anche ricevuto il premio speciale della Mei e Pivi 2017 per il valore artistico del brano "Tut t' e scurdat 'e me" e delle riprese di Lettieri, nominato per la regia di altri quattro clips ("Del Verde" di Calcutta, "Sold Out" e "Completamente" dei TheGiornalisti e "Del tempo che passa la felicità" di Motta). E con i concerti come la mettiamo, direte voi? Ebbene al "Miami" Festival di Milano di maggio scorso, sul palco il pubblico che lo aspettava si trovò davanti Calcutta, Izi, Shablo e Priestess, nell'ordine un cantante pop, un rapper, un dj o e una giovanissima artista R'n'B. Quattro anime molto diverse ma a pensarci bene necessarie per assemblare al meglio lo stile di Liberato. Ma di Liberato Milano non ha visto neppure l'ombra, e chissà se toccherà la stessa sorte anche a Torino a novembre al "Club to Club Festival", al quale l'anonimo cantante dovrebbe partecipare con uno show audiovisivo realizzato appositamente per l'occasione. Sull'identità di Liberato sono state avanzate diverse ipotesi. Che Liberato sia un'etichetta dietro la quale si celino più persone. Che Liberato in realtà corrisponda a uno pseudonimo, scelto dal ventiquattrenne poeta di Scampia Emanuele Cerullo, oppure dal rapper Livio Cori, anch'egli napoletano e che rivedremo nella serie "Gomorra 3", durante la quale secondo alcuni rumours verrà finalmente svelato il mistero di cui vi stiamo parlando. Ma in tutta sincerità forse non ce ne sarebbe così bisogno. Immagini tratte da Deerwaves.com
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Aprile 2023
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