Spero di poterlo fare un giorno, ma per il momento non ho ancora avuto modo di sapere quante parole in italiano conosca effettivamente Laura Pergolizzi, la cantautrice newyorkese che sotto lo pseudonimo di LP sta spopolando in Italia come in tanti altri Paesi con il singolo "Lost On You". Classe 1978, nata ad Huntington, Long Island, New York, ma trasferitasi successivamente a Los Angeles, ella possiede un' "italianità" solo d'origine derivatale dalla madre napoletana e dal padre metà siciliano e metà irlandese. Anche se ha recentemente dichiarato in un'intervista rilasciata a RaiNews24 che considera molto italiana l'atmosfera malinconica e romantica ricreata da "Lost On You", brano nato in un periodo per lei ricco di idee e positività. Nonostante sia stata allevata in una famiglia che premeva per una carriera da avvocato o medico, Laura ha trovato nella passione canora della madre una delle prime ispirazioni per la sua formazione musicale, di stampo fondamentalmente folk-rock da Joni Mitchell a Jim Morrison, da Robert Plant a Jeff Buckley e Kurt Cobain. Ricerca scritturale e grinta, sperimentazione strumentale e teatralità, studio intenso nell'utilizzo della voce e un'importante aria "soffusa" che si riscontra nel suo stile sin dai dischi iniziali.
Dall'autobiografia presente sui socials senza mezzi termini la cantautrice parla delle difficoltà riscontrate durante la gavetta, dei due album "Heart-Shaped Scar" (2001, chiaro omaggio ai Nirvana) e "Suburban Sprawl & Alcool" (2004) prodotti con piccole etichette che a fronte di una fruttuosa attrazione nei confronti della critica non riuscirono a far breccia nei padiglioni e nelle pulsioni degli ascoltatori. Senza subire crisi di disperazione e di auto-annullamento, LP ha invece messo in mostra l'umiltà e il fegato di accantonare momentaneamente le luci della ribalta sul palco per trincerarsi nell'ombra, non proprio vergognosa, della composizione per altri, per popstars dai milioni già fruscianti da un decennio e più. Dagli endecasillabi della nostra pseudo-conterranea sono germogliate hits per Rihanna ("Cheers"), Christina Aguilera ("Beautiful People"), Leona Lewis ("Fingerprints") e Cher ("Red" e "Pride). Certamente tutte molto brave e pop, certamente tutte accostabili a LP soltanto perchè hanno cantato canzoni composte da lei, ma palesemente non per altro. E per capirlo non è necessario sottoporsi ad una "Cura Ludovico" in stile "Arancia Meccanica" fermandoci ad ascoltare a palla LP per giorni interi.
Capelli ricci folti e selvaggi, portamento fiero e ribelle, abbigliamento da menestrello consistente in un ukulele che dal 2009 si impossessa in modo prepotente della sua concezione di musica a tal punto da convincere la Casa di produzione dello strumento Martin Guitars a costruirne uno apposta per lei. Un ukulele geneticamente modificato in una chitarra, con le corde passate da 4 a 6 in doverosa ricompensa alla prima suonatrice di ukulele donna della storia. E anche alle 12 canzoni di "Forever Now", il disco della rinascita performativa che nel 2014 per Warner Bros, in missione per conto di una Major sotto la benedizione del "Big Producer" Rob Cavallo, che a dispetto del cognome matto non è perchè si è portato in bacheca tre Grammies per "American Idiot" dei Green Day e ha regalato altre gioie con i Goo Goo Dolls, Alanis Morissette, Eric Clapton e The Dave Matthews Band solo per citarne certi. LP ha seguito Cavallo nel suo matto (questa volta si) progetto di lanciarla in lungo e largo per gli Usa in 250 date, e con il Live at EastWest Studios EP on Warner Bros Records del 2012 ha sbaragliato anche il pubblico sulla spinta della sua enorme potenza vocale.
Il popolo ha cominciato a non dimenticare l'ascendenza blues di quella voce che soprattutto dal vivo sa farsi strada con marcia trionfale in direzioni diverse, innalzandosi poderosamente tra archi da Estremo Oriente ("Tokyo Sunrise") e fumanti corteggiamenti tra impianti orchestrali e spruzzate rock e beats elettronici ("Into The Wild", "Muddy Waters"). E ritornando al successo di "Lost On You" (singolo che anticipa il suo nuovo Ep "Death Valley") da ringraziare lautamente per la nascita di questo articolo, il brano in questione parte in sordina in parallelo al tema trattato della fine di una storia d'amore e delle assurde perdite ("Tutto ciò che mi sono persa per te" per l'appunto) che come tentacoli strizzano l'animo di LP. Basso e chitarra rompono il ghiaccio, seguono l'ukulele (o il tamburello nelle esibizioni Live) e le giravolte vocali che non disdegnano un fischio o un acuto da opera dentro ad un'aria acustica soffusa ma non asfissiante. Leggerezza al servizio di un destinarsi ai ritmi in forma sempre nuova e avventurosa.
Laura Pergolizzi, l'italiana che non lo è, sta accompagnando di questi tempi in tour la vecchia volpe Bryan Ferry tra Canada e Stati Uniti. Ma qualcosa ci dice che presto non sarà così lontana dalla patria degli avi. Link per approfondire: - Sito ufficiale: http://iamlp.com/ - Pagina Facebook: https://www.facebook.com/iamLP/?fref=ts - Canale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCGZhNQ6mRnvLa0_oVJNG_kA Immagini tratte da: - Immagine 1 da www.rockol.it - Immagine 2 da https://ukutabs.com
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Aprile 2023
|