Non è così consueto collocare Raphael Gualazzi fra i tormentoni estivi, vederlo lì fra Alvaro Soler, J-Ax, Fedez e Rovazzi.
Classe 1981, diplomato in pianoforte al Conservatorio di Pesaro, incide il suo primo lavoro discografico nel 2005, Love Outside the Window. Partecipa a vari festival jazzistici italiani e poi ad un tour fra Vermont e New Hampshire, The History and Mistery of Jazz, a fianco di sette musicisti dalle diverse estrazioni musicali fra i quali Steve Ferraris. Dalle jam session di New Orleans all’incontro con una delle signore della discografia italiana, Caterina Caselli, che gli procura un contratto con Sugar. La vittoria nel 2011 della categoria nuove proposte sul palco di Sanremo e il secondo disco Reality and Fantasy, un secondo posto all’Eurovision Song Contest, tour in Italia e all’estero, spot televisivi, la sigla di Che tempo che fa di Fabio Fazio, il terzo disco, Happy Mistake. Un successo sempre crescente di un pianista eclettico e cantautore estremamente versatile che affonda le sue radici nella cultura jazz e si espande sempre di più verso tutti i possibili colori che la musica offre, sempre nella semplicità, riservatezza e timidezza che lo contraddistinguono. Eppure, con il suo singolo L’estate di John Wayne, il suo ritorno dopo due anni di silenzio è andato proprio ad occupare le alte sfere delle classifiche estive, conquistando un largo pubblico con un brano luminoso, allegro ed ottimista che affianca la semplicità alla consueta ricchezza del cantautore italiano. Un brano dal sapore retrò che in alcuni momenti ricorda Battiato con un’ambientazione che ricostruisce pezzetto per pezzetto l’immaginario collettivo e nostalgico attraverso un puzzle di citazioni che vanno da Fellini a Lupin, da Figli delle stelle a Pertini e John Wayne, ma rimanendo sempre leggero e spensierato. Ad estate ormai archiviata, il 23 settembre scorso è uscito il disco Love Life Peace, presentato in anteprima al Blue Note di Milano. Il brano estivo entra così a far parte di un quadro più complesso e variegato composto da 12 tracce e una bonus track.
Primo disco che non è scritto e arrangiato esclusivamente da due sole mani ma frutto di collaborazioni fra le quali quella fondamentale negli arrangiamenti e nella produzione di Matteo Buzzanca. Le parole d’ordine sono “divertissement”, “versatilità” e “contaminazione”. Dall’R’n’B al rockabilly, al soul, blues, pop, jazz, disco, dagli anni ’60, ’70, ’80 ad oggi. Non un estremo cambiamento ma il continuo di un percorso partito forse da quella Follia d’amore presentata a Sanremo e proseguito in Happy Mistake. È il (momentaneo) punto di arrivo del mutamento compositivo di Gualazzi che, di album in album, arricchisce le sue basi jazz con sonorità sempre diverse fino ad allontanarsene e arrivare, in Love Life Peace, anche a mondi a lui decisamente lontani come la musica dance e disco anni ’80. Un disco di ampio respiro internazionale, semplice ma articolato, dagli arrangiamenti ricchi, la pluralità di linguaggio e la mescolanza di stili che risulta alla fine omogenea e convincente.
Si passa dalla sperimentazione di Mondello Beach, racconto di un immigrato siciliano a New Orleans che viene riportato in Italia dall’amore per Carmelina, in un inglese misto a ragusano che si ritrova sia nella lingua che nella musica, ad una ballad pop dal forte sapore contemporaneo come Say I do. La sofisticata voce di Malika Ayane arricchisce Buena Fortuna, brano scritto con Gino Pacifico, che unisce dolcemente pop e sonorità samba in un augurio e un invito a seguire il proprio cuore e i propri desideri. Un invito invece a superare i propri limiti e i propri confini viene da Figli del vento, energica descrizione di un lancio col paracadute che diventa metafora di un viaggio introspettivo verso le proprie contraddizioni. L’ispirazione a Ennio Morricone, Leonard Cohen e Tom Waits danno a Quel che sai di me un’atmosfera lenta e introspettiva che contrasta con l’energia ritmata di Lotta Things, incentrata sulla frenesia della vita consumistica e dei suoi futili problemi in forte contrasto con quelli del mondo meno fortunato.
Love Life Peace si fonda quindi sulla sperimentazione e sulla pluralità musicale, mai banale ne scontata, unendo il vecchio e il nuovo che c’è nella musica e il vecchio e il nuovo che c’è in Raphael Gualazzi, accontentando un ampio ventaglio di ascoltatori. Il 18 novembre sarà live al teatro Creberg di Bergamo, data di apertura del tour che si concluderà a dicembre. Immagini tratte da: Immagine 01: http://www.newsmusica.it/raphael-gualazzi-annuncia-love-life-peace-nuovo-album-di-inediti-1493 Immagine 02: http://www.rtl.it/notizie/articoli/raphael-gualazzi-e-l-estate-di-john-wayne/ Immagine 03: http://www.radioitalia.it/news/raphael_gualazzi/nuova_uscita/12760_%E2%80%9Clove_life_peace%E2%80%9D_e_il_nuovo_album_di_raphael_gualazzi.php
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Marzo 2023
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