di Enrico Esposito Il Lucca Risuona è stata una bella e apprezzata iniziativa, realizzata dalle associazioni culturali WOM e ROCKOPERA all'interno del calendario degli eventi del Calendario Lucchese. Grazie alla collaborazione del Comune di Lucca, dal 10 al 12 settembre, la splendida cornice di Villa Bottini ha ospitata tre serate all'insegna della musica e dell'intrattenimento, che hanno visto un ottimo riscontro di pubblico a fronte del periodo storico complicato. Il Termopolio ha seguito per voi la serata inaugurale della manifestazione che ha visto protagonista la musica indipendente e d'autore. Dopo l'apertura affidata ad Antonio Ciulla in arte Ciulla, che con la sua band ha scaldato la folla, accompagnato da Simone Chiarolini, chitarrista e tastierista della sia band, sul palco è salito Dente, protagonista di un concerto disincantato e giocoso. Con la data di apertura a Bologna dello scorso 26 giugno il cantautore di Fidenza ha intrapreso un tour da lui stesso definito “semplice intimo essenziale”, caratterizzato dalla dimensione acustica della sua voce, di una o al massimo due chitarre, e delle tastiere, suonate in alternanza con Chiarolini. Dente ha in questo modo potuto riavvicinarsi concretamente al pubblico, in attesa di tempi migliori che potranno permettere la riproposizione degli spettacoli con la band al completo. Al di là di ciò, l’appuntamento lucchese ha regalato una pausa, una piacevole fuga dall’attuale vita a singhiozzo, grazie alla capacità del suo primattore di convincere i presenti a seguirlo lungo i sentieri dell’immaginazione, della riflessione e dell’ironia. Anche gli spettatori del Lucca Risuona hanno potuto ascoltare i suoi conclamati successi per la prima volta dal vivo brani nuovi estratti dall’ultimo album omonimo pubblicato lo scorso febbraio (“Adieu”, “Anche se non voglio”, “L’ago della bussola”), che vede l’artista emiliano mettere da parte la predilezione per la chitarra acustica e l’originale impiego delle ricchezze del lessico italiano (giochi di parole, figure retoriche, vezzeggiativi). Le canzoni del nuovo LP parlano in maniera diretta, dura se vogliamo, ma non per questo abbandonano la cadenza tipica per mezzo del quale i pensieri di Dente si assemblano come i pezzi di un puzzle. La rivisitazione in formazione ridotta e acustica del tour attuale allora diventa un preziosissimo anello di congiunzione tra la “vita precedente” (per parafrasare il titolo di un altro brano di “Dente”), e quella presente, un esperimento quasi in cui il cantautore testa e rimane perfettamente sé stesso. Il suo “piano” di intrattenere i fans su un doppio livello funziona in modo egregio. Giuseppe Peveri possiede la grande dote di saper indossare tanti vestiti diversi uno dopo l’altro, a volte di coprirli simultaneamente. Negli stacchi tra un’esecuzione e l’altra è uno showman della comicità intelligente e iperbolica, in grado di strappare risate anche attraverso le espressioni facciali, gli ammiccamenti, i movimenti del corpo. Per introdurre i suoi brani si affida ad una sintesi asciutta ma velata dall’attesa di conoscere, quasi con timidezza. Un’essenzialità caratteristica dei suoi testi, laddove lo ritroviamo calato dietro le spoglie del cantastorie che fantastica al sicuro della sua prospettiva distaccata. Dente indossa un mantello da prestigiatore per guidare gli ascoltatori in una realtà fluttuante, contrassegnata dalla libertà di lasciarsi il tempo di esprimere i sentimenti, di esplorare la vita e i comportamenti delle persone, di spassarsela nell’intrecciare, rimare, manomettere le parole. Senza cadere in un'eccesso di malinconia e senso di perdita, la semplicità rappresenta la carta da jolly che gli permette di toccare dunque il cuore degli altri, persuadendoli a non prendere troppo sul serio le iatture della vita e le proprie convinzioni. Immagini tratte da foto dell'autore (Donatella Gulino)
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Marzo 2023
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