di Enrico Esposito
In occasione dell'uscita del suo singolo d'esordio "Anima e Colpa" il Termopolio ha avuto il piacere di intervistare la cantautrice calabrese Giada Tripepi in arte Rituàl a proposito della nascita di questo progetto e delle sue evoluzioni presenti e future.
1) Buongiorno Giada e grazie molte per aver accettato la nostra intervista. La prima domanda che mi viene in mente è riferita spontaneamente alla scelta del tuo nome d’arte Rituàl. Intanto grazie a voi per l’intervista. Il nome d’arte Rituàl nasce dall’esigenza di trovare un nome che rappresentasse i mondi sonori e le scelte lessicali che ruotano intorno alla musica che scrivo. Il nome “rituale” ricorreva spesso nella rosa dei nomi possibili da utilizzare, spesso in varie combinazioni. Poi l’ho abbreviato in Rituàl. Credo che sia un nome molto calzante per un’amante come me di suoni, riti e tradizioni del sud Italia (anche se spesso chi lo legge per la prima volta sbaglia spesso a pronunciarlo mettendo l’accento sulla “i” invece che sulla “a” come indicato anche graficamente). 2) “Anima e colpa” è il brano di debutto di questo tuo nuovo progetto musicale, il primo in lingua italiana. Quando è avvenuto l’inizio del percorso e quali sono gli stimoli e le motivazioni che ti hanno portato ad avviarlo? Ho iniziato a scrivere canzoni da bambina. Le scrivevo in inglese, un inglese scolastico ovviamente. Da lì in poi non ho mai smesso di scrivere. Quando sono arrivata negli Stati Uniti ho avuto la fortuna di fare gavetta suonando esclusivamente quasi solo pezzi miei (questa volta scritti in un inglese corretto!). Ne è seguito un periodo di pausa dopo cui ho preso la decisione di esprimermi in italiano. Non è detto però che prima o poi non torni a scrivere anche in inglese.
3) Ascoltando il tuo singolo senza dubbio un aspetto che colpisce all’istante è il fascino nascosto che trasmettono tanto il testo quanto le musiche. Non c’è fretta né spreco di parole o ritmi, bensì una modulazione anche del silenzio se vogliamo che rendono il clima della canzone catartico. Come hai lavorato alla composizione di “Anima e colpa”?
Grazie, è bello quello che dici a proposito del carattere catartico del brano e si sposa bene con quello che ha rappresentato per me scriverlo: una liberazione e una rinascita, lasciare andare per guarire. La prima bozza di Anima e Colpa nasce circa 3 anni fa, ma è solo durante il lockdown del 2020 che l’ho finita. Ero ancora negli Stati Uniti e avevo appena conosciuto Mattia (l’Avvocato dei Santi). Gli ho inviato il pezzo completo voce e chitarra, a lui è piaciuto e si è offerto di produrlo. Da lì abbiamo iniziato a lavorarci, rigorosamente a distanza: all’epoca infatti c’era ancora il travel ban di Trump che vietava di lasciare gli Stati Uniti. 4) All’interno di “Anima e colpa” si possono ritrovare molteplici tradizioni sonore ed “eredità” derivanti dal mondo cantautorale femminile. Com’è avvenuta la tua formazione musicale nel corso del tempo? Hai in particolare dei punti di riferimento artistici ai quali ti ispiri? Ho ascoltato tanta musica e ne ascolto ancora. La differenza è che oggi per fortuna sono molto più matura e selettiva. La scena grunge e stoner, così come quella punk mi hanno influenzato tanto. Di nostrano Carmen Consoli e Vinicio Capossela. Per il resto adoro Tom Waits. 5) Prima di fare ritorno in Italia hai vissuto per lungo negli Stati Uniti, dove ti sei esibita con frequenza intensa su numerosi palchi di festival e clubs. Ci sveleresti alcuni aneddoti di questa esperienza per te di speciale valore? Forse un aneddoto interessante può essere quello relativo alla prima volta in assoluto che ho suonato negli Stati Uniti, quello da cui poi è partito tutto. Si trattava di un open mic voce e chitarra allo storico locale di Philadelphia “Legendary Dobbs”. Avevo scelto di suonare lì perché ci avevano suonato anche i Nirvana e Pearl Jam. Il locale ha chiuso qualche anno dopo, ci sono rimasta davvero male.
6) Il passaggio di ritorno in Italia ha visto il tuo incontro con Grazia Di Michele che ti ha notata e ti ha inserita all’interno del gruppo-progetto “La Nuova Canzone D’Autrice”. Potresti raccontarci di questo incontro e della partecipazione al progetto?
L’incontro con Grazia è avvenuto quasi per caso, ho letto su internet che lei, Mariella Nava e Rossana Casale cercavano cantautrici per aprire i loro concerti. Le ho inviato il mio materiale e lei dopo qualche giorno mi ha telefonato dicendomi che le era piaciuto e che mi avrebbe inserito nel gruppo-progetto. 7) Nel corso dell’estate appena trascorsa Rituàl ha avuto l’opportunità di esibirsi per la prima volta dal vivo sia in alcuni contest che festival. Com’è andata e cosa stai preparando di nuovo per il pubblico? È stato bello ritrovarsi in sala prove con dei musicisti per poi tornare sul palco dopo tanto tempo. Al momento sto lavorando a dei pezzi nuovi, cercando di avere un ruolo sempre più prominente nella produzione. Di certo però anche intensificare l’attività live costituisce una delle mie priorità. Vedremo cosa succede, il periodo storico per i live non è dei migliori. Contatti social di Rituàl https://www.instagram.com/ritual.it/ https://www.facebook.com/ritualufficiale https://www.youtube.com/c/Rituàl1 Immagini gentilmente fornite dall'Ufficio Stampa (Morgana Grancia)
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Aprile 2023
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