Ad osservare la sua imponenza e vitalità, a rimanere catturati da quello spilungone secco e ciuffo caratterizzante che occupa il centro magnetico del palco, non si sa a quale divinità rivolgersi per capire come sia possibile che Federico Fiumani abbia 56 anni. Anche nell'aspetto e per non parlare della voce, che egli modella magistralmente tra un brano e l'altro, il leader dei Diaframma sembra il giovane vigoroso di trent'anni fa che con la pietra miliare "Siberia" e tanti altri successi importò in Italia l'onda new-wave britannica capeggiata dai Joy Division. Erano loro, i Diaframma, che trassero il nome dal componente della macchina fotografica, a costruire insieme a Skiantos, CCCP, CSI, Litfiba una realtà rock ribollente specialmente nell'underground dell'Italia centrale, lasciando un'impronta perpetua nei fans dell'epoca. Per fortuna, decenni dopo, in misura maggiore durante l'ultimo, l'exploit di Internet e delle multiformi piattaforme musicali da esso rese disponibili hanno consentito al sottoscritto e ai suoi coetanei di avere accesso non soltanto agli archivi sonori, ma anche al significativo patrimonio video riguardante la storia di queste originali bands. Per questa ragione, venerdì scorso, 28 Ottobre, il Deposito Pontecorvo di via Carducci radunava in occasione del concerto di Fiumani & co un entusiasta pubblico eterogeneamente diviso tra coetanei di Fede e coetanei del sottoscritto. Sono brividi ai primi tre accordi della title-track "Siberia". Si viene circondati dalle tenebre e dal freddo, nell'impressione di venire risucchiati per davvero al centro di un deserto irraggiungibile, e il tono di narrazione che senza trasporto emotivo dipinge l'assoluto isolamento del luogo sentenzia, Nonostante siano trascorsi 32 anni dall'uscita di questo LP, nonostante del quartetto originale non esista più nessuno se non "lo spilungone dal ciuffo pronunciato", non si avverte alcuna differenza nell'esecuzione a menadito dell'intero album che la band fiorentina nel corso di quest'anno sta regalando alle platee di Nord-Sud-Ovest-Est Belpaese e al di là dei confini alpini. Ascoltandoli suonare e vivere con il corpo e l'espressione del viso le frasi dei testi anche chi incuriosito si presenta ad un loro concerto per la prima volta si rende presto conto che a dominare sul palcoscenico si trovi un'immensa e semplice voglia matta di dedicarsi alla musica, di esaltarla e renderle merito. Di darsi anima e corpo, e tentare ogni volta se possibile una fusione o quantomento un parallelo tra le note e le parole, tra l'incedere dei ritmi e l'evolversi del racconto, tra lo zigzagante cambio di melodia e il punto morto di uno sfogo sulla carta. Con un'intesa di squadra affiatata, i quattro componenti danno luogo ad una rivisitazione di più di trent'anni di storia dei Diaframma, dividendosi tra brani trascinanti ("Gennaio", "Asterdam" che dal vivo brilla di un vigore straordinario) a riflessioni liftate ("Labbra blu", "Oceano") che in due ore si abbattono come proiettili sul pubblico. Finita una canzone, senza fiato ne comincia subito un'altra nello stesso modo in cui produce senza pausa un concept album. E come da consuetudine, "Siberia" apre le danze alla fine chiuse da "Libra". Ma negli anni Duemila, col Terzo Millennio, anche i Diaframma non rifiutano il bis dopo la pseudo-fine del concerto, e risaltano a bordo congendandosi con "Mi sento un mostro", adottata da un pò di anni a questa parte a rappresentativa conclusione. Ma se sotto i riflettori il lavoro dei Diaframma termina tra gli applausi, dall'altro lato, accanto al bancone delle bevute, all'interno di un piccolo angolo del locale ritrovi pochi istanti dopo l'ultima canzone il batterista Lorenzo Moretto e il bassista Luca Cantasano (il chitarrista è invece Edoardo Daidone) intenti a vendere i dischi come una band indipendente seria fa. Un'altra data del ricco e aggiornato tour "Siberia reloaded" è riuscita. Federico Fiumani saluta i supporters dopo aver messo in scena l'ennesima prova di classe della sua carriera invidiabile e mai doma, illuminata da una creatività assordante, instancabile. Vanno soltanto a lui i complimenti per aver evitato che un punto di riferimento così importante per la musica italiana scomparisse a metà degli anni '80, e sia invece assurto a nuova luce e fasti, culminati in una dose eccezionale di nuovi album dall'Ep di "Gennaio" del 1989 alla ristampa dello scorso anno de "Il ritorno dei desideri". E doverosamente non si possono non citare la vittoria del Premio Ciampi del 1995, e il filo conduttore lungo i tre decenni che ha visto Fiumani esprimere la sua vena profondamente cantautoriale, solo chitarra e voce, attraverso il Live "Confidenziale" del 1992, l'album di covers delle ballate di grandi maestri italiani intitolata "Un ricordo che vale dieci lire" del 2014 e il successivo inedito del 2015 "Buchi nell'acqua" con Piero Pelù. Nel solco della tradizione dei veri artisti, esponenti dell'arte musicale, operai testardi e umili malgrado quarant'anni di storia alle spalle.
Immagini tratte da Pagina fb Diaframma
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Marzo 2023
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