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15/7/2016

Mokadelic – Gomorra – La serie

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Cinque ragazzi romani, appassionati di cinema e musica, balzati agli onori della cronaca grazie alla serie televisiva italiana del momento, “Gomorra – La serie”: questi sono, almeno per ora, i Mokadelic, con il loro impasto sonoro fra post-rock ed elettronica.
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di Carlo Cantisani

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Spietati e sanguinari, ma con un peso drammatico sempre pronto ad opprimerli, donando così un certo fascino romantico a figure e personaggi che alla fin fine sanno di essere condannati a sopportare la loro stessa solitudine. Ecco allora che per i protagonisti di “Gomorra – La serie” la vita diviene una condanna, e non è un caso che il brano simbolo dell’opera diretta dai quattro registi Stefano Sollima, Francesca Comencini, Claudio Cupellini e Claudio Giovannesi (quest’ultimo subentrato dalla seconda stagione) si intitoli Doomed To Live. Secchi come i rintocchi di una campana, i suoi accordi di piano accompagnano lo sguardo di Ciro che assiste inerme al trasporto della salma di Attilio, l’uomo che l’ha protetto e che gli ha fatto da padre, morto durante uno scontro a fuoco con gli uomini di Salvatore Conte. Il ragazzo da quel momento in poi inizia ad essere sempre più cosciente della sua natura da criminale, da eterno fuorilegge e quindi da uomo diverso da tutti gli altri uomini: un cammino quasi iniziatico all’interno del mondo della mala dove si cerca di arrivare sempre più in alto, condannati appunto a vivere questo tipo di realtà, metafora individualista portata alle sue più estreme conseguenze. Questo brano della colonna sonora composta dai Mokadelic, quintetto nato a Pietralata, nella periferia nord est di Roma, ha saputo marchiare a fuoco sin da subito il tono dell’intera serie: non un semplice accompagnamento alle immagini ma una vera e propria sintesi in musica del mondo tragico, disperato e senza speranza dei personaggi. E nonostante la provenienza capitolina, il quintetto composto da Alessio Mecozzi alla chitarra e ai synth, Cristian Marras al basso, Alberto Broccatelli alla batteria e dai due chitarristi Maurizio Mazzenga e Luca Novelli, riesce a creare una musica che si sposa perfettamente all’ambiente metropolitano della malavita napoletana grazie al suo respiro ampio e dai toni a tratti ambient, dove anche una singola nota viene fatta risuonare più e più volte, accompagnata dal silenzio che non fa altro che accrescere la desolazione e la drammaticità delle immagini sullo schermo. Una scelta stilistica, questa, che costituisce il dna post-rock dei Mokadelic e che attraversa tutta la loro discografia sin dal primo ep “Moka EP” del 2001, dando i suoi frutti anche in molte occasioni fra documentari, cortometraggi, sonorizzazioni per il teatro e soprattutto colonne sonore per il cinema, a cominciare da “Come Dio comanda” di Gabriele Salvatores, passando per “Marpiccolo” di Alessandro di Robilant e approdando sotto l’ala protettiva di Sollima per “ACAB –All Cops Are Bastards” nel 2012. In poco più di una decina d’anni, il gruppo romano è riuscito ad emergere sempre più nel mare magnum dell’underground musicale nostrano, grazie proprio alla fiducia riposta da Salvatores, loro grande fan, e contando anche su collaborazioni come quella con Niccolò Fabi per il suo brano Parti di me e per le pubblicità della Volkswagen e Gucci.
Un curriculum di tutto rispetto e che oggi, a distanza di due anni dall’inizio del programma televisivo, trova nelle composizioni di “Gomorra – La serie” il suo riconoscimento per il grande pubblico.

