13/5/2016 Pescatore - Il duetto che non c'è mai stato tra Pierangelo Bertoli e Fiorella MannoiaRead Now
Storia del magnifico brano del cantautore emiliano in coppia con l'allora ventiseienne Fiorella Mannoia e di come i due si incontrarono per la prima volta tre mesi dopo aver registrato le loro strofe separatamente.
1980. Pierangelo Bertoli, cantautore modenese doc (vive e intraprende la sua carriera nella nativa Sassuolo) trentasettenne si è fatto conoscere ed apprezzare dal grande pubblico con una ricca attività live in italiano come in dialetto e un anno prima ha venduto ben 60.000 copie dell'album "A muso duro" trascinato dall'omonimo brano che rappresenta un autentico biglietto da visita dell'uomo oltre all'artista. Contemporaneamente Fiorella Mannoia, ventiseienne cantante romana che ha iniziato la propria carriera nel cinema facendo la controfigura o la stuntgirl alla pari del padre e del fratello, si è fatta notare all'esordio musicale a soli 14 anni al prestigioso Festival di Castrocaro con la canzone "Un bimbo sul leone" scritta da Adriano Celentano, è poi passata nel corso degli anni' 70 alle case discografiche RCA e Ricordi prima di firmare con la CGD (Compagnia Generale del Disco) accostata da poco da Caterina Caselli alla neonata etichetta satellite Ascolto. Quella di Bertoli. Quella di entrambi che si ritrovano in poco tempo ad incidere le strofe alternate di "Pescatore", trascinante ballata da temi "coraggiosi" per l'epoca che conquista un eccezionale successo di critico e pubblico aiutando il disco "Certi momenti" a toccare le 200.000 copie vendute. Risultato: Bertoli si afferma definitivamente come uno dei migliori cantastorie su tutta la Penisola, mentre la Mannoia riceve un trampolino di lancio significativo per la sua carriera che svela l'originalità nell'interpretazione e nella scelta di tematiche forti e dibattute da parte di una giovane precoce. E tutto questo accade senza che i due si siano mai incontrati.
Anzi a dirla tutta inizialmente Bertoli non aveva pensato ad una voce femminile per un testo composto dall'emergente paroliere Marco Negri sul quale il cantante emiliano fece piccolissime modifiche senza intaccare in alcun modo l'ampiezza di spunti forniti dalla storia. Fu il produttore artistico della CGD a suggerirgli di costruire un duetto con una donna, o meglio una ragazza giovane ma dal timbro già personale, individuata all'interno di una cassetta che secondo il cantante riproduceva "una canzone bruttissima cantata da una voce bellissima". La voce della Mannoia che a distanza di poco tempo registrò "per conto suo" le parti in cui leva le sue preghiere la moglie fedifraga del pescatore/Bertoli senza averlo mai visto nè aver avuto il collega al suo fianco in alcuna prova, salvo poi incrociarlo in un corridoio della casa discografica dopochè di "Pescatore" era stato largamente distribuito un 45 giri riservato soltanto al mercato radiofonico e quindi perciò non pubblicato mai come singolo. Nel prosieguo degli anni Bertoli avrebbe riarrangiato la traccia riservandola durante i concerti in un primo momento ad una performance esclusivamente maschile, salvo poi ritornare ad esibirla in duetto con Fiordaliso. Evitando così di snaturare il registro di una hit che aveva colpito perchè sviluppata tanto grazie alla qualità delle parole espresse dai due protagonisti quanto all'intensità vocale manifestata in particolare dalla Mannoia in funzione della psicologia del suo personaggio.
Impostata nelle primissime battute da un piano solenne, il Pescatore/Bertoli apre le danze di un duello a distanza vissuto da lui naufrago, impegnato nella fatica del suo mestiere giorni e giorni a lottare contro le insidie del mare e dalla moglie, una fanciulla probabilmente più che una donna nel pieno della maturità, indecisa, debole così come viene a trascorrere le lunghe giornate senza di lui. Un duello dicevamo, che non contrappone l'uno all'altra perchè radicalmente diversi scorrono i pensieri e le emozioni da loro provate. Due duelli sarebbero allora corretto dire.
Da una parte il Pescatore che combatte con vigore contro la corrente delle onde rischiando la pelle in ogni caso, anche quando il poco pesce catturato lo porta a bestemmiare più del solito. Egli sembra essere concentrato esclusivamente sul suo "lavoro" per tornare prima possibile dal bambino e dalla moglie che considera una coniuge fedele e devota a Dio, nel quale egli invece non sembra credere più di tanto nè rispettare a differenza della fiducia e sicurezza che ripone in sè stesso. Un classico lavoratore, di quelli disgraziati che continuano a rischiare da anni l'osso del collo per un guadagno misero e isolato dal calore familiare, ma non cambieranno vita perchè probabilmente non sanno fare nient'altro ed in fondo, sistematisi con moglie e figli, non avanzano pretese dalla vita.
Pretese al contrario che deflagrano vorticosamente fino ad esplodere con potenza inaudita nell'animo della donna. Se il marito la tempesta la affronta fisicamente tra le onde del mare, ella invece mostra sin da subito di soffrirla internamente perchè dotata di uno spirito impaziente e fresco, esattamente opposto alla calma universale del suo Lui. Un Lui che traballa sempre nella mente della compagna, che davanti a Dio invocato in preghiera rischia di non tornare con certezza assoluta a casa, e che sotto le spine di una rosa allungata da un Altro finisce per scomparire. "Rosa rossa pegno d'amore; rosa rossa malaspina", è questo il momento clou della perdita della resistenza al desiderio, in cui dal ritmo equlibrato di un pop con sferzate reggae si sale di petto con una strofa penetrata di elettronica e di un vigore femminile straordinario, che tramuta l'invocazione al Signore in bestemmia "(Perdio") e apertamente gode e vuole godere del tradimento fino alla fine dei giorni augurandosi addirittura che il pescatore non ritorni mai più indietro. Ma il colpo di scena dell'illusione e della noia di un divertimento che ha stancato in breve tempo a causa delle promesse che l'hanno appesantito restiuisce infine una coniuge che riprende a supplicare Dio e la ricomparsa del marito, seppur avvelenata da un rimorso non ancora polverizzato del tutto.
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