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3/10/2020

La grande festa dei Blindur

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Abbiamo raggiunto telefonicamente Massimo De Vita, co-fondatore e leader della band campana protagonista di un'estate ricca di premi e concerti in giro per lo Stivale. E abbiamo respirato la loro atmosfera di celebrazione.

di Enrico Esposito
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Massimo De Vita ha varcato da non molto la soglia dei trent'anni ma porta sulle spalle, con i suoi Blindur, 400 concerti alle spalle, riconoscimenti assoluti, e soprattutto differenti percorsi musicali. Originario di Cardito (Napoli), è il capobanda di un progetto che, se non fosse per i testi in italiano, farebbe pensare a una provenienza lontana chilometri, da attribuire alle foreste canadesi o ai deserti ghiacciati islandesi. Il folk trascinante sulle diramazioni elettroniche, il benedetto richiamo del passato e la capacità di saper guardare la realtà attuale in tutte le sue valenze sembrano nascere dalla tranquillità prodotta dall'incontro con la forza millenaria della natura incontaminata, selvaggia e silente, che si ritrovano ad esempio nei Bon Iver e Sigur Rós. Senz'altro queste rappresentano fonti di ispirazione per Massimo, navigatore della scena compositiva italiana nelle vesti di produttore, che accolse in dono da Jónsi al termine di un concerto una sorta di eredità decisiva per la scelta del nome d'arte con cui battezzare "la sua pensata" in tandem con Michelangelo Bencivenga.  Un incontro partito con la richiesta di un autografo e poi trasferitosi su un terreno inatteso, particolare perché da allora germogliato definitivamente sotto l'etichetta di Blindur (nell'occasione Jonsi, cieco da un occhio, si accorse che Massimo non vedeva e dalla firma la conversazione si spostò su questo argomento). Con l'album omonimo pubblicato nel 2017 il duo De Vita - Bencivenga, sforna un'opera prima accurata e innovativa che colpisce pubblico e critica italiani e gli permette di sbarcare in pochissimo tempo all'estero. Nel corso degli anni trascorsi il power duo incontra naturali evoluzioni, modella ma non muta la sua identità sino a raggiungere uno stato di grazia in cinque elementi, che oggi è intento a celebrare.
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Dopo un temporaneo allontanamento di Michelangelo, nel 2018 Massimo compone e realizza quasi totalmente da solo il secondo capitolo di inediti "A", che raccoglie dapprima l'innesto di Carla Grimaldi al violino, per poi raggiungere con l'arrivo di Luca Stefanelli al basso e Jonathan Maurano alla batteria e il ritorno di Michelangelo la formazione attuale "da band". "A" aveva già apportato all'interno della poetica dei Blindur un'ampliamento degli orizzonti sia narrativi che sonori, orientato ad affondare con maggiore decisione il coltello nei risvolti dark della mente e del mondo affidandosi a una pronunciata esuberanza rock e elettronica. Nelle sue nuove canzoni Massimo si concentrava sulle oscurità senza perdere tuttavia l'intenzione di affermare la volontà di credere nella luce, della semplicità di condividere ricordi e sentimenti e della fiducia in un futuro molto concreto, da ritenere una concreta fortuna nelle mani di chiunque piuttosto che un oggetto misterioso caricato di aspettative o dubbi. "Futuro presente" fa da termometro delle temperatura di "A", "Invisibile agli occhi" ne rappresenta un altro tassello di rilievo, piazzato nell'apertura del disco e scelto per partecipare alla finale dell'Edizione XXXI dello storico Premio Musicultura disputata all'Arena Sferisterio di Macerata il 28 e 29 agosto scorso. Eseguita con la formazione al completo che sta attraversando l'Italia post-lockdown in un tour colmo di appuntamenti, la performance intensa e energetica di "Invisibile agli occhi" ha consentito ai Blindur di trasmettere il messaggio scrupoloso del brano, con la vittoria dei prestigiosi Premio della Critica e del Premio A.F.I. (Associazione Fonografici Italiani).


Il 4 settembre all'interno della suggestiva cornice di Santa Margherita Ligure, la band partenopea ha ottenuto un ulteriore riconoscimento della musica d'autore, la targa "Beppe Quirici" al miglior arrangiamento, a suggellare un periodo straordinario di festa. La quarantena forzata in primavera è stata affrontata da Massimo De Vita nella tranquillità di recuperare il tempo sempre scarso a causa dei numerosissimi impegni. Tra letture e ispirazioni, i mesi di lontananza dagli altri membri della band hanno cementificato l'intesa particolare al'insegna della leggerezza, di contro alla pressione e all'ossessione di porsi e cogliere determinati obiettivi. Massimo insiste su questo aspetto soprattutto quando parliamo di "3000remiX", l'ultimo Ep dei Blindur pubblicato il 3 luglio, contenente sette parallele versioni di "3000X", altro importante capitolo incluso in "A". Riformulazioni inedite, rieditate e rielaborate in salse molteplici sotto il sapiente lavoro di djs e musicisti (le sperimentazioni di Marco Messina dei 99 Posse, l'impronta psichedelica di Mago e di ADM, il reggae targato Sanacore All Star, il neapolitan sound reso da Whodamanny). Reinterpretazioni primitive, metropolitane, post- apocalittiche che colgono i salti spaziali e le successioni temporali scandite da un testo che invoca una danza tribale, ancestrale. Massimo confessa come "3000X" abbia rappresentato un autentico punto di svolta durante il tour che lo scorso anno ha promosso la pubblicazione di "A" e inaugurato il passaggio alla nuova dimensione per Blindur. La sacralità di quel momento è rimasta intatta producendo la lavorazione spontanea dell'Ep e pochi mesi dopo la ribalta di un tour ancora vivissima a più di un mese dalla sua apertura (il 21 agosto al Rural Dimensions Festival di Bellosguardo, in provincia di Salerno).
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Contatti

Facebook: https://www.facebook.com/Blindur
YouTube: https://www.youtube.com/user/blindurofficial
Instagram: https://www.instagram.com/blindurofficial
Spotify: https://spoti.fi/30UnVpN
Sito web: https://blindur.org


Immagini gentilmente fornite dall'Ufficio Stampa Big Time

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