di Enrico Esposito
"Storia di un occidentale" è l'album di esordio del cantautore Moderno. Un 'opera prima composto da otto brani e diversi spunti e voci che è stato pubblicato lo scorso 27 gennaio. Il richiamo a "Storia di un impiegato" è naturalmente immediato seppur sottoposto ai filtri di un arco di tempo lungo cinquant'anni che ne he viste tante.
Moderno è lo pseudonimo di Federico Antonio Petitto, professore filosofia per la cronaca e lo stato, e di Fedenco, musicista con una significativa esperienza pregressa nella musica con le band Unminutodisilenzio e Io non sono Bogte (Auditorium, Circolo degli Artisti, Roxy Bar, Finale Musicultura 2014…). Dal 2017 "Fedenco", come lo conoscono gli amici, ha intrapreso un percorso solista all'interno del quale ha l'opportunità di concentrare la sua attenzione sulla scrittura e sulla personale elaborazione delle verità attuali. "Storia di un occidentale" assolve proprio al compito di interrogarsi e trovare rimedi attendibili i buchi neri e alle crisi diplomatiche della realtà contemporanea. Per poter condurre a termine alcuni impegni sono fondamentali due armi nelle mani di Moderno: da una parte l'ironia intelligente che si ritrova ad esempio nel titolo in ideogrammi cinesi sulla copertina dell'album. Uno sberleffo alle convinzioni secolari di superiorità del mondo di cui fa parte lo stesso autore. Un altro strumento grazie al quale Moderno esplica la sua Weltanschauung consiste nel vasto repertorio di giochi di parole e suoni che attraversano i suoi brani: "Le prime volte", uno dei singoli di lancio del disco, si costruisce "in fieri" appoggiandosi su assonanze fonologiche e morfologiche. L'impianto musicale pop invece si diverte tra elettronica ed acustica a non dare volontariamente punti di riferimento, accompagnando ad ogni brano un apparato specifico quasi a comporre dei quadretti in successione. Dalla prima all'ultima traccia l'aspetto che però affiora dapprima e si conferma poi consiste nell'assoluta importanza dell'amore "post-moderno" come l'artista lo ha definito in relazione al centro della sua analisi. L'amore coincide con vitalità, ancora di salvezza grazie alla quale poter rimanere attaccati a speranze e sopravvivenze, simili a quelle dell'epoca deandreiana. Ma la benedizione e il sollievo possono arrivare non solo da chi ci sta accanto ma anche da cosa ci circonda: dunque "Roma se ne va" lascia intendere come anche il legame con le origini porti dentro di sé sensazioni forse scontate ma intanto profonde.
Immagini gentilmente fornite dall'Ufficio Stampa Conza
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Aprile 2023
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