“Eterno” è il nuovo singolo di Matteo Costanzo in uscita lo scorso 15 gennaio. Per il cantautore romano un brano intenso come il precedente “Vita”, che inaugurano un nuovo percorso artistico con l’etichetta T-Recs Music. Affermato interprete sia in italiano che in inglese e producer di successo (Wrongonyou, Ultimo, Leo Gassman), oggi Matteo è con noi per raccontarci gli ultimi sviluppi della sua carriera.
di Enrico Esposito 1) Ciao Matteo e grazie mille per essere qui con noi oggi. “Eterno” è stato da te presentato attraverso uno spettacolare videoclip in live session, come era successo anche per “Vita”. Una performance molto curata nei dettagli, all’interno della quale sei accompagnato da musicisti alle prese con strumenti diversi. Com’è nata l’idea di presentare i brani in questa forma? Ciao Enrico, ringrazio io te per l'intervista. L'idea nasce dalla volontà di apparire in video per quello che sono, senza maschere, e quindi ho pensato che registrare un live fosse il modo migliore per raggiungere questo obiettivo piuttosto che pensare a dei videoclip veri e propri. 2) I due nuovi singoli inediti aprono una fase ulteriore del tuo viaggio nella musica. Se in “Vita” l’aspetto elettronico e onirico è predominante, “Eterno” invece si muove attraverso tonalità acustiche. Ma entrambe le canzoni manifestano un pop cantautorale intimo sia nel confronto con te stesso che con un’altra persona, ed evasivo per lo spirito liberatorio che pervade i testi. Ti andrebbe di parlarci dell’evoluzione di questo nuovo percorso artistico? In realtà il mio progetto artistico è rimasto dietro le quinte per un po’ di tempo a causa di varie vicissitudini che mi hanno portato a farmi conoscere prima come produttore che come compositore. La composizione è per me una forza, un “senso”, una medicina: spero che questa forza si trasmetta anche agli altri attraverso la musica. 3) Qual è la modalità di scrittura di Matteo Costanzo? Nella fattispecie, gli ultimi brani sono stati da te composti recentemente oppure li avevi tenuti racchiusi nel “cassetto” da un po’ di tempo? Alcuni brani del disco sono più recenti mentre ad altri ci lavoro da anni (per esempio “Eterno” è il risultato di un paio di anni di lavoro). Le canzoni me le guardo e le riguardo, le arrangio, cerco di farle crescere fino a che il mio manager non mi mette un punto, allora lì mi arrendo e le finisco. La scrittura e la composizione avvengono sempre attraverso l'improvvisazione: è proprio questa la cosa che mi spinge a fare il mio lavoro. Il bello è che prima non c'è nulla, solo una pagina vuota e poi, senza che io ne sia pienamente cosciente, arriva un istinto, un’energia che piano piano prende forma in musica.
4) Ascoltando i brani recenti e più distanti un elemento caratteristico del tuo stile viene rappresentato da una grande energia. Dall’inizio oppure in sordina, l’interpretazione che ti accompagna trasmette schiettezza e desiderio di condivisione. Quali sono le emozioni che la musica ti trasmette e in che modo sei poi tu ad indirizzarle agli ascoltatori?
Più che “quali” sono le emozioni che la musica mi trasmette, rifletto proprio sul fatto che la musica “trasmette emozioni”, qualsiasi esse siano. Questa varietà di emozioni è la bellezza della composizione e dell'arrangiamento. Io in qualche modo cerco di essere consapevole di tutto lo spettro sonoro e timbrico, quindi “emotivo”, in modo da mescolare le emozioni come fossero colori, a seconda di quello che voglio esprimere, con la voce e con i suoni. 5) Ci sono dei modelli della tradizione cantautorale italiana ai quali Matteo Costanzo si ispira e che hanno contribuito alla sua formazione anche di musicista e produttore? Devo dire che ho ascoltato molta più musica estera che italiana, però ci sono delle band che da adolescente mi hanno formato, come i Verdena o i Subsonica e poi i grandi come Battiato, Lucio Dalla e Battisti.
6) Il 2020 e purtroppo anche il 2021 stanno privando i musicisti e i loro fans dell’occasione di incontrarsi dal vivo intorno a un palco. Un’astinenza forzata e impensabile solo un anno fa. Come hai affrontato e stai affrontando tale situazione?
Io sono molto “resiliente” perciò non ho sofferto troppo questo periodo, anzi mi sono concentrato sulla creatività e la composizione. In generale la musica però sta subendo un grave colpo perché essendo una forma di comunicazione, senza la condivisione non può esistere, sia per chi suona e poi per chi ascolta. Non può essere fruita né suonata in solitudine perché con il tempo perde il suo scopo primario, diventa una foto su Instagram e piano piano muore. 7) La nostra ultima domanda con la quale ti salutiamo e ti ringraziamo molto di essere stato qui con noi oggi diventa in realtà una piccola richiesta. Ti invitiamo a salutare i nostri lettori riprendendo un messaggio di particolare importanza contenuto all’interno di uno dei tuoi brani. Un saluto a tutti i lettori de “Il Termopolio”! “Andiamo nudi sulla Sabbia, è così facile vedere dentro l'acqua un'immagine di te, fidati dei sogni, ogni notte è una piccola morte un frammento di eterno, prendiamo coraggio buttiamoci dentro, sei pronto a cambiare te stesso?” Immagini fornite dall'Ufficio Stampa CGP Srl
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Aprile 2023
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