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23/12/2020

Intervista a Cortese

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In occasione della pubblicazione del suo primo singolo "Street Food", abbiamo rivolto alcune domande a Cortese, cantautore salentino che ha intrapreso da pochissimo questo nuovo progetto solista.

di Enrico Esposito

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1. Buongiorno Michele, grazie mille per aver accettato la nostra intervista! Il 30 ottobre è uscito il singolo “Street Food”, che coincide con l’inizio di un nuovo percorso della tua carriera, identificata con la scelta del nome d’arte “Cortese” (dal tuo cognome). Quando hai deciso di sviluppare questo nuovo progetto?

Con  l’inizio di questo 2020 assurdo ho ascoltato tanta nuova musica e tanti nuovi cantautori che non conoscevo bene, tutto questo mi ha ispirato canzoni nuove scritte per quanto mi riguarda con un linguaggio nuovo rispetto ai miei trascorsi. Da qui l’idea di ri-esordire con uno pseudonimo artistico .    
 
 
2. “Street Food” è un brano all’interno delle quali si incontrano le tre cose che ritieni più importanti: il cibo, l’amore e la musica. Come nell’immagine di copertina che presenta infatti un camioncino di truck food, il testo di questa canzone fotografa i comportamenti di diverse persone che può incontrare lo sguardo di un passante: una coppia in crisi, due adolescenti al primo appuntamento, un simpatico divoratore seriale di panini. In quale circostanza è nata “Street Food”?

In una di quelle notti stronze in cui ti tocca fare i conti con i ricordi belli di storie d’amore finite. 
 
 
3. La galleria di personaggi da te descritta si intreccia con l’argomento principale del brano: la fine di una storia d’amore, rivissuta attraverso ricordi legati a sogni, desideri e persone o cose che il protagonista elenca dopo essersene imbattuto nella quotidianità. Quanto è importante l’esperienza autobiografica per Cortese nella scrittura e in generale nell’approccio alla musica? 

L’esperienza autobiografica è fondamentale nella scrittura e nella musica in generale, sincerità e vita vissuta sempre: nelle storie, nella produzione, nella voce.
          
​
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4. La musica che risuona in “Street Food” è un pop rilassante e attuale, suonato da una band. Diventerà un tratto caratterizzante del tuo sound?

Sì, sarà quello il sound dei prossimi singoli e del disco per questo nuovo progetto.

 
5. A gennaio hai preannunciato che verrà pubblicata una traccia inedita, seguita da un’altra, in attesa dell’arrivo in estate del primo album. Puoi svelarci qualche piccola news in merito?

Il 15 Gennaio uscirà il prossimo singolo ed entro Giugno il disco. Saranno canzoni che raccontano la vita vera, quella che si vive e non passa e basta, quella della gente che si ama, sogna, fa l’amore, si lascia, soffre e ricomincia a vivere con un’altra consapevolezza.

 
6. La tua esperienza nel mondo della musica è lunga nel tempo e nello spazio. Dal trionfo nel 2008 alla prima edizione di X-Factor negli Aram Quartet, alla lunga parentesi in Sudamerica che ti ha portato a vincere nel 2017 il “Festival internazionale della canzone di Viña del Mar” ed esibirti in numerosi musicals di Broadway, fino ad arrivare al 2020 con la partecipazione nelle vesti di cantante all’interno del prestigioso spettacolo “Mogol canta Mogol”. E infine la genesi di Cortese. Da dove nasce questa tua poliedricità e quali sono i piani per il futuro?

Credo dal fatto che ho sempre amato l’arte nelle sue varie coniugazioni ed artisti poliedrici che nella loro carriera non si sono mai abituati a se stessi ma si son sempre reinventati, da Battisti a David Bowie. Piani per il futuro: completare la genesi di Cortese, farla vivere nelle canzoni e  sui palchi e poi chi vivrà vedrà.


​7. Caro Michele ringraziandoti per la tua disponibilità, vogliamo salutarti in modo anticonvenzionale. Ossia invitandoti a lanciare un tuo speciale messaggio ai nostri lettori. 
​

Grazie a voi! Auguro agli amici lettori un 2021 ricco di bellezza e curiosità per conoscere musica nuova e rivivere in varie forme emozioni antiche.

Immagini gentilmente fornite dall' Ufficio stampa (Giulia Perna)

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