A Nonna Lina cantare piaceva molto. Come a tutti. In particolare mentre stendeva i panni al sole bruciante del Sud, cucinava o semplicemente si riposava un poco in casa nel pomeriggio dopo il pranzo. Alle orecchie della nipote Erica, conosciuta in Italia da un numero di anni che già ora sono diventati un pò, ancora oggi come da piccola arrivano i grandi classici della musica italiana, dei primi Festival di San Remo, di una tradizione nostrana agli albori entrata nella storia della cultura mondiale e celebrata ancora a lunghi paralleli di distanza. Tra un Modugno e un Endrigo, un Nicola Di Bari e una Zanicchi, Erica Mou ha scelto di riportare alla luce del Nuovo Millennio, a quasi Sessant'anni da quel secondo posto al Sanremo del 1958 alle spalle de "Nel blu dipinto di blu", un'avvolgente e cospicua dichiarazione d'amore interpretata da Nilla Pizzi, una delle più grandi cantanti italiane degli anni '50 scomparsa nel 2011. Al secolo Adionilla Pizzi, nata nel 1919 a Sant' Agata Bolognese, la Pizzi raggiunse nel corso della sua formidabile carriera primati storici come la vittoria del Primo Festival di Sanremo nel 1951 con "Grazie dei fiori", salvo poi aggiudicarsi il podio intero l'anno seguente con il trittico "Vola colomba", "Papaveri e papere", "Una donna prega", e conquistando 4 secondi posti e 2 terzi posti. Sebbene tali successi appartengano a tempi molto lontani alla maggior parte dei lettori odierni, la loro forza e grandezza nell'ambito dell'autentica cultura italiana le rende oggi familiari o quantomeno non estranee, se pensiamo ad esempio soltanto a "Papaveri e papere" e "Vola colomba" per l'appunto. Da questo punto di vista "L'edera" ha ottenuto un riscontro mediatico differente che si è sviluppato in sordina probabilmente perchè oscurato dall'improvvisa ascesa del fenomeno Modugno e dal nuovo di stile di espressione messo in scena dal leggendario cantautore pugliese. "Nel blu dipinto di blu" infatti trasmetteva una ventata fresca di liberazione dalla consueta atmosfera di tensione melodrammatica ed emotiva della canzone italiana dell'epoca sia per mezzo del testo sognante e della melodia ariosa che per l'interpretazione medesima di Modugno con le braccia aperte al cielo in un motto di vibrante apertura alla vista Composto da Saverio Seracini e Vincenzo D'Acquisto, "L'Edera" si inserisce invece perfettamente nella linea tradizionale già delineata, producendo un inno di passione fortissima rivolto da una donna nei confronti dell'uomo che ama, un attaccamento totale e senza paure destinato al presente come al resto della vita. La cornice orchestrale cui si affida il timbro alto di Nilla Pizzi valorizza appieno la profondità della promessa avanzata, l'abbandono senza dubbi di una donna al servizio dell'uomo amato. Riportare questo brano ad una nuova dimensione non era così facile. Riadattarlo sia da una prospettiva musicale che narrativa lasciandone il testo completamente intatto presupponeva dunque la capacità di trasmettere emozioni diverse, che Erica Mou tocca trasportando l'ascoltatore all'interno di un sogno sospeso e pieno di riflessione. Riducendo all'essenziale il tappeto strumentale (con il pianoforte di Antonio Iammarino, violoncello di Flavia Massimo e l'elettronica di Giuseppe Saponari), la giovane cantautrice di Bisceglie sostituisce il robusto supporto orchestrale della canzone originale con silenzi leggermente vibrati dalle basi elettroniche. Sono pause che tra una frase e l'altra permettono di soffermarsi ampiamente su quanto viene detto, che consentono a chi ne è destinatario di pensare al loro effettivo significato, inaugurando se vogliamo un confronto tra l'uomo e la donna sconosciuto alla versione precedente. Per quanto concerne l'aspetto vocale, d'altra parte Erica Mou adatta alle sue caratteristiche l'andamento dell'inno d'amore seguendo un'evoluzione crescente del tono, a differenza dell'uniformità tenuta dalla Pizzi. La delicatezza e ascesa in alcuni punti chiave del brano ad opera della Mou richiamano alla mente l'esecuzione di Tonina Torrielli, cantante alessandrina che accompagnò Nilla Pizzi durante la performance di Sanremo. In sintonia con l'aura di levità e purificazione resa dalla cover di Erica Mou è stato realizzato un adatto videoclip ispirato all'autrice pugliese dalla sua esperienza con gli adolescenti della Dynamo Camp, associazione che aiuta e ospita all'interno delle sue strutture bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni affetti da patologie gravi e croniche. Immagini tratte da: Immagine 1 da likepuglia.it Immagine 2 da Youtube
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Marzo 2023
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