di Enrico Esposito
Oggi Serena Altavilla fa ufficialmente il suo debutto. Non nella musica chiaramente visto che l'artista pratese rappresenta da anni un'apprezzata frontwoman e vocalist. L'album "Morsa" è infatti il suo primo lavoro discografico da solista che mette in mostra le notevoli capacità vocali in universo di suoni variegati e volutamente disorientanti. Martedì mattina ho avuto anch'io la fortuna di partecipare alla conferenza stampa di presentazione organizzata dall'Ufficio Stampa Red&Blue per presentare un disco costituito da dieci brani che danno però adito a sensazioni e ipotesi di dimensioni superiori.
La protagonista, lei, Serena ha intrapreso il racconto della nascita di "Morsa" in punta di piedi, con un sorriso e una circospezione che si sono poi spiegati largamente tra una domanda e l'altra da parte dei giornalisti. Serena Altavilla ha costruito il suo esordio "in proprio" insieme a Patrizio Gioffredi, autore di testi scritti due anni fa sulla scorta di esperienze personali vissute dalla cantante che oggi si ritrova a osservarli da una prospettiva nuova. L'approccio al percorso solista è legato alla volontà di "sentirsi al centro" non certo rinnegando la lunga militanza nei contesti delle bands. Legittima appare quest'intenzione sia per l'eclettismo artistico di Serena al di là dell'ambito musicale (con la parallela passione e affermazione nel teatro) sia ancor di più inoltrandosi tra le nebbie e gli imprevisti di cui si nutre "Morsa". Sin dal brano d'apertura "Nenia" l'ascoltatore diventa consapevole di una cosa fondamentale: deve mettersi disteso e affidarsi a un flusso di suoni e riflessioni in continua mutevolezza. Questa è la morsa: una stretta sofferta ma vitale affinché si possano aprire e liberarsi da paure e fragilità. La strada per la rinascita.
"Una lotta da superare, un vento per ripulire" definisce Serena Altavilla l'essenza del viaggio di "Morsa" in uno stato di semicoscienza come quello inferto dalla tarantola con il suo morso profondo (l'artista sottolinea anche la relazione con le tradizioni a lei ben note della Taranta date le sue origini pugliesi). Realtà e sogno si confondono in un'atmosfera avvincente dai risvolti oscuri, dark che lasciano poco adito a illuminazioni: potreste benissimo sentirvi nei panni di Ulisse catturato dai canti irresistibili delle sirene oppure al posto dell'Agente Dale Cooper risucchiato tra le stanze della Loggia Nera. Vi troverete persi ma non dispersi mentre strumenti antichi e ritmi elettronici disegnano quieti idilliache, tempeste furenti. C'è un'autentica orchestra di eccellenti musicisti che si esibisce intorno alla "poetessa" come la saluta affettuosamente Paolo Benvegnù all'inizio della conferenza stampa. Serena occupa infatti il cuore della scena per le doti interpretative con cui esprime ricordi, speranze, certezze sulla spinta delle onde sonore prodotte da Adele Altro (Any Other), Francesca Baccolini (Hobocombo), Alessandro Cau (Geoff Barrow, Miles Cooper Seaton), Luca Cavina (Calibro 35, Zeus!), Enrico Gabrielli (Calibro 35, PJ Harvey, Mariposa), Matteo Lenzi (Filarmonica Municipale LaCrisi), Jacopo Lietti (Fine Before You Came), Fabio Rondanini (Afterhours, Calibro 35, I Hate My Village) e Valeria Sturba (OoopopoiooO).
.Come da sempre, la cantante toscana è partita dal nucleo melodico, dal potere dei suoni. Pianoforte e voce sono l'abito originale che si evolve "sganciandosi da ogni genere". Sbagliato tentare di dare un'etichetta precisa al sound di "Morsa": la parola d'ordine giusta è libertà per la sua sperimentazione. L'esempio più concreto sembra arrivare dalla traccia n.8 "Forca", brano in cui la voce abbandona sillabe e sintassi per intrecciarsi nei fili delle melodie. Il brano conclusivo "Quaggiù" porta alla mente una scena cinematografica di altri tempi sullo sfondo di una scogliera, "Epidermide" invece gioca su un gioco ossessivo di vuoti e pieni che si traspone in riflessi visivi all'interno del videoclip creato dal collettivo John Snellinberg per il singolo che ha anticipato la pubblicazione dell'album. Nel corso dell'incontro di martedì mattina per gli addetti ai lavori Serena Altavilla ha concesso un' anticipazione delle grandi potenzialità nascoste dietro l'apparato di "Morsa": tre videoclip di performance realizzate in un live "deframmentato" come ha detto lei stessa. Perché in fondo scendere una "scalinata interiore" non è facile per molti, ma forse un'artista sincera vi potrà aiutare a farlo. Immagini gentilmente fornite dall'Ufficio Stampa Red and Blue
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Aprile 2023
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