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11/1/2021

Ritratto di Fabio Curto

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di Enrico Esposito
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Raggiungo Fabio Curto al telefono durante un pomeriggio di metà dicembre. Il Natale sta arrivando tra colori incerti e dubbi sulle modalità di attivazione del cashback, risucchiando anche il cantautore calabrese nelle classiche file senza testa agli uffici pubblici. Fabio ha pubblicato il 13 novembre scorso il suo ultimo singolo "La Terra dei miei figli", una ballata folk esaltante alla quale prendono parte due icone della storia di questo genere musicale in Italia: Stefano "Cisco " Bellotti", ex-leader dei Modena City Ramblers, e Francesco "Fry" Moneti, violinista con all'attivo numerosissimi progetti. Un sodalizio nato durante un concerto di Cisco, un incontro che Curto ha definito "vero, nella pulizia" per esprimere la sincerità di uno scambio di opinioni condiviso su punti di riferimento sulla scena internazionale e sul concetto per cui anche la musica pop-folk abbia ceduto il fianco al peso della chimica e dell'artificio tecnico. "Di reale, di legno ce n'è meno" mi racconta l'artista nativo di Acri (CS), che a partire dai primi passi della carriera è sempre andato alla ricerca di strumenti nuovi da assimilare intraprendendo in continuazione progetti variegati come le culture presenti sul pianeta. Dopo aver sperimentato il rock e la tradizione gypsy balcanica, ad un certo punto decide di proseguire la sua formazione da busker esibendosi per un anno intero sulle strade d 'Europa.
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Il polistrumentista e l'ispirazione multiforme hanno dunque caratterizzato la sua visione della musica costantemente, a partire dal primo album "Stelle, rospi e farfalloni", un'originale raccolta di sette brani pubblicata nel 2013. In questo disco Fabio Curto e la sua chitarra compaiono da soli oppure accompagnati da una piccola orchestra di percussioni e fiati che ricostruiscono una calorosa ambientazione popolare interpretata con una visione di musica d'autore. Sogni, illusioni sono i temi portanti insieme al ricordo malinconico, "fondamentale" per il nostro artista che confessa di trarne "quasi piacere, perché esso è un motore che genera sentimenti. Io non sono un cantastorie, perché all'interno delle mie canzoni immagino di cose che mi hanno rapito". Queste frasi concise illustrano perfettamente il processo istintivo attraverso il quale il cantautore scrive i suoi brani: assorbe nel proprio animo i plurimi momenti della vita con il loro bagaglio di emozioni che vanno a coinvolgere i rapporti umani e "la bellezza dei fenomeni naturali" (che trova una grandissima espressione nei videoclips di "L'Altopiano" e la già citata "La Terra dei miei Figli", due omaggi alle meraviglie della Sila, terra di Fabio). La fragilità dei rapporti familiari e amorosi, l'armamentario colorato delle piazze affollate insieme ad "alcuni tipi di nostalgia" si affermano come la cifra stilistica intorno alla quale Fabio Curto imbocca percorsi multiformi nel corso degli anni che gli permettono di mostrare al pubblico le diverse capacità vocali e musicali.


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Con la partecipazione e vittoria al talent "The Voice of Italy" del 2015 il polistrumentista calabrese veste contemporaneamente i panni dell'interprete e compositore di ballate pop emergendo per la potenza di una voce dal sottofondo blues per mezzo della quale si confronta con numerose canzoni in lingua inglese. L'omonimo Ep "Fabio Curto" pubblicato in quell'anno rappresenta il sunto puntuale di tale fase, mentre il successivo album "Rive vol.1" del 2018 ne è la naturale prosecuzione in virtù del mix tra le due anime, quella pop di matrice cantautorale e quella folk di profonda ricerca popolare. Contenuta in questo Lp è "Domenica", racconto intimo e collettivo, presentata da Fabio Curto all'Edizione 2020 di Musicultura, il festival nazionale più ambito dai cantautori italiani. La performance voce, chitarra e armonica sul palco dell'Arena Sferisterio è valsa il titolo di Vincitore Assoluto della manifestazione. Un traguardo prestigiosissimo in un anno complicato che tuttavia sta vedendo l'artista misurarsi con nuove sfide per la sua ricerca musicale, come dimostrano gli archi celtici presenti nei suoi ultimi singoli.  Presto sarà disponibile un brano inedito su Herman Hesse, al quale faranno seguito altre canzoni che anticiperanno il terzo album di Fabio Curto. ​
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Immagini gentilmente fornite dall'ufficio stampa Big Time

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