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25/11/2020

Libertà di spaziare

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di Enrico Esposito
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A Filippo D’Erasmo diverte rimanere sospeso a mezza aria. In bilico tra realtà e invenzione, tra cronaca e romanticismo. Un “vizio” che porta dentro di sé da tanto tempo, una tendenza alla ricerca contemporanea dell’impianto strumentale e del lavoro compositivo già cara quando in un passato non troppo lontano il giovane cantautore piemontese ha suonato tra le fila di diverse bands (Indiepercui, Nubi, La Scimmia Nuda). Al termine del 2018, Riccardo Filippo (questo il suo nome “al secolo”) ha deciso di compiere una scelta, per le ragioni dette, del tutto naturale, intraprendendo un percorso solista che due anni dopo scorre nel pieno delle sue forze. Il biglietto da visita per la sua second life artistica si lega da un lato alla sua carta d’identità, trasformando il suo cognome in nome, e dall’altro al gusto evocativo (D’Erasmo richiama evidentemente Erasmo da Rotterdam) e formazione personale (omaggio a Rodrigo D’Erasmo, il grande violinista). La fusione di intenti pertanto si ritrova già qui, seppur nascosta, espressa tuttavia in maniera netta sul terreno più importante, ossia le canzoni che Filippo D’Erasmo ha rilasciato a partire dal dicembre del 2018 con il singolo di debutto “Monica sulla Spiaggia di Follonica”, e il successivo “Anna”, pubblicato nel settembre 2019. Due racconti molto vicini tra loro, in cui piacevoli ricordi autobiografici giocano a trasformarsi nella fantasia: in entrambi i casi D’Erasmo dà l’impressione di ritornare sui “luoghi del delitto” imbracciando la chitarra, per ricostruire un deja vu rilassato, acustico, scivolando in un crescendo di strumenti che sfiorano l’elettronica. Due donne sono la figura fondamentale alla quale si dirigono le sue considerazioni, la “partner in crime” che diventerà un elemento chiave tra una storia e l’altra contenute nelle canzoni. Un punto di riferimento positivo, un’ancora di salvezza pensando a “Norimberga”, altra traccia in uscita nel dicembre del 2019, stavolta segnando un passaggio rapido sin dal primo ritornello dal cantautorato al pop elettronico, e il desiderio maggiore di compiere un viaggio astratto, in un luogo mai realmente vissuto.

​Il 15 aprile del 2020, Filippo D’Erasmo, raccoglie i primi semi piantati e inaugurano altri filoni narrativi, dà vita al suo primo Ep, “Canzoni part – time”, che lui definisce “una sorta di tavolozza”, alludendo alle differenti tonalità che fuoriescono da un intreccio di tematiche che si intersecano tra retro, intimità e sociale. Questo Ep non insegue un concept unico, è scevro da un piano nevrotico frutto dell’urgenza di lanciare un prodotto sul mercato: al contrario rappresenta la serena decisione di permettere al pubblico di valutare l’assortito repertorio dell’artista emergente. “Canzoni part – time” aggiunge alle tre canzoni già note “Milano, Ilaria e La Nebbia”, una ballata che riprende il filo delle precedenti spingendo l’acceleratore su un mood puntato sulla rabbia invece delle malinconia, e “Zion Shaver”, che porta l’attenzione su un piano aggiuntivo. Qui il cantautore indossa gli abiti di un diarista per condividere una scoperta molto importante fatta anni fa grazie ad un articolo di giornale. Zion Shaver è il primo wrestler sin dalla nascita completamente privo di arti inferiori, che dopo essere stato sballottato da piccolo da una famiglia all’altra, ha trovato in  Kimberly Hawkins, impiegata dei servizi sociali di Colombus, e Gil Donahue, allenatore della squadra di lotta della Washington High School di Massillon, (cittadina a 80 km a sud di Cleveland), due persone che si sono veramente occupate per prime di lui, aiutandolo a raggiungere il traguardo straordinario di poter competere con i normodotati. Sulla sua pagina, D’Erasmo si riflette nella mente dell’atleta dedicandogli una poesia moderna, in cui la cornice del suono va di pari passo con l’affermazione. 
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​Il testo nasce e viene seguito in seguito dalla chitarra e dal piano che ricamano il vestito migliore. Anche da questa prospettiva si segnala la libertà di spaziare caratteristica del metodo di lavoro dell’artista piemontese. “Cerchio di fuoco” chiude virtualmente, per il momento, la sua produzione. Un singolo nuovo di zecca pubblicato appena un mese fa, ispirato dal background affascinante quanto pericoloso nascosto dietro “Ring Of Fire”, celebre riferimento che Johnny Cash riservò alla sua storia d’amore infedele con June Carter. Filippo D’Erasmo la ascolta e guarda il film che la ripropone (“Walk the line”), avverte il bisogno emotivo di descrivere alla luce un amore proibito, che per l’entità delle sue dinamiche si allarga giocoforza a una dimensione universale. “Cerchio di fuoco” è un altro tassello che si inserisce.

​Immagini tratte da:

Immagine 1 da pagina facebook ufficiale di Filippo d'Erasmo
Immagine 2 da amazon.com

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