È uscito venerdi primo dicembre per Godzillamarket "Bandiera sulla luna", il quarto album in studio della talentuosa cantautrice pugliese.
In altri articoli, nelle interviste in televisione e in radio, ho letto e sentito parlare di ritorno, da quando il primo dicembre scorso per l'etichetta milanese Godzillamarket Erica Mou ha scartato il pacchetto che nascondeva il quarto mostrino della sua luccicante carriera musicale. Si intitola "Bandiera sulla luna", il nuovo album in tredici tracce con cui la talentuosa cantautrice pugliese si prende la briga di accompagnare sé stessa e gli ascoltatori in una mite ascesa dalla terra in alto sino alla superficie lunare, per approntare una metaforica bandiera alla armstronghiana maniera dai risvolti determinanti.
Prima di spingersi a fondo tra i ricami di un disco che ancora una volta rende merito alle doti eccellenti di una vera artigiana della canzone nostrana, occorre sempre ricordare che Erica Mucci, com'è riconosciuta nei registri anagrafici ufficiali, ha soltanto ventisette anni, tre dischi e di valore alle sue spalle, e non ci si può fermare soltanto a questo. L'artista di Bisceglie è riuscita negli ultimi cinque anni, a partire dalla partecipazione al Festival di Sanremo con il suo primo successo "Nella vasca da bagno del tempo" (che le valse il Premio della critica "Mia Martini" e il secondo posto nella categoria "Nuove proposte") a non abbandonare mai il suo pubblico, a non lasciarlo solo volendo parafrasare una sua canzone. Tra un album di inediti e l'altro e parallelamente a essi, Erica Mou ha impugnato la penna e prestato la voce al cinema, al teatro, alla letteratura, alla storia, alla beneficenza, dimostrando di nutrire dentro di sé una creatività e una volontà di esternazione contagiose. Con "Bandiera sulla luna" la Mou scrive un capitolo inedito della sua parabola artistica, che la vede mettere in mostra una sua fisionomia già rintracciabile nelle atmosfere "domestiche" e intimistiche del precedente Lp "Tienimi il posto". La vita, con le sue sferzate, alcune vecchie abitudini e piacevoli sorprese, influenza la visione del mondo e del prossimo da parte di ognuno, provoca dei cambiamenti nella mentalità e nel carattere stesso delle persone, che posso intraprendere un percorso di maturazione come di involuzione. Superato il suo quarto di secolo, Erica si interroga spontaneamente sui problemi abituali posti dall'esistenza che spaziano comunemente dall'approcciarsi all'innamoramento, allo stare bene in coppia e con sè stessi soprattutto. I primi sei brani che compongono la scaletta di "Bandiera sulla luna" si inseriscono proprio nell'ottica di una ricerca personale e allo stesso tempo condivisibile da parte di un'anima che sogna, si indigna, si illude, manda a quel paese, raggiungendo una decisiva sicurezza di sé che la conduce idealmente sulla luna a uno stato di leggerezza e onestà. Timbro e chitarra, Erica Mou tesse i suoi racconti partendo in "Svuoto i cassetti" con un trasloco emotivo (ma anche fisico visto che per la prima volta la composizione del lavoro è avvenuta interamente lontano dalla nativa Puglia) che consente alla cantante di manifestare in toni vispi la necessità di chiudere alcuni conti col passato e attuare una svolta. "Amare di meno", la traccia numero due, sospinta dalle onde della fisarmonica di Vince Abbracciante, guarda allora oltre perché vagheggia il desiderio di un amore che all'impeto preferisca l'accuratezza. In "Irrequieti" e "Ragazze posate" l'attenzione si concentra sulle paure e sulle debolezze in cui incappano anime ben disposte ma ferite e non ancora padrone di loro stesse. Il de-ja-vu concertistico (al piano troviamo Antonio Iammarino, mentre al violoncello Flavia Massimo, due angeli custodi per Erica anche in alcune delle date del tour inaugurato al Monk di Roma il tre dicembre scorso) di "Roma era vuota" trasporta in un dolce sogno d'illusione l'ascoltatore stesso. "Al freddo", ultimo brano del nucleo narrativo, restituisce invece un'Enrica che sfoga le sue ultime sofferenze e smette di sottoporsi ai rimpianti per approdare in una nuova dimensione. Qui, a metà esatta della tracklist, prima di prendere per mano chi ha deciso di seguirla nella prosecuzione del viaggio, Erica si inventa una cover di "Azzurro" dal sapore autunnale, che avvolge lievemente la mente in un sonno sereno e saziato. "Guardo l'autunno cadere" sussurra quasi infreddolita la Mou al risveglio dal breve momento di raccoglimento. In un'atmosfera assopita scandita dalle note di una fisarmonica natalizia veniamo accolti da un'Erica sornione, che attraverso un tono di voce pacato si esibisce in una ballata dai contenuti essenziali. "Arriverà l'inverno" introduce una prospettiva diversa di considerazione delle relazioni umane, un punto di vista in cui le incertezze sono state soppiantate dalla saggezza e dalla forza nell'affrontare la realtà e prendere decisioni dure ma fondamentali per poter andare avanti. Come l'impossibilità in questo caso di restare insieme a una persona molto diversa, oppure la presa di coscienza nella successiva title-track "Bandiera sulla luna" dell'annullamento di sé in una persona che ha deluso e ha tagliato il cuore a metà. Servendosi del suo affezionato loop, Erica Mou piazza la sua nuova bandiera sulla luna, una metafora per indicare la conquista di un porto sicuro personale, legato alla propria intimità. "Non so dove metterti", traccia n.9, diventa così una vivace dichiarazione del bisogno di conservare gli spazi e gli equilibri privati, "Canzoni scordate" sulla falsariga di "Roma era vuota" scava ancora una volta nel passato, affidandosi a un ricordo colmo di significato e da custodire felicemente un pò per sempre. "Souvenir" abbraccia il medesimo tema riconvertendolo nel presente delle esperienze più comuni (piegare le lenzuola del letto, visitare un bosco, correre per strada) e chiudendo con una frase dal fascino rassicurante "Ma non preoccuparti, io scatto le foto con gli occhi". Con l'ultimo brano dell'album, "L'unica cosa che non so dire", l'artista pugliese confeziona un'altra sorpresa, un'operetta "work in progress", in cui Erica canta a cuore spiegato e viene ascoltata quando richiede "un crescendo di archi, e un ritornello suonato due volte col coro", in cui si ferma a immaginare l'apice della felicità e a rendere grazie a chi ha reso possibile che Erica Mou sia qui, ora. "Bandiera sulla luna" è un album di apprendistato per Erica Mou, un passepartout per l'esplorazione di mondi interiori prima appena sfiorati, e una dichiarazione di intenti ben precisa. Si può amare stupendamente anche senza possedere, e non bisogna lasciarsi divorare da alcuna vergogna nell'esternare al mondo i propri sentimenti, anche se a volte questi appaiono tutto tranne che attesi. Per non correre il rischio ancor peggiore di smarrirsi totalmente in una trappola fatta di rimorso e autodistruzione. Le immagini, eccetto la terza tratta da https://www.facebook.com/ericamou/?fref=ts sono state gentilmente fornite dall'ufficio stampa Pixie Promotion, che ringraziamo per tutto il materiale stampa messo a disposizione per la composizione di questo articolo.
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Marzo 2023
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