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15/4/2016

Missteryke - Effettivamente

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di Andrea Samueli e Antonio Monticolo
Lunedì 11 aprile, Il Termopolio ha avuto il piacere di intervistare le Missteryke, una rock-band toscana tutta al femminile che ha visto, a dicembre 2015, l'uscita del loro nuovo album, Effettivamente.
​Buona lettura! 
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Artista: Missteryke
Album: Effettivamente 
Anno: 2015
Genere: Rock
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​D:  Il nome del gruppo è particolare, qual è il significato?
R: Il nome è nato per gioco, per prenderci in giro: è l’unione di tre parole,  miss = donne, mistery = misteriose e isteriche. L’obiettivo è quello di esorcizzare l’idea comune che le donne siano tutte isteriche (il che è vero, aggiunge ridendo).
 
D: Com’è nato il gruppo?
R: Anche il gruppo è nato semplicemente per gioco. Durante una cena fra amiche, che condividevano e condividono tutt'ora la passione per la musica, abbiamo deciso di creare un gruppo. Siamo nate nel 2005, dall’idea di Stefania Brugnoni al basso e Simona Tarantino alla batteria, poiché Greta Merli, la chitarrista, ed io, Monia Mosti, la cantante, siamo arrivate successivamente (io sono entrata nel gruppo nel 2007).
 
D: Fate solo musica italiana?
R: Ovvio che si, per scelta. Il nostro nome, avendo  la Y e la K porterebbe ad una pronuncia inglese, invece questo nome deve essere letto in italiano. Questo perché la musica italiana è molto bella e purtroppo capita spesso di sentire band italiane che cantano in inglese. Da parte nostra è inconcepibile perché rimanda all'idea che il rock sia solo inglese o americano, ma ciò non è vero perché esiste anche il rock italiano che ovviamente avrà sonorità proprie.

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D: Avete iniziato facendo cover, quali facevate?
R: Per le cover, poiché eravamo agli inizi e facevamo rock, abbiamo cantato alcune canzoni che hanno fatto la storia del rock e quindi spesso caratavamo canzoni non italiane. Facevamo cover in inglese di artisti come Patti Smith, Janis Joplin  e poi piano piano è nata sempre più l’esigenza di cantare in italiano.

D: Quali sono gli artisti che ascoltate con più piacere e dai quali traete anche inspirazione?
R: Nel gruppo, sia per età anagrafica sia per gusti musicali, convivono più anime. Nel senso che abbiamo Simona Tarantino alla batteria che ama più il rock anni ’80, ad esempio i Pink Floyd; la bassista Stefania Brugnoni che ha un amore viscerale per la musica anni ’30, ’40 e ’50, io, essendo del 1986, ho vissuto il boom della musica Pop italiana e ho portato il mio interesse per la musica italiana all'interno del gruppo. Le mie passioni sono: Gianna Nannini dei vecchi tempi, Loredana Bertè, insomma donne che hanno dato uno spessore alla musica italiana. La chitarrista, Greta Merli, l’unica ad aver fatto della sua passione la sua professione, va dai Radiohead a Wallis Bird
 chitarrista e cantautrice irlandese, poco conosciuta in italia.

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Da sinistra: Greta Merli, alla chitarra, Monia Mosti, alla voce, Stefania Brugnoni, al basso, Simona Tarantino, alla batteria
D: Si diceva che Greta è l’unica ad aver fatto della musica la sua professione. Ma andando indietro nel tempo, come vi siete approcciate alla musica? Siete autodidatte? Avete seguito corsi specifici?
R: Stefania Brugnoni ha studiato chitarra classica, mentre per il basso è autodidatta: ad un certo punto ha sentito il suono di questo strumento e le è piaciuto, riversando su di esso anche le conoscenze della chitarra. Simona invece, fino a quando abbiamo deciso di fare il gruppo, non suonava nessun strumento: si è messa in gioco, all’inizio suonando la batteria su bidoni della tinta vuoti, poi seguendo un maestro. Io ho studiato canto una decina d’anni, mi sono poi dedicata per altri dieci anni al pianoforte classico e al sax. La musica in qualche modo l’ho sempre un po’ macinata. Greta invece è insegnate di chitarra, ha una scuola di musica. Tra l’altro da Dicembre ha avuto la bellissima notizia che è diventata endorser della  Eko e quindi rappresenta un marchio italiano di chitarre collaborando con Massimo Varini. Lei è professionista a tutto tondo.

