di Enrico Esposito Infedeli come lui, il suo concerto e uno sguardo sul mondo di larga condivisione. Lorenzo Urciullo, per tutti Colapesce, è a Pisa per la prima volta nella sua vita. Un battesimo, per restare in tema. Un battesimo trepidante per la foltissima folla dell'Ex Cinema Lumière che risponde alla grande alla chiamata del cantautore siciliano. Fans in fila dalle otto di sera per accaparrarsi gli ultimi biglietti rimasti e pronti ad attendere l'esibizione di un'artista eclettico, che nella serata tiepida di sabato 10 marzo costruisce un'esposizione musicale, teatrale, sociale. Lo vediamo saltellare dall'inizio alla fine dello show. Ronza con aria disincantata intorno ai componenti della sua Infedele Orchestra dai denti affilati, gente che suda, stuzzica gli strumenti fino all'orlo, e indossa un simil saio da prete sulle orme del suo maestro. Colapesce, che trae il suo nome da una leggenda medievale dalle ossa pagane, nel suo terzo album "Infedele" uscito iL 27 ottobre scorso, intraprende una missione artistica che dalla devozione prende le mosse per argomentare un discorso ramificato sul senso della vita e dei rapporti umani. Sul palco del Lumière il cantante di Solarino con disinvoltura e ingegno "incanta" subito il pubblico davanti a sè. A dirla tutta, in apertura, si rende protagonista di un sorprendente bombardamento visuale e sonoro quando dal buio profondo compare camuffato con una testa di unicorno gigante e al ritmo elettronico forsennato dell'intro "Aziz". Frenesia, martellamento da Cosmo, ma poco dopo rientro in scena e inizio della cerimonia vera e propria. Il sacerdote, che nella cover del disco è iniziato alla prima comunione attraverso "il test" dell'ostia, ha assimilato gli insegnamenti necessari e approdato nelle condizioni di poter illustrare ai nuovi fedeli la sua concezione. Dunque ecco spiegato lo pseudo-saio, l'aroma d'incenso propagato all'interno dello strapieno Lumière, e una ritualità nei gesti, nelle parole e soprattutto nella successione dei brani che obbediscono alla "funzione catartica" esercitata. Gli strumenti religiosi si ritrovano "piegati" in una funzione inedita, empia perchè vengono impiegati come artistico pretesto per stimolare gli ascoltatori a compiere un ragionamento personale. Spontaneamente si avverte il desiderio di guardarsi dentro e girare il volto di fronte agli altri, di alzare la testa e percorrere la sala a 360 gradi alla ricerca di espressioni particolari da cogliere. Una dimensione "totale" come recita uno dei nuovi testi e si compie l'intento di un'artista che ha sempre amato ragionare sul singolo e la pluralità. Una volontà di ispirazione che si manifesta in un alternanza esuberante di sferzate elettriche e raccoglimenti acustici che ricordano il passato tenue dei primi due Lp. "Infedele" e la sua trasposizione dal vivo trasmettono infatti uno sbalzo di intraprendenza da parte di Colapesce, la fine dell'attesa di liberazione da un cordone ombelicale adesso reciso nettamente. Colui che lo storico quotidiano Le Monde ha coraggiosamente investito della doppia eredità di Tenco e Battiato, ha ultimato la gestazione per poter diffondere appieno la sua metafisica. Il culto di Battiato si materializza concretamente nella metodologia di scrittura e nella proposta sonora, e a distanza non eccessiva affiora la chioma bronzea del Bowie di "Starman". Ma i paragoni, specie col passato, lasciano il tempo che trovano. Meglio pensare alla dimensione esclusiva raggiunta da Colapesce. Alla grintà quasi cieca nel concedersi ai suoi adepti, alla capacità di sospensione del pensiero rispetto al tempo e allo spazio, alle potenzialità significative di un'artista in pieno possesso della sua identità. Immagini tratte da pagina ufficiale di Colapesce musicadicolapesce
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Marzo 2023
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