di Enrico Esposito
Il 2019 musicale e non inizia con un'ottima novità. Sua Maestà Brian May a vent'anni di distanza dal suo ultimo album "Another World", datato 1998, ha pubblicato su Youtube il video di un suo brano inedito dal titolo di "New Horizons". Non sono state ancora raccolte indiscrezioni relative alla possibilità che il singolo in questione anticipi l'uscita di un nuovo lavoro per l'ex-Queen, anche perchè la genesi medesima di "New Horizons" appartiene a un evento di grande importanza avvenuto in ambito astronomico, che May ha seguito in prima persona in virtù di suoi interessi personali. "New Horizons" è infatti il nome di una sonda spaziale della NASA che è stata inviata circa dodici anni nello spazio con l'obiettivo di raggiungere il corpo celeste più lontano dell'universo, "Ultima Thule", un asteroide lontano 6,4 miliardi di chilometri dalla Terra. Noto come MU69 2014, l'oggetto speciale si situa all'interno della Fascia di Kuiper, una regione dello spazio immersa in un'atmosfera buia e gelida distante 1,6 miliardi di chilometri da Plutone. Le prime foto di "Ultima Thule" scattate da "New Horizons" ci presentano un "pupazzo di neve" della lunghezza di trentadue chilometri (come Washington) e della larghezza di sedici.
Cosa c'entra Brian May con tutto ciò? L'ex chitarrista di Freddie Mercury, che ha un dottorato in astrofisica, è affiliato al progetto "New Horizons", che nel 2006 è stato inaugurato con lo scopo di giungere a "pochi passi" dal corpo celeste più remoto sinora scoperto. Alle 6-33 italiane la sonda ha sorvolato "Ultima Thule" e confermato alcune ore dopo con una telefonata via radio il sensazionale traguardo. Come gli altri membri del progetto, May ha gioito a questa notizia e deciso di festeggiare presentando il brano in anteprima mondiale all'interno del quartier generale della NASA, nel Maryland. "New Horizons" è una riflessione a tinte rock scritta a quattro mani con il paroliere Don Black, che a partire dai successi della missione spaziale invia un messaggio di ottimismo e speranza che coinvolge l'intera vita dell'uomo. I nuovi orizzonti di cui parla il testo rappresentano delle mete non ancora conquistate ma per questo inseguite con maggiore forza. Non è assolutamente certo che le ipotesi, i sogni si possano effettivamente realizzare, ma d'altra parte l'uomo e il progresso che ha partorito grazie alla sua tenacia e intelligenza, consentono oggi di poter credere che la storia stessa dell'universo possa essere ripercorsa sino alle sue origini. "La canzone è diventata lo spirito umano che necessita di esplorare oltre i suoi orizzonti e andare oltre" ha rivelato May, che si è detto esaltato dal lancio della sonda tredici anni fa per la velocità mai vista prima da essa raggiunta, e ha paragonato la sua forma a quella di un gigantesco pianoforte a coda. E all'interno della traccia, ricreata mediante un sintetizzatore elettronico, è possibile ascoltare ad un certo punto la dichiarazione che Stephen Hawking, il grande astrofisico scomparso il 14 marzo dell'anno appena trascorso, rilasciò in omaggio al team di "New Horizons" nel luglio 2015, quando la sonda raggiunse Plutone. Storia raccontata nel fascino della musica. Immagini tratte da : - Immagine 1 da www.blastingnews.com - Immagine 2 da twitter ufficiale NASA
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Aprile 2023
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