D: Chi scrive? L’idea viene da una di voi o da tutte voi insieme?
R: Parlando di idea in quanto tale, è ovvio che l’idea arriva in genere da un singolo. Quindi solitamente una di noi, che non necessariamente deve essere sempre la stessa, porta l’idea all'interno del gruppo, che può essere solo la musica o solo il testo o tutte e due. Poi la parte di creazione, arrangiamento e sviluppo avviene all'interno di tutto il gruppo. Diciamo in sostanza che la creazione è sia singola che collettiva.

D: In genere viene prima il testo o la musica?
R: Di solito si creano insieme: a volte è successo, ma si parla di pochissimi casi, che Stefania, scrivendo molto, ha composto il testo ma non avendo la melodia l’ha passato a Greta la quale viceversa, masticando tanta musica, scrive meno ma suona di più. La maggior parte delle volte musica e testo nascono assieme, come nel caso della traccia Part Time: è l’unica canzone nata ad otto mani, scritta e musicata durante una cena.  

D:  Come vi rapportate con questo mondo che è prettamente maschile?
R:  Questa domanda è giusta perché se ci viene fatta molto spesso è perché in italia le band rock al femminile sono praticamente inesistenti. Se noi fossimo stati uomini avremmo avuto meno difficoltà soprattutto nel passato. Se una cosa l’abbiamo ottenuta in tre anni, da uomini l’avremmo ottenuta in sei mesi. All’inizio è stata molto dura, soprattutto perché quando entravi nei locali sentivi, ma questo succede ancora oggi, gli occhi addosso un po’ per curiosità e un per lo spiazzamento che procuravamo. All’inizio, quando chiedevamo di suonare nei locali portando i demo ai proprietari dei locali questi ci rispondevano che a loro non interessava, in quanto bastava fossimo donne.
Oramai con chi ci conosce nell’underground livornese e pisano si è creato un rispetto tale che non c’è più differenza fra uomo e donna, ma siamo musicisti alla pari. Ma se suoniamo in luoghi dove non ci conoscono troviamo ancora queste difficoltà.
Non so se siamo in poche come band al femminile perché effettivamente poche o perché tante non riescono ad emergere. Pensate che Livorno, oggi, è la città italiana con più band emergenti e averne conosciute solo tre-quattro è significativo.
 
D: Cosa ne pensate dei Talent Show?
R: Quando ero solista feci le selezioni della prima edizione di X factor. Quindi non vi posso dire che dei talent show penso male. Con il gruppo abbiamo fatto domanda l’anno scorso, ma non era ancora uscito l’album e non avevamo ancora un progetto presentabile. Secondo me chi ne parla male a priori sbaglia, perché se esistono significa che la gente ci prova e che li guarda. Inoltre i talent show non saranno sicuramente la nostra strada sia perché ci piace stare sui palchi live e toccare con mano la situazione, sia perché se dobbiamo scegliere fra una band nata per strada e una band nata al talent preferiamo la strada del palco. Non la facciamo la nostra ragione di vita. Il brutto del talent è che molto spesso toglie la qualità.

