di Enrico Esposito Un gran culo davvero. Un altro titolo non c'è per racchiudere il pensiero sul concerto di Francesco Bianconi al Puccini di Firenze a cui ho partecipato qualche settimana fa. Accompagnata dalla Stupefacente Band (nome non a caso) il cantautore senese ha messo su uno spettacolo che ha espresso a menadito la sua straordinaria cultura musicale e sociale italiana. Tutto è cominciato all'interno di una sorte di proemio, un incontro profondo con i ricordi e i pensieri dei decenni passati. A tessere la tela i tasselli clou di "Forever", il primo album di inediti di Francesco, in cui l'autore ha dato ampia dimostrazione del desiderio di presentarsi al pubblico senza fronzoli. Il Francesco uomo, oltreché artista, ha esposto la sua Weltasnchauung avvolta tra sentimenti, riflessioni sull'avvicendarsi delle mode e in particolar modo interrogativi comuni sia sulla sfera privata che quella condivisa. Un accalorato piccolo romanzo che mi ha fatto più volte pensare a periodo trobadorico di De André, ma senza dimenticare le protuberanze in omaggio al prog e la certezza della base pop da sempre appartenente a Bianconi fin dall'inizio dell'epopea Baustelle. Una componente pop necessaria per non perdere in modo eccessivo il contatto con la lucidità e l'attualità e soprattutto creare un ponte anche con un altro capitolo del concerto. Sto parlando dell'ampia fetta di cover di grandi artisti italiani che il frontman ha raccolto all'interno dell'album "Accade" e di cui ha offerto un repertorio sui generis proprio al Puccini. Si perché l'impressione più bella che mi sono portato a casa alla fine di questo concerto è il divertimento ebbro che il suo demiurgo ha provato nel realizzarlo. Bianconi è riuscito nell'intento di disarmare il sottoscritto e tutti gli altri spettatori non solo grazie alla grandezza del suo talento ma per merito dell'evidente creatività che lo anima. Durante la serata abbiamo infatti quel gran culo di poter ascoltare Francesco cantare per la prima volta il nuovo singolo "Ciao" nato dalla collaborazione con l'eccezionale cantautrice francese Clio. Lo abbiamo sentito omaggiare un pezzo di storia della vita musicale fiorentina con "L''odore delle rose" dei Diaframma, ma anche eseguire una rivisitazione di "Mani bucate" di Sergio Endrigo, non inclusa in "Accade" e annunciata con un rispetto d'altri tempi. Oppure donare al microfono per la prima volta l'esordio di "Calipso", catturando un punto di vista scartato. Cercare di raccontare altro in questo articolo delle performance dal vivo di Francesco Bianconi non è probabilmente possibile. Meglio provare. Immagini dell'autore
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Marzo 2023
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