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Da una parte Roma in “Suburra”, dall’altra Napoli e Scampia nella serie di “Gomorra”: minimo comun denominatore, Stefano Sollima. Due ambienti malavitosi legati dallo spargimento di sangue ma differenti per “attitudine”: la prima immersa negli alti ambienti politici e nei suoi giochi, la seconda nella disperazione delle strade e nell’eterno sogno di diventare qualcuno. Due modi di intendere la malavita molto diversi e che da un punto di vista narrativo richiedono quindi due commenti sonori differenti. Va da sé che, visto il tono delle vicende di “Gomorra”, i Mokadelic puntano tutto sul creare un suono che evochi sentimenti di disperazione e tragedia, ma anche di profonda malinconia accompagnata da un amaro senso di rivalsa. Ed è proprio questa capacità di saper evocare le sensazioni psicologiche dei personaggi che eleva la colonna sonora di “Gomorra – La serie” ad un livello qualitativo sopraffino. Partendo dalle intuizioni seminate già in “ACAB”, la band romana riprende quello stile ma aggiungendoci un maggiore tocco elettronico, ora distorcendolo, ora soffocandolo in suoni bassi, profondi e pieni di eco. Il senso d’impotenza di fronte a qualcosa di enorme e di tragico che vuole sfidarci e travolgerci è sottolineato da pulsazioni sotterranee che scuotono le melodie minimali dei synth e del piano: piccole melodie emotive ed evocative, sprazzi di luce in mezzo ad un suono per lo più scuro ed elettrico. I Mokadelic riescono nel difficile compito di sintetizzare un gran numero d’influenze in pezzi molto brevi che non superano i tre minuti di durata: Drug Crash riesce ad evocare nelle sue linee di basso un capolavoro come “Mezzanine” dei Massive Attack, oppure brani come Vacuum, Stoke The Baptism Of Fire e Ray Of Light seguono percorsi più post-rock alla Mogwai sino ad inoltrarsi in una selva elettrica e rarefatta dai toni drone e psichedelici. Da sottolineare anche la presenza come bonus track del pezzo Nuje vulimme ‘na speranza di Nto’ e con un featuring di Lucariello, unico pezzo rap e altro simbolo musicale della serie, che sottolinea, come accennato prima, il tono popolare e maggiormente disperato di “Gomorra” rispetto a “Suburra”. In ogni caso, nominare una traccia anziché un’altra non renderebbe pienamente conto dell’unità di fondo che riesce a legare ogni brano all’altro come piccoli quadretti facenti parte di un’unica mostra. La personalità della colonna sonora è tale che il lavoro riesce anche a vivere indipendentemente dalle immagini della serie televisiva, cosa non da poco considerando che stiamo parlando di un prodotto destinato alla televisione e quindi sottoposto ad un tipo di lavorazione completamente differente rispetto alla libertà che può godere un’opera cinematografica. In questo lavoro, il sodalizio fra immagini e sonorità elettroniche e “post” (qualunque sia il significato che si voglia dare al termine) viene ulteriormente riconfermato e riuscendo per di più a sbarcare anche in televisione, luogo dove fino a qualche tempo fa sarebbe stato abbastanza impensabile ritrovarle, prova di come certe sonorità siano ormai sdoganate. I Mokadelic ne sono degli ottimi portabandiera in Italia e il loro lavoro si va ad inserire fra le migliori colonne sonore italiane per gli sceneggiati televisivi, riuscendo a ricavarsi il suo posto in quella ricca tradizione che va avanti sin dagli anni ’60.
 
Mokadelic – Gomorra – La serie (Gdm Music, 2014)
  1. Dust Ring
  2. Right To The Edge
  3. Doome To Live
  4. Stoke The Baptism Of Fire
  5. Nothing To Be Gained
  6. Kickback
  7. Drug Crash
  8. Black Patrol
  9. Vacuum
  10. Easy Father
  11. We Will Vot
  12. Showdown
  13. Newlywed
  14. Ray Of Hope
  15. Wild And Savage
  16. Tragic Vodka
  17. Nuje vulimme ‘na speranza (Nto’ feat. Lucariello)


 Immagini tratte da:
- goodfellas.it
- espresso.repubblica.it

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