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D: Ed ora parliamo del vostro ultimo album, dal titolo Effettivamente, uscito il 18 dicembre 2015.
R: Effettivamente è il nostro secondo album, il primo fu Tempismi Imperfetti uscito nel 2011. Rispetto al primo la differenza risiede innanzitutto nei mezzi utilizzati per la registrazione: Tempismi imperfetti è stato un album quasi casalingo che ha visto un  passaggio in studio solo per la parte di mastering ed editing; era anche il primo approccio all'inedito e al mondo dell'autoproduzione. Questo invece è stato completamente creato e costruito in uno studio di registrazione professionale, Percorsi Musicali di Livorno, con un fonico altrettanto bravo, Daniele Pistocchi. La differenza è ovviamente di qualità e soprattutto di sound perché nel primo album c’era un’altra chitarrista. Si sa che quando un componente entra in una band porta una sua qualche caratteristica e se ad entrare è un chitarrista il sound cambia ancora di più. In questo album, con l’ingresso di Greta, siamo passate dal metal al rock e ciò ha rappresentato per noi l’apertura alla dimensione che stavamo cercando. Effettivamente è il nostro il primo passo da professioniste, è stato prodotto grazie a Musicraiser, una campagna crowdfunding, con la quale abbiamo raggiunto il budget: dobbiamo ringraziare  quindi le  persone che hanno creduto nel nostro progetto. A differenza di Tempismi Imperfetti, il cui titolo deriva da una traccia all’interno dell’album, con Effettivamente abbiamo cercato un significato più profondo. Non ci sono tracce con quel titolo, è un richiamo voluto a questa parola, molto usata in Toscana e spesso impiegata durante il confronto tra due persone: dicendo “effettivamente” uno sente qualcosa dentro di sé, si presuppone una sorta di consapevolezza anche del punto di vista dell’altra persona. Vorremmo che i nostri ascoltatori capissero, ascoltando le nostre canzoni, i nostri punti di vista.

D: Qual è una canzone di questo album alla quale siete particolarmente legate o alla quale è collegato un aneddoto particolare?
R: Ci sono tre canzoni che ci hanno toccato di più. Una è La mente non ha idee che è stato il singolo uscito in contemporanea con l’album ed è quello che ci ha consentito di girare il nostro primo videoclip professionale, caricato anche su You Tube per chi volesse cercarlo.  Sicuramente ciò ha segnato uno step, l’approcciarsi con una nuova realtà. Un’altra è Part Time, ne parlavamo prima: le nostre canzoni sono molto autobiografiche o comunque parlano di cose, magari raccontate da persone che conosciamo, che in qualche modo ci sono rimaste addosso. In Part Time c’è il parallelismo tra la voglia di cercare un lavoro e la voglia di trovare un amore, quello vero. Un’altra canzone alla quale siamo molto legate e che è la ghost track dell’album, della quale, essendo ghost, non vi svelo il titolo (ride): vi posso dire che è dei Doors ed è stato un nuovo esperimento, nel senso che il regista Matteo Tortora, un regista fiorentino, ci chiese di realizzare la colonna sonora di un suo documentario, ancora in fase d’opera, e noi l’abbiamo fatta in stile “missteryko”.
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D: Quindi dicevi che sono argomenti che vi sentite addosso ed è per quello che, anche nel cd, le canzoni sono scritte sulle vostre schiene?
R: Esattamente. In copertina c’è una schiena con un cancello che non si sa se è aperto o chiuso: essendo mezzo aperto c’è comunque un attraversamento ed uno sviluppo;  in genere poi si associa il bagaglio culturale e di esperienze alla schiena, il bagaglio che ti porti dietro. E quindi abbiamo pensato di scriverci realmente, con carboncino,  sulla schiena i titoli delle canzoni. Abbiamo tirato fuori anche argomentazioni molto forti, argomentazioni che comunque segnano e quindi abbiamo deciso, non essendo persone che girano intorno ai fatti, che il nostro album dovesse rappresentare, anche graficamente, il nostro pensiero. 

D: Il nome dell’album è Effettivamente, avverbio che indica una presa di consapevolezza della realtà. Quindi le vostre canzoni, come Part Time per il problema del lavoro, Annalucie per la violenza sulle donne ed Edi, rappresentano spaccati di vita?
R: Si esatto! Edi tra l’altro è una donna realmente esistita nella vita di Greta Merli. È  stata una delle prime ostetriche di Livorno, si è sposata tardissimo, andava in bikini al mare e fumava. Tutte cose che nell’Italia degli anni del dopoguerra creavano scandalo. È una delle poche donne che a quell’epoca si era laureata. A gennaio 2016 ci ha lasciati all’età di 90 anni.
 
