Martedì 20 febbraio eravamo presenti anche noi tra il pubblico di un Nelson Mandela Forum gremito in occasione della data fiorentina del nuovo trio della canzone italiana. Febbre a 90. Ma non solo. Anche tanti anni 2000, esordi e grandi vittorie a Sanremo, bagni di folla ai Festivalbar e una superband alle loro spalle. Nek, Max Pezzali e Francesco Renga hanno dato il meglio di loro stessi, sia individualmente che all'interno di un gioco di squadra, regalando ai loro fans uno spettacolo musicale e cabarettistico allo stesso tempo, simpatico e caloroso, che li ha visti ripercorrere tre decenni diversi (anni '90, primi anni 2000, e l'attuale) fatti di tanti successi e "re-invenzioni". I tre cantautori infatti hanno superato abbondantemente i vent'anni di carriere radicalmente diverse sia per lo svolgimento che per il carattere stesso dell'approccio alla musica da loro offerto. Max Pezzali ha rappresentato sin dai fasti eccezionali degli 883 il simbolo di un mondo giovanile e sognatore, di una generazione e più di Peter Pan che vivono per l'amore, l'amicizia e il desiderio di stare al passo con i tempi, e il rinnovarsi delle mode, degli idoli e dei linguaggi della società. Pezzali che ha compiuto da poco cinquant'anni è il Peter Pan per eccellenza nel suo stile di abbigliamento in blue jeans e cappellino, e soprattutto nel trasmettere attraverso le sue canzoni la volontà di non perdere di vista conquiste che possono apparire scontate ma in realtà al giorno d'oggi date per l'appunto troppo per certe e di conseguenza banalizzate. Filippo Neviani, in arte Nek, conserva da sempre uno stile personale in cui si innalza in forma graduale un'energia relativa ai sentimenti e al rapporto di coppia, un motore trascinante che sfodera potenza e ostinatezza. Accompagnatosi spesso alla chitarra, Nek ha sin dagli esordi trasmesso sia attraverso i testi che le tonalità della sua voce la predilezione nell'indagare le molteplici circostanze presentate da una relazione amorosa e in particolar modo il coraggio nell'ammettere gli aspetti anche negativi, quelli che portano inevitabilmente alla fine di una storia e ad allontanamenti dolorosi ma necessari. E infine Francesco Renga, che dopo l'esperienza importante con i Timoria, ha saputo avviare una fase ulteriore del suo percorso artistico, all'interno della quale l'esperienza primordiale rock e ribelle lascia spazio al bisogno di valorizzare le potenzialità di un timbro alto e certamente prestato dalla lirica. E così il cantautore friuliano intraprende un percorso da solista apprezzato e prezioso, con il quale ha l'occasione di mettere in mostra l'inclinazione al racconto di esperienze di vita e di sentimenti facendo leva su uno stile poetico e disincantato. Tre animi perciò molto diversi, se considerati nella loro unicità, che tuttavia dimostrano di poter coesistere e dar vita a un show vibrante e acceso, arricchito da una serie di sfumature continuamente positive. Funziona il sodalizio, annunciato pubblicamente nel settembre scorso quando nelle radio e sul web comparve il singolo "Duri da battere" contenuto nell'album "Le canzoni alla radio" che celebra i venticinque anni di carriera di Max Pezzali. I tre cantautori entrano in scena poco dopo le 21 intonando proprio la loro hit "comune", supportati dalle proiezioni su un maxischermo alle loro spalle e dalla struttura di un palco da "passerella" che consente di ritrovarsi circondati dagli spettatori in più direzioni. Scherzano molto, e prendono in giro con garbo e simpatia loro stessi e il pubblico, invitandolo in alcuni momenti a mettere da parte gli smartphones. Lo spettacolo, che supera di gran lunga le due ore e trenta di durata (un arco di tempo giusto e adatto), supera agevolmente il pericolo della monotonia e dell'etichetta di un semplice "amarcord" per merito della creatività e della vivacità dei suoi protagonisti, che si alternano singolarmente, in coppie oppure in trio, presentando celebri brani del loro repertorio ma anche omaggiando pezzi di storia della musica italiana e internazionale come dimostrano la cover di "Se telefonando" di Mina e l'accenno a "London Calling" dei The Clash. Max Pezzali propone in solitaria le ballate celeberrime dei suoi 883 come "Una canzone d'amore", "Nessun rimpianto", "Come mai", mentre sceglie il duetto con i suoi compagni di avventura per "Gli anni", e canzoni dal maggior ritmo tra cui "Sempre noi". Nek opta per una carrellata ventennale delle sue hits più famose da "Laura non c'è" a "Almeno stavolta", "Sei grande" e "Sei solo tu", mentre Francesco Renga orienta la scaletta su brani principalmente relativi alle sue ultime produzioni senza peraltro non lesinare le liriche come "Angelo" e "Meravigliosa" che hanno contribuito fortemente alla sua popolarità. Uno spettacolo non limitato alle canzoni e alla musica, ma in cui il trio si concede ai fans con ammirevoli umiltà e entusiasmo, raccontando aneddoti legati alle varie esperienze vissute sui palchi di tutta Italia e dietro le quinte. La passionalità di Nek, l'esuberanza di Francesco Renga e la giovialità di Max Pezzali non lasciano un attimo di noia al pubblico, tenendolo sempre sulla corda e coinvolgendolo in una successione esaltante di ricordi per gli adulti e sensazioni nuove per i numerosi giovanissimi presenti. "La prima boy band per adulti", come è stata definita, sta conquistando in realtà una platea generalizzata e ben assortita, catturata dalla qualità delle loro performances e dall'immortalità dei loro successi.
Immagini tratte da : - Immagine 1 da https://www.facebook.com/NekOfficial/ - Immagine 2 da https://www.facebook.com/RengaOfficial/
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Marzo 2023
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