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17/8/2018

La lezione di sensibilità e cultura del Professor Vecchioni

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di Enrico Esposito
Domenica 12 agosto nell'ambito della manifestazione culturale Marenia con la partecipazione di Officine Garibaldi, Roberto Vecchioni ha fatto tappa a Marina di Pisa per un nuovo appuntamento del suo tour "La vita che si ama". Ma per il pubblico presente non si è trattato solo di un magnifico concerto.
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"L'amore è sentire che c'è qualcun altro al mondo oltre a noi"
Roberto Vecchioni

Il Professore ne ha combinata un'altra delle sue. Con l'invidiabile franchezza e il profondissimo tatto che l'hanno eletto uno dei più fini interpreti della canzone italiana, ha trasformato Piazza Gorgona di Marina di Pisa in un'arena a cielo aperto, profumata da essenze molteplici in una notte fresca di metà estate. Non ha soltanto regalato al buon pubblico presente i brani più intensi e travolgenti della sua cinquantennale carriera. Ha dato vita, servendosi del semplice dono della parola e della sincerità, a un viaggio trasversale dal passato al presente, soffermandosi sull'intimità dei sentimenti personali e sulla mediocrità dei fenomeni collettivi. Roberto Vecchioni si è avventurato in una coinvolgente orazione che ha tenuto conto di Cristo come di facebook, del mistero più affascinante della storia che si chiama donna e dello sprofondare mediocre di cui è vittima la cultura in questo tempo. Ha fatto tutto questo raccontando prima di ogni canzone un aneddoto tratto dalle pagine di una vita all'interno della quale c'è stato spazio per tutto: eccessi, sofferenze atroci, gioie altissime, scoperte continue.

Poco meno di due mesi fa (il 25 giugno per la precisione), colui che ha ricevuto il soprannome distintivo di "Professore" perché per oltre trent'anni ha ricoperto il ruolo di insegnante di latino alle scuole medie - superiori, ha compiuto settantacinque anni. Un traguardo importante, del quale si è detto molto orgoglioso, perché raggiunto in ottima forma sia fisica che intellettiva, dopo averne affrontate tante ma essere riuscito a conservare sempre una curiosità straordinaria per le realtà del mondo e del tempo, un amore forsennato e furioso per la cultura e i suoi miracoli, rispetto e venerazione supremi per l'intero mondo femminile. In una serata dedicata in primis alla condanna di ogni forma di violenza sulle donne, Roberto Vecchioni ammutolisce i presenti mettendo in mostra una sensibilità eccezionale, che non trae le proprie conclusioni al termine di ragionamenti astrusi e pomposi.

​Da acuto osservatore della storia e dell'uomo, il cantautore anche con ironia esprime la sua ammirazione per la donna in generale, senza alcuna distinzione di età, nazionalità, aspetto, cultura. La donna è per Vecchioni una creatura straordinaria in grado di scalare montagne di fronte alle quali l'uomo si ferma a metà malapena. La donna ha ricevuto in dote dal Signore il privilegio e allo stesso tempo il peso di conferire la vita, di portarla nel proprio grembo e rivelarla al mondo. E la donna possiede per questo motivo con i figli un legame magico, assoluto, ed è bella a tutte le età, sempre. Il Professore ne coglie la sua essenza massima attraverso i suoi brani. Da "Figlia" a "Il tuo culo e il tuo cuore", splendido madrigale che dedica alla sua donna, compagna da ben trentotto anni, fino a giungere a "Due madri", omaggio alle due nipotine Nina e Chloe e alle loro due madri, la figlia Francesca e la sua compagna. Il cantautore racconta al riguardo il momento in cui Francesca all'epoca adolescente gli confessò con imbarazzo la sua omosessualità, ricevendo da parte sua una reazione inaspettata perché baldanzosa e dolce allo stesso tempo ("Che c...? Non potevi dirlo prima?"). 
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Amore è una parola che si rincorre innumerevoli volte tra una lirica e l'altra di Vecchioni. Anche nella serata di Marina, l'artista brianzolo passa in rassegna sfumature diverse del sentimento più alto e mascalzone. L'entrata sulla scena supportato dalla sua band si materializza con le note di "Stranamore", per l'appunto, il brano che rappresenta per eccellenza l'ubiquità dell'amore, racchiusa in un gesto o in uno sguardo, l'amore coniugale e adolescenziale, l'amore filiale, tra un padre e un figlio, come il cantautore e suo figlio Edoardo, che a dodici anni manifestò i primi sintomi di una terribile malattia (sclerosi multipla). Con "Le rose blu", lirica dal testo e alla malattia struggenti, Roberto Vecchioni ripercorre il dramma di questa vicenda, ma anche la speranza di vincere insieme, di crederci fino alla fine. E poi l'amore per i giovani e l'educazione, reso nella sua massima espressione in "Sogna ragazzo sogna", il testamento che il Professore lasciò in eredità ai suoi ultimi studenti. L'amore per la musica, apertamente svelato in "La mia ragazza", e quello per la poesia, riguardo al quale il cantautore decide di condividere una vera e propria chicca con i suoi fans, parlando del divertente incontro con Eugenio Montale a soli cinque anni.

Dicevamo dell'amore, dell'amore per antonomasia, tra due partners, ma anche l'amore per la natura e i suoi prodotti, l'adorazione della cultura. Uno spettacolo della vita, che però l'uomo arriva spesso a rovinare a causa di ragioni diverse. Come il poeta Fernando Pessoa che in punto di morte rimpiange il fatto di non averlo vissuto appieno ("Le Lettere d'Amore") a esempio, oppure le ragazze al giorno d'oggi che credono di far innamorare gli uomini mostrando il proprio corpo sui socials, non rendendosi conto d'altra parte che per conquistare occorre colpire l'anima e non solo gli occhi. Come le grandi multinazionali del cibo che per interesse diffondono periodicamente psicosi mondiali, oppure la convinzione generale di avere la facoltà di poter giudicare e esporre tutto di sé sulla rete, online, riducendo sempre più il confronto a tu per tu tra una persona e l'altra. Gli uomini e le donne stanno perdendo inesorabilmente il piacere avvincente del dialogo, sul suolo di un mondo superficiale, "il quinto piano" lo chiama un Vecchioni afflitto, nostalgico del Novecento vibrante e umano. Ma ciononostante, non è il caso di mollare del tutto la presa, di abbandonare del tutto il furore dell'invenzione, dell'arte, della passione.
​
Per questa ragione la musica e il buonumore trionfano nella notte di Marina grazie ai toni epici di "Samarcanda" e "Bandolero stanco", alle lucide riflessioni tra passato e presente in "Dentro gli occhi", all'infinita emozione sentita ascoltando "Luci a San Siro". Versi intramontabili e giovani come il Professore.

Immagini tratte da pisatoday

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