D: Quanto è forte allora la vostra componente sociale nelle vostre canzoni?
R: La componente sociale è talmente forte tanto che noi definiamo il nostro rock sociale.
 
D: La mente non ha idee è la prima traccia dell’album e può essere considerata come prologo?
R: Si, è stata la prima canzone scritta per l’album e la disperazione di non avere idee in quel  momento ha poi aperto la strada per tutte le altre canzoni dell’album.
 
D:  Ci sono anche canzoni d’amore?
R: Si, come Ti lascio andare. Nella canzone Ti lascio andare non abbiamo dato una dimensione precisa dell’amore. Si parla dell’amore in generale. In qualsiasi rapporto dire:” ti lascio andare” è segno di maturità.
Cuore in Coma invece parla delle morti sul lavoro. Parla di un amore-affetto, ma è quello del punto di vista di chi accudirà il proprio caro infortunato.
 
D: Quanto è stato importante per voi rivisitare la canzone Annalucie di Alessio Santacroce?
R: Noi con Alessio collaboriamo già da diverso tempo sia perché fece una recensione sul Tirreno del  nostro primo album e soprattutto perché anche lui suona in un gruppo: I Quarta via. Questa canzone è l’unica che non abbiamo scritto noi. Alessio la scrisse ma non trovò la chiave di lettura e la lasciò nel cassetto. Poi decise di cederla a noi. La rivisitammo e gli piacque molto, tanto è vero che ci ha ceduto anche i diritti SIAE. È un regalo grandissimo che ci ha fatto.

D: State lavorando ad un altro album?
R: Ovvio che si. Anche se questo album è uscito da poco non vi abbiamo messo tutte le canzoni. Abbiamo già nuove idee, abbiamo scritto nuovi pezzi, alcuni li abbiamo già musicati e dunque stiamo lavorando per far uscire il terzo album.
 
D: Prossimi concerti ed eventi?
R: Il 30 Aprile saremo alla Birrosetria dei Golosi a Livorno. Il 22 Maggio alla Fiera dell’esposizione al palazzetto dello sport di Empoli per una rassegna che si chiamo Rock for life. Il 24 Giugno al The Grapes Pub di Pontremoli.  Poi chi vuole vedere le nostre date può controllare la nostra pagina di facebook e di twitter. Sicuramente faremo un’estate di live e presentazioni; poiché abbiamo fatto una campagna promozionale su Music Raiser, per invogliare la gente a sostenerci, abbiamo messo a disposizione concerti a domicilio per chi ci finanziava. È una cosa particolare e bella perché in questo modo c’è la possibilità di conoscere persone nuove. Ci recheremo a Mantova e forse in Sicilia.

D: Ultima domanda, dove si può trovare il vostro album?
R: Il primo album è stato edito da una casa discografica che ci ha aiutato anche nel management, nel diffondere e nel distribuire il nostro lavoro. Stavolta abbiamo deciso di fare tutto da sole. Per ora il cd fisico si trova sia in alcuni negozi tipo Disco&Vinile a Carrara, in Via Ghibellina, a Pisa alla Galleria del Disco  e al Gap Store. Inoltre vi è la possibilità, per coloro che non sono di queste zone, di contattarci su facebook per prenotare l’album e noi lo spediremo. Fra un mese circa saremo su tutte le piattaforme digitali.
È vero, sono di parte ma avere il cd, secondo me, è un’altra cosa: è bello poter toccare la copertina di un disco. Inoltre la copertina di questo cd ha una particolarità: è più grande rispetto alla copertina di un album normale, sembra quasi la copertina di un 33 giri, perché è un brevetto studiato da una stamperia di Livorno.

D: Se vuoi dire qualcosa ai lettori del Termopolio?
R: Innanzitutto vi ringrazio ed anche le mie compagne Stefania Brugnoni, Simona Tarantino e Greta Merli vi ringraziano. Io sono Monia Mosti alla voce. Grazie di cuore, siete stati disponibilissimi e che dire? Se ci vedete nei locali non pensate “oddio queste donne!” Complimenti per l’ottimo lavoro che state facendo!


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