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1/4/2016

MUSICA DA OSCAR: John Williams – Star Wars: The Force Awakens OST

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​di Carlo Cantisani
​Alla 88ttesima kermesse degli Oscar un altro titano della musica da film insieme a Morricone era in corsa per il premio come miglior colonna sonora originale: l’ottantaquattrenne John Williams, ovvero l’incarnazione della saga di Star Wars in musica.
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​Artista: John Williams
Titolo: Star Wars: The Force Awakens – Original Motion Picture Soundtrack
Anno: 2015
Etichetta: Walt Disney Records
Basterebbe nominare solo il titolo di una delle saghe più famose del cinema e il nome del compositore che ha contribuito a renderla immortale per aprire non solo un mondo, ma molteplici mondi, almeno tanti quanti sono quelli nei quali è ambientato Star Wars. La saga creata da George Lucas negli anni settanta è quanto di più iconico il cinema abbia saputo partorire, contribuendo pesantemente a plasmare l’immaginario collettivo su determinati stili e personaggi. L’importanza e il valore dei sette film che attualmente compongono gli episodi di Star Wars va oltre il mero fatto cinematografico: investe la comunicazione e il modo in cui media e società ricreano continuamente miti, riti e simboli. Se si vuole essere più espliciti, oggi questi prodotti culturali svolgono lo stesso ruolo che in passato hanno avuto opere come ad esempio l’Iliade e l’Odissea.
Questa piccola introduzione è doverosa, almeno a parere di chi scrive, per sottolineare il fatto che qualsiasi cosa porti il marchio Star Wars è di per sé, oltre che un evento, un prodotto con una ben precisa identità e un contesto di riferimento. È per questo che quando si parla di questa saga si sa già ciò che verrà presentato allo spettatore/fruitore, e quindi quali saranno i parametri entro i quali collocarla, anche quando si tratta di un nuovo film, il settimo episodio “Il Risveglio della Forza”, che in teoria doveva rilanciare il brand per una nuova generazione cresciuta a pane, social e web 2.0. Dopo aver visto la pellicola ognuno ha tirato le proprie conclusioni su quanto l’operazione sia riuscita o meno, o se addirittura andasse fatta o meno, o su quanto il nuovo tassello della saga si discosti o si avvicini agli altri; una cosa si può dire però con certezza, ovvero che rivitalizzare un colosso cinematografico che ha trentotto anni di storia alle spalle non è un’operazione facile, tanto più se si tratta di un nuovo inizio per l’intera saga. È qui allora che entra in gioco tutta la forza iconica di Star Wars: personaggi, ambientazioni, i singoli elementi (la forza e il suo lato oscuro, spade laser, astronavi ecc.) sono le armi che ha disposizione e che possono essere facilmente riconosciuti da chiunque, anche da chi non ha visto tutti i film se non addirittura nessuno.
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Ma attenzione: alla schiera di elementi messi in campo da Star Wars non bisogna dimenticarne uno assai importante, di certo quello che ha contribuito in maniera fondamentale al suo successo. Stiamo parlando della musica. Ovvero di John Williams. Sin da quando fu Spielberg a suggerire a Lucas di rivolgersi al compositore di New York, le note di Williams sono diventate uno dei simboli di Star Wars, facendo sostanzialmente il cinquanta per cento dell’atmosfera dei film, anche in quelli considerati meno riusciti (valga come esempio il brano “Duel Of The Fates”, uno dei più belli di tutta la saga, da “La Minaccia Fantasma”). Pensare a Star Wars senza quella musica (e solo quella) è praticamente impossibile: questo dimostra quanto il legame con quelle immagini sia indissolubile, cosa che avviene in casi più unici che rari, come l’Oscar a Morricone ci ha fatto ricordare (il quale, guarda caso, durante il suo breve discorso ha ringraziato due sole persone, sua moglie e proprio John Williams). Inutile quindi cercare di sindacare sul fatto se le note partorite dalla Los Angeles Philarmonic, al posto della storica London Symphony Orchestra, registrate ad Abbey Road siano adeguate o meno alle immagini: per tutti i motivi sopra esposti e tanti altri lo sono e non poteva essere altrimenti. Diverso il discorso se si ascolta la colonna sonora come musica a sé stante: lo scarto con il passato è evidente e viene evidenziato dalla presenza di nuovi temi originali che si ricollegano con le musiche della prima trilogia non solo con la ripresa di alcuni leitmotiv (il tema principale, naturalmente, ma anche il tema della forza, quello per Han e Leia e quello dei ribelli) ma soprattutto per lo stile neoromantico e wagneriano tipico di Williams. La capacità di creare temi perfettamente identificabili con i personaggi è viva anche in questo settimo episodio: il tema di Rey e quello di Kylo Ren sono le due principali novità, i perni intorno ai quali il gusto di John Williams riesce a ricamare come degli abiti note dal sapore magico e fiabesco, quasi alla Harry Potter, per la ragazza e melodie maggiormente drammatiche e solo a tratti più oscure per il villain del nuovo episodio. A tratti perché, e qui si vede la grande intelligenza compositiva di Williams, si è voluto sottolineare l’aspetto problematico della psicologia di Kylo Ren, uomo insicuro che vive all’ombra della figura del nonno e che quindi non riesce ad essere cattivo sino in fondo come lo era Darth Vader. Il tono complessivo di questa nuova colonna sonora punta più sulla drammaticità e la complessità psicologica dei personaggi messi di fronte a nuove scelte anziché sul dinamismo dell’azione che aveva caratterizzato le musiche dei vecchi episodi: “The Starkiller”, “Torn Apart” o “Farewell and the Trip” sono dei buoni esempi della profondità emotiva ricercata da Williams nelle sue partiture.
Sarà forse per quest’ultimo motivo che gli appassionati potrebbero faticare ad entrare appieno nel mondo sonoro di “Il Risveglio della Forza”: forzare dei paragoni con i vecchi film può risultare limitante e solo un ascolto attento e continuativo può aiutare a svelare il fascino di queste nuove musiche.

Immagini tratte da:
copertina, da Amazon
John Williams, da www.discogs.com

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