Su Spotify, Occidentali’s Karma si trova al primo posto nelle due classifiche italiane e al terzo posto nella classifica “Viral 50 - Globale” sotto Purple Rain di Prince. È al primo posto della sezione brani di ITunes, di quelli più venduti di Google Music Store e di Amazon. Il video conta ad oggi più di 13 milioni e ottocento mila visualizzazioni, continua ad accogliere approvazione internazionale per quanto riguarda la partecipazione all’Eurovision Song Contest, nel quale rappresenterà l’Italia a maggio, mentre c’è addirittura chi propone di conferirgli il Gonfalone d’argento della Regione Toscana.
Pochi giorni fa Francesco Gabbani saliva sullo scalino più alto del podio di Sanremo scavalcando Fiorella Mannoia, davanti alla quale si è inginocchiato commosso. Sanremo, “festival della canzone italiana”, firmato quest’anno da un’insolita coppia Rai – Mediaset, Conti – De Filippi, per definizione, teoricamente rappresenta l’essenza dell’artisticità musicale italiana e allo stesso tempo è un evento mediatico nel quale si può parlare ore di una camminata incerta sulle famose scale, del dettaglio della giacca di quello o l’altro cantante, della scollatura della moglie di tal attore, del sudore di quell’ospite che ha fatto ballare tutti. Aperto quest’anno da Tiziano Ferro che omaggia Tenco, niente fiori sul palco, inquadrature degli artisti prima delle esibizioni che fanno molto talent (come la conduttrice stessa che al “talent” è legata per immediata associazione), tanti Amici, ragazzi con l’X-Factor, una presenza massiccia dei social dall’altra parte dello schermo e il trio della vecchia guardia Al Bano/D’Alessio/Ron che viene buttato fuori ancora prima della finale. Sul gradino più basso del podio si è posizionato Ermal Meta, artista dall’innegabile bravura. Elegante e pacato è la firma di svariate canzoni che portano la voce di Mengoni, Emma Marrone, Lorenzo Fragola, Annalisa, Chiara, Giusy Ferrero, Patty Pravo, Francesco Renga. Al secondo posto Fiorella Mannoia con la sua Che sia benedetta. Non ha certo bisogno di presentazioni.
In tutto questo Gabbani si è presentato sul palco fin dall’inizio con un maglioncino colorato e una scimmia. Il suo brano è lontano dallo stile sanremese fatto di cuori e amori (argomento che comunque quest’anno ha ceduto il passo ad una buona dose di attualità e temi sociali) ed è unito a un balletto immediatamente diventato virale. Dietro però c’è di più. Il testo di Occidentali’s Karma gioca sulle contraddizioni dell’uomo occidentale che si avvicina alle discipline orientali finendo con il distorcerle. La Scimmia Nuda di Morris balla in un testo gremito di rimandi a una società contemporanea che è chiusa dentro quella scatola sicura che è il pc, in quel mondo rassicurante e dispersivo che è internet dove “l’intelligenza è démodé” e tutti sono esperti di tutto, dove le filosofie orientali vengono usate come ricerca di una spiritualità che rimane superficiale. “Comunque vada panta rei e singing in the rain”.
Ma anche dietro lo stesso “Gabbani vincitore di Sanremo” c’è di più e di questo “più” vale la pena parlare accantonando scimmia, balletto, ammiccamenti a particolari doti “extra-canore”, maglioncini e abito con stelline.
Cresce nel negozio di strumenti musicali del padre, a Carrara. Il primo progetto musicale si chiama Trikobalto, band con la quale pubblica l’album Necessità primarie, partecipa all’Heineken Jammin' Festival, apre un concerto degli Oasis e uno degli Stereophonics. Nel 2010 il secondo album con tour in Francia. Quello stesso anno comincia la sua carriera solista. Pubblica alcuni singoli fra i quali Estate e Maledetto amore, che entra nella colonna sonora di un film di Marco Viola. Nel 2013 vede la luce il primo album da solista, Greitist Iz. Comincia a lavorare come autore e nel 2016 arriva primo fra le nuove proposte di Sanremo con il brano Amen che si aggiudica anche il premio Mia Martini e quello per il miglior testo. È del 2016 anche il ultimo album, Eternamente ora. Sempre lo scorso anno firma la colonna sonora del film Poveri ma ricchi di Fausto Brizzi, un suo brano finisce nell’album di Francesco Renga e uno, Il ragazzo col fucile, in quello di Celentano. In più interviste ha dichiarato di aver sofferto in passato dei risultati che stentavano ad arrivare, cercando di assecondare i gusti radiofonici, perdendo sempre di più la determinazione fino a rassegnarsi. Quando Sanremo doveva essere “l’ultima spiaggia” il successo è arrivato. Gabbani sul palco dell’Ariston aveva i vestiti totalmente sbagliati, una canzone fuori dagli standard della gara e, a fianco, un modo inusuale di “attirare l’attenzione”, sdrammatizzare e allo stesso tempo sottolineare il testo del suo brano, uno scimmione ballerino, che fra l’altro era l’unica sua cosa derivante da un talent (dentro il costume c’era Filippo Ranaldi, coreografo di X-Factor). Vince dunque dopo una lunga gavetta e riesce ad ingraziarsi così tanto pubblico da scavalcare un’artista come Fiorella Mannoia. A breve uscirà il nuovo album e a maggio sarà sul palco di Kiev. Vedremo se riuscirà a far ballare anche l’Eurovision. Per ora la strada è quella giusta.
Immagini tratte da:
Immagine 01: https://www.facebook.com/francescogabbaniofficial/?fref=ts Immagine 02: http://www.agi.it/cultura/sanremo/2016/02/12/news/francesco_gabbani_vince_tra_le_nuove_proposte-517507/
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