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9/3/2018

L'apoteosi dei Baustelle

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di Enrico Esposito
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La maggior parte dei media parla di una notizia a sorpresa ma noi invece non siamo rimasti stupiti più di tanto. Anzi all'annuncio dell'uscita il prossimo 23 marzo del volume n.2 de "L'Amore e la Violenza", settimo album in studio dei Baustelle, siamo stati impossessati da un'attesa dolce mista a una sete ingorda e oscura. La band di Montepulciano dal 2005 fortificatasi intorno alla triade di "genitori" Francesco Bianconi (voce, chitarre, tastiere, testi), Rachele Bastreghi (tastiere, voci e percussioni) e Claudio Brasini (chitarre) ha pubblicato il primo volume del doppio disco, "L'Amore e la Violenza" per l'appunto, il 13 gennaio scorso dopo averlo preannunciato mettendo a disposizione un free download di un brano inedito, "Lili Marleen", nell'ottobre precedente e svelando il 30 dicembre sul proprio sito il primo singolo "Amanda Lear". Anche per l'Lp che si appresta a scrivere un nuovo capitolo importante della loro storia, l'ensemble toscano sta attuando una "campagna" di avvicinamento sorprendente nei contenuti espressi e nella veste accurata che li circonda e li rende vincenti. 

Questa volta infatti Bianconi & co "si sono divertiti" ad affidare l'annuncio ufficiale dell'uscita dell'album attraverso un teaser - trailer attraente che mostra i musicisti stessi travolti in un vortice di immagini angoscianti e gotiche che sembrano direttamente tratte dai film horror italiani cult anni '70 da Dario Argento a Lucio Fulci allo stesso Pupi Avati. Teste di bambole di plastica per nulla rassicuranti, ragazze terrorizzate e urlanti, gocce di sangue in un tumulto di psichedelie e cerchi concentrici che si risolvono in un Baustelle a tinta rossa in orbita, il titolo del nuovo lavoro e una didascalia "Dodici pezzi facili", che con ironia e charme descrive la particolare ispirazione che sta investendo la band in questa fase della sua carriera giunta oltre il ventennale. Dopo aver prodotto con "Fantasma" del 2014 un approfondimento di proporzioni ampie su un sound sinfonico e orchestrale, i Baustelle si sono trovati dinanzi a un bivio fondamentale: proseguire nella medesima direzione dando una svolta ancor più innovativa alla loro carriera, oppure ritornare a dettare le regole di una restaurazione del genere pop. Hanno scelto la seconda via, la dimensione che permette loro di penetrare a fondo nei pensieri loro e degli ascoltatori, coetanei o no.
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"L'Amore e la Violenza" in tal senso aveva messo in chiaro le cose sin da subito. L'immagine hippy, erotica e anni '60 di due belle donne che si abbracciano e sorridono. Un'efficace nostalgia retro, dell'epoca d'oro del cantautorato italiano di Tenco, Endrigo, De Andrè, considerato da Francesco Bianconi il miglior periodo in assoluto per la musica contemporanea. Non può essere che lui l'autore di tutti i testi del primo come del secondo volume dell'album, lui compositore affermato per molti altri colleghi, nello stile, nel portamento e nell'imperturbabilità della sua voce mod di seconda generazione. "L'Amore e la Violenza" raccoglie come un diario di fotografie dal fronte storie molto spesso con protagoniste femminili ("Amanda Lear", "Betty" "Veronica, n.2", primo singolo della seconda parte del disco svelato da pochissimi giorni), storie di amore, di adattabilità al mondo di oggi, di disagio, sullo sfondo di una realtà in conflitto e violenza, il contraltare. 

​L'amore e la violenza, il lato a e il lato b della filosofia dei Baustelle. Due forze intrecciate e molto più vicine di quanto si possa pensare: perchè la violenza può essere commessa contro sè stessi ma per necessità di amore, di estasi. E così l'amore può essere considerato "un'idiozia di questi anni" ( "Il Vangelo di Giovanni"), ma le sue follie sanno prendere possesso completo della mente e con forza rendere vani i giudizi negativi altrui. I Baustelle de "L'Amore e la Violenza" sono magnificamente spietati nella fotografia della vita. Lasciano emergere in gran pompa quanto sia vitale la visione personale di ogni uomo o donna, l'elasticità nel prevaricare le opinioni comuni, le "borghesità" che sputano in faccia. E insegnano l'ammirazione sincera nei confronti di chi vive su linee di pensiero diametralmente opposte, senza prendere le distanze a prescindere dai nullafacenti, i tossici, i lacchè. "Veronica, n.2", singolo d'antipasto a "L'Amore e la Violenza" che sta arrivando, riparte dal palcoscenico elettronico di synth e percussioni campionate che hanno lasciato in soffitta orchestra e batteria, sublimato dai cori di Rachele Bastreghi e da uno stile narrativo che celebra la poesia, l'arte, la storia.
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  Immagini tratte da:

- Immagine 1 da www.rockon.it
- Immagine 2 da www.rockol.it
- Immagine 3 da
 https://www.facebook.com/baustelleofficial/
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