La voce degli Heartless Bastards è stata ospite dell'Ex Cinema Aurora di Livorno in una delle date del suo tour da solista europeo.
Quando Erika Wennerstrom dal silenzio comincia a suonare lo fa con i primi due accordi che si ripetono leggeri all'inizio di Marathon. Inizia così la scaletta, come inizia Arrow, il penultimo album uscito degli Heartless Bastards. Capelli biondi e chitarra, seduta nella sala dell' Ex Cinema Aurora di Livorno, in un atmosfera intima che si sposa alla perfezione con l'atmosfera dei brani, un grande salotto ricavato dalla sala di un cinema abbandonato che ha ritrovato l'anima una manciata di anni fa.
Erika, originaria dell'Ohio è la voce e la guida degli Heartless Bastards, gruppo ormai realtà consolidata negli Stati Uniti ma che sta trovando negli ultimi anni nuovo pubblico fuori dal suolo americano. Nato nel 2003 a Cincinnati ha avuto una svolta dopo che Patrick Carney dei Black Keys ha presentato un loro demo alla Fat Possum Records nel 2004. Fra una recensione entusiastica di Rolling Stones e l'altra, dal primo Stairs and Elevators del 2005, è uscito nel 2015 l'ultimo e quinto album, Restless Ones, punto di arrivo di un percorso in cui ai suoni iniziali si sono aggiunti elementi nuovi e contemporanei fino ad arrivare ad un rock di varie sfumature, un po' rock 'n roll anni '70, un po' psichedelico, blues e country. Si sono susseguite diverse formazioni fino all'uscita di Arrow nel 2012 e al trasferimento della loro sede ad Austin, Texas, ma la Wennerstrom ne è parte fondamentale dall'inzio, punto fermo intorno al quale il gruppo ruota e si forma. Una donna che fa rock, cantante, chitarrista e compositrice dalla voce potente e riconoscibile.
Finito il concerto mi confessa che è la prima volta che viene in Italia e ne è entusiasta. Mi racconta di essere stata in Svizzera e che, dopo una data a Caserta, volerà in Inghilterra per tutto giugno. Chissà che dopo tante formazioni cambiate in questi anni ci sia in progetto un album da solista o se la solitudine del tour (oltre che per gli elevati costi) è dovuta a un semplice bisogno di riposo solitario nel vecchio continente dopo un maggio fitto di date su e giù per gli Stati Uniti. Un bisogno di riposo e di riflessione, di introspezione, elementi che sicuramente sono facilmente riconoscibili ascoltandola dal vivo ripercorrere da sola il filo del suo percorso artistico, saltando da un disco all'altro, con la sensazione di ascoltare qualcosa che viene da lontano ma nella quale ognuno si può immergere e immedesimare. Certamente fa un po' strano pensare ad un pezzo di Texas a Livorno, seduta davanti al microfono con in braccio una chitarra, a terra un calice di rosso, alla presenza di non molti fortunati silenziosamente rapiti dalla sua voce in una sala che ha una storia ma un’atmosfera informale e calda che il locale stesso definisce un luogo “per sentirsi a casa fuori casa”. In alcune interviste passate ha detto che alcuni dei suoi brani sono nati proprio dall'ispirazione derivata da viaggi solitari fatti in America e la sensazione del viaggio è facilmente trasmessa a chi ascolta, anche se è comodamente seduto con i piedi ben piantati per terra.
Chiudi gli occhi e un po' ti trovi con il vento sulla faccia, su una di quelle lunghissime strade assolate e dritte che tagliano luoghi polverosi e deserti. In attesa del prossimo disco, è un viaggio che vi consiglio di fare. Immagini tratte da: Img 01: http://music.blog.austin360.com/2015/10/21/nathaniel-rateliff-heartless-bastards-to-tape-acl-in-november/ Img 02: http://thetalkhouse.com/wp-content/uploads/2015/06/press2-e1434575789925.jpg
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Aprile 2023
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