La cosa che più mi è rimasta nella mente di San Francisco è la luce, una luce calda che accompagnava tutta la giornata con la stessa intensità.
Ricordo anche i suoi fiori, San Francisco è una città piena, ricca di fiori, tantissime varietà di fiori, bellissimi da vedere, da toccare e da annusarne il profumo. Di San Francisco poi ricordo (ovviamente) le strade, è vero, vanno proprio in su e in giù, salita e discesa. Ho visitato le strade di Hight Ashbury, il giorno dopo essere arrivata in città. Hight Ashbury è uno dei quartieri principali di San Francisco, prende il nome dall’intersezione tra Ashbury Street e Haight Street, strade entrambe dedicate a figure rilevanti per la crescita del quartiere (Munroe Ashbury e Enry Huntly Hight, rispettivamente consigliere e governatore della California durante gli anni Settanta dell’Ottocento). Hight Ashbury negli anni Sessanta è stato il centro della controcultura e del movimento hippie e di quell’altro lato della Psichedelia, ancora oggi è infatti intriso di quella storia, di quella cultura e di quei colori. Entrando in alcuni negozietti sembra di fare un salto temporale di cinquant'anni e non è un luogo comune; il quartiere porta ancora con sé ciò che ha vissuto: la Summer of Love, la piena Controcultura, il Flower Power, lo spirito di tutte le grandi personalità che hanno attraversato quegli anni, brevi in realtà, di pura e sana ribellione.
Hight Ashbury è stato l'epicentro della rivoluzione dei figli dei fiori, ha visto grandi “esplosioni” sotto ogni tipo di contesto, dal pensiero all’approccio alla vita delle persona, dall’arte alla musica, che diventano esse stesse vita.
Il rock diventa e si consacra come voce della gente e veicolo di contestazione, di diffusione del pensiero e della nuova filosofia, di pace e di amore. Attraverso il rock questa rivoluzione si è fatta conoscere al mondo. Il brano di Scott McKenzie San Francisco, divenne l'inno di chi amava la filosofia hippie ma la viveva in realtà dal di fuori; ebbe merito di attirare l'attenzione dei giovani europei sul nascente movimento e penso che ancora oggi abbia questa funzione e si sia comunque consolidata come tale. Erano brani come Somebody to Love e White Rabbit dei Jefferson Airplane, tutto un altro tipo di immaginario, considerati i veri inni dei figli dei fiori che vivevano e consumavano la vita tra i quartieri di SF e intorno ad Hight Ashbury. Passando per quelle strade ho assaporato il pensiero di tutte queste cose insieme e ho pensato a quanta e che tipo di bellezza possa aver sprigionato Hight Ashbury nel 1967.
Un'altra cosa che mi è rimasta nella mente, nel quartiere di Haight Ashbury, è il vento leggero che arrivava quando scendeva la sera; era un vento che portava con sé qualcosa, un vento leggero e fresco che sembrava ingannare il tempo e le persone.
Bibliografia di riferimento Massimo Cotto, We will rock you, BUR, 2009 Foto tratte da: foto dell'autore
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Marzo 2023
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