"Ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza, ma non serve che io ti dica di più poichè lo sai già. Adesso, voglio solo augurarti buon viaggio. Addio vecchia amica. Amore infinito. Ci vediamo lungo la strada". Hydra (in italiano "Idra") è una minuscola isola greca di 52 km quadrati ancorata al Peloponneso che è conosciuta per la totale mancanza di automobili, la conservazione spettacolare delle antiche case bianche Archontika e l'affetto particolare suscitato nelle menti degli artisti di ogni genere. Nel 1958 il venticinquenne Leonard Cohen, studente canadese di origini ebraiche prostatosi alla poesia in maniera totale, approdava qui non tanto per immergersi nelle acque cristalline ammirate dalle sabbie acciottolate. Sperava di compiere un ritiro dei sensi che gli ispirasse raccolte di versi appetibili per il suo animo insoddisfatto e per il pubblico. La musica non l'aveva ancora toccata, non ci pensava ancora. Di Muse non ne aveva ancora trovate. Fino ad Hydra. All'epoca Cohen stava con una ragazza di nome Lena. Lena riceveva la corte e ricambiava un giovane scrittore norvegese, tale Axel Jensen, che sull'isola però non si era recato da solo. Era fidanzato con Marianne Ihlen, espressione per antonomasia della bellezza scandinava. Cohen la conobbe e la considerò la donna più bella che avesse mai visto. Restituì a Jensen quanto che gli era stato fatto con Lena. Ma andò molto oltre. Accompagnò Marianne nella sua casa ad Oslo, e qualche anno dopo, invitò in Canada la fanciulla reduce da un matrimonio lampo e chiuso con Jensen e accompagnata da un "piccolo Axel" generato da non molti mesi. Nel vivo dei 60s Leonard Cohen a cavallo tra la natia Montreal, la fatal Hydra e l'irresistibile New York cingeva a sè Marianne e si preparava all'abbandono necessario consegnandola all'immortalità del volume di poesie "Flowers for Hitler" e della musica. "So long, Marianne","Bird on the wire". I primi colpi al cuore alla storia del cantautorato inferti dal canadese sornione e rauco, conquistatore tra le pareti sventrate del Chelsea Hotel di Janis Joplin fingendo di essere il già affermato collega Kris Kristofferson. "Vieni pure alla finestra mio piccolo tesoro, Mi piacerebbe provare a leggerti il palmo. Pensavo di essere una specie di zingarello Prima di lasciare che tu mi portassi da te. E ora addio, Marianne, è ora che ricominciamo A ridere e piangere e piangere e ridere di tutto quanto ancora". (So long, Marianne) Il 28 Luglio scorso, a distanza di più di mezzo secolo dalle storie raccontate, dopo una breve ma incontrastabile malattia Marianne Ihlen si è allontanata per sempre da Cohen, che in un'accorata lettera nel suo caratteristico stile sintetico ma pregnante ha dato appuntamento nell'altra vita all'amore dal fascino intatto. E' stato galeotto l'amico comune Jan Christian Mollestad, che ha informato Cohen del tumultuoso peggiorare delle condizioni della donna e le ha recapitato al suo capezzale il messaggio elaborato con sintomatica naturalezza dall'amante in poco meno di due. Nel 1992 in un'intervista dalle accese connotazioni malinconiche, Leonard Cohen aveva già rivolto un ardente pensiero alla Musa ricordando la vibrante ammirazione nei suoi confronti nonostante la fine del rapporto vent'anni prima, il ritorno di lei in Norvegia, la perdita degli sguardi. Ma come rivelato nella lettera estrema, è bastato ascoltare il rintoccare della sua voce al telefono per riconoscerne l'infinita simbiosi. Le aveva dedicato in preda alla sfrontatezza dell'esordiente "So long, Marianne". Da "Songs of Leonard Cohen", 1967, l'approccio arrogante con un'epoca musicale in cui dominava l'arcobaleno hyppie e di contro non sembrava potesse avere un grande seguito un menestrello a posteriori che si interrogava tra nevrosi, rimorso e simbologia. L'esordio infatti rappresentò un mezzo fiasco, ma carburando lentamente come il ritmo e il contenuto dei brani stessi, "Songs of Leonard Cohen" passò ad infliggere uno schiaffo significativo alla scena contemporanea, trainato dalla fortunatissima "Susanne" che lanciò in definitiva la stella di un'artista mai domo, che in autunno a "soli" 82 anni pubblicherà il suo quattordicesimo album dal titolo di "You want it darker". Sul suo acconto facebook ufficiale, egli ha scritto che a detta dei suoi fidati ascoltatori si tratterà di un ritorno al Cohen classico, del primo e del secondo album, quel "Songs from a room" del 1969 sulla cui retro-copertina compariva una sorridente Marianne intenta ad una macchina da scrivere al centro di una stanza minuta e personale. Il disco era aperto da "Bird on the wire", un altro omaggio di matura malinconia dell'autore alla sua fonte di bellezza svanita. "Come un bimbo nato morto Come una bestia col suo corno Ho lacerato chiunque cercasse di raggiungermi. Ma giuro su questa canzone E su tutto ciò che ho fatto di sbagliato Che rimetterò ogni cosa a te." (Bird on the Wire) Recitava così "Bird on the Wire" al suo apice. Un brano radicalmente diverso da "So long, Marianne" per il suo significato e lo spirito assimilato da Cohen nell'invocarlo. "So long, Marianne" metteva in scena la presa di coscienza complicata ma completa della fine del rapporto, nella realtà dei fatti provocata per l'appunto dal cantante. "Bird on the Wire", invece, seppur dedicato a Marianne, rivolge un pensiero esplicito a quest'ultima soltanto nel passo sopracitato, svolgendo nella globalità del testo una riflessione amara sull'ineluttabilità del progresso, della rapidità esagerata con cui i cambiamenti voluti dall'uomo sconvolgano le dinamiche della vita. "L'uccello sul filo" cui si rivolge il titolo è un'immagine richiamata alla mente di Leonard Cohen dai ricordi dell'incontaminata isola di Hydra, allorquando gli uccelli che potevano posarsi sui cavi della tensione elettrica che non erano ancora attivi furono costretti a rinunciarvi a causa dell'evoluzione artificiale. Cohen si sofferma amaramente durante il flashback finendo per decretare l'inutilità nel battersi in determinate battaglie, e ammettere di aver sbagliato nell'assumere alcuni comportamenti anti-conformistici ma velleitari da parte sua. Come scappare dalla Musa, salvo poi ricongiungersi a lei e chiederle perdono.Indecisione e insoddisfazione. Immagini tratte da: - Immagine 1 da www.repubblica.it - Immagine 2 da www.amazon.com
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Marzo 2023
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