Venerdì 26 marzo è uscita una nuova raccolta dedicata al mito Strummer. Il titolo scelto è "Assembly" per indicare il lavoro di rifinimento che è stato compiuto per la realizzazione di quest'omaggio in onore del grande artista britannico. 16 brani selezionati accuratamente mettendo insieme le preferenze dei fan, rarità d'archivio e passaggi basilari nella carriera di un'anima della musica scomparsa troppo presto.
di Enrico Esposito È il 22 dicembre 2002, mancano tre giorni a Natale. Un infarto se lo porta via ad appena 50 anni. John Graham Mellor era il suo nome "ufficiale". Suo padre era impiegato al Ministero degli Esteri e per questa ragione era nato ad Ankara e poi aveva trascorso la sua infanzia a Città del Messico e poi a Bonn prima di essere mandato in collegio a nove anni. Qui Joe indurisce ulteriormente la scorza ribelle che gli apparteneva da sempre e soprattutto prende la decisione che la musica sarebbe stata la sua vita. Ha undici anni quando ascolta "Not Fade Away" degli Stones e il suo subconscio gli dice apertamente "Quella è la tua strada". Da allora, dopo aver preso il diploma, dapprima si dedica all'arte iscrivendosi alla Central School of Art di Londra. Ma l'ambiente "da vecchi satiri" non fa per lui e allora comincia a suonare dapprima il basso poi la chitarra in giro per la metropolitana di Londra e poi in Europa. Veste i panni e segue le orme dei busker americani, facendosi chiamare Woody in onore di Guthrie. Poi arriva l'incontro con Mick Jones e Paul Simonon e l'offerta (con la risposta attesa in 48 ore) di entrare a far parte di una band con loro due. è il 1976 e così nascono i Clash. Il comune legame che univa i tre giovani, molto diversi tra loro per provenienza e formazione, consisteva nella volontà di vedere e creare un mondo nuovo. Credo che il formidabile mezzo attraverso il quale prima il trio e poi il quartetto abbia espresso una visione interiore della realtà sia stata la loro musica, che ancora oggi a quasi cinquant'anni dalla loro nascita brilla per la sua particolarità. I Clash non erano solo punk, bestemmia che circola ancora fin troppo. Nel corso della loro breve e fulminante carriera chiusa a tutti gli effetti con la cacciata del batterista Topper Headon nel 1982 e di Mick Jones appena un anno dopo, questa band ha espresso all'interno del loro sound le voci di culture per nulla integrate tra loro ma anzi in feroce scontro. Il jazz, il dub, il reggae, persino lo ska e il pop convivevano in dischi straordinari proprio per la loro versatilità. Su tutti "London Calling" e "Sandinista!" ma di cert o non furono da meno gli altri Lp in cui i quattro musicisti scrivevano, eseguivano e cantavano a turno, illustrando prima in Uk e poi ben al di là le loro idee sulla politica e sulla società senza freni. L'antimilitarismo, la critica al mondo discografico contemporaneo, la dittatura, i movimenti di protesta giovanili rappresentano solo alcuni dei temi sviscerati da Joe Strummer & co. Strummer era tra i componenti dei Clash il più carismatico ma anche il più umorale senz'altro. Le espulsioni di Headon e Jones avvennero per mano sua sotto l'influenza del manager Bernie Rhodes che riuscì a diventare parte integrante della band senza che lui se ne accorgesse. A posteriori Joe Strummer capì gli errori che condussero alla fine della band ma d'accordo con i suoi ex compagni non decise mai di ritornare indietro perché consapevole di aver dato tutto e aver perso soprattutto la libertà di manifestazione che li aveva accompagnati magicamente. L'anno è il 1985 preciso e a trentratre anni Strummer si sente però perso, disorientato. Nell'interessante documentario "The Future is unwritten" diretto da Julien Temple, l'artista stesso racconta le difficoltà incontrate nella ricostruzione di sè, nel voltare pagina dopo aver subito l'esplosione del successo. La famiglia in questo momento diventa una delle principali ancore per lui, ma lunghi sono gli improvvisi passaggi da un luogo all'altro per recuperare l'identità e così i progetti da lui sperimentati. Joe inizialmente si dedica alla realizzazione di colonne sonore per il cinema, come "Walker" in cui esterna la sua passione per la musica latina. Recita anche alcuni ruoli da attore ad esempio nella commedia western "Straight to Hell" e nella commedia "Mystery Train" di Jim Jarmusch, con il quale vive una stretta amicizia. Nel 1989 il tentativo di produrre un album da solista che resterà l'unico della sua carriera: "Earthquake Weather" è un volume rockabilly che per poco riesce a ridargli il respiro, ma non funziona. Gli Stati Uniti falliscono in tal senso, è necessario un ritorno a Londra, alla scoperta dei background culturali e musicali che animano le nuove generazioni. Gli anni Novanta sono arrivati e Joe si separa da Gaby Salter, la storica compagna che gli aveva dato due figlie, Jazz e Lola. Conosce allora Lucinda Tait che sposerà nel '95 gli starà vicino fino alla morte.
Gli Anni Novanta sembrano riportare Joe Strummer indietro di 25 anni. Il musicista ritorna a mescolarsi con le persone, a tessere relazioni profonde e nutrienti e a trascorrere giornate intere, abbracciando il mondo hippy con convinzione. All'epoca nel Regno Unito esistevano leggi che non permettevano i ritrovi di molte persone nei parchi, nei boschi, nei rave. Strummer divenne parte integrante di questa protesta, e tornò a sentirsi vivo anche dal punto di vista artistico espandendo la conoscenza di ritmi provenienti da disparate latitudini. Al termine del decennio il momento giusto per tornare si era materializzato. Dopo i Clash nasce una nuova sinergia con i Mescaleros, band di abili polistrumentisti con i quali Strummer torna a dirigere la situazione. Nel 1999 viene pubblicato il primo album di Joe Strummer & The Mescaleros dal titolo "Rock Art and the X-Ray Style", seguito due anni dopo da "Global a Go-Go" che riporta definitivamente in alto la stella del frontman. L'ispirazione si reimpossessa di lui sia nella scrittura che nella varietà di stili che contraddistinguono le canzoni. "Coma Girl", "Tony Adams", "Mondo Bongo" "Johnny Appleseed" restituiscono al mondo la carica e la poetica dell'oratore e combattente instancabile, che affidava i suoi messaggi a un timbro graffiante e alla vena scimmiottesca. Il 22 dicembre del 2002 nella sua casa abitazione John Graham Mellor muore per un infarto dovuto a una malformazione congenita al cuore di cui era all'oscuro. Si dice che se ne sia andato via serenamente, mentre stava completando un altro disco con i Mescaleros, "Streetcore", uscito l'anno dopo la sua scomparsa. Sono trascorsi vent'anni e ancora di più dalla nascita della sua eccezionale carriera musicale ma la gente non ha smesso di dimenticarlo. La gente che occupava il centro di tutto secondo la sua visione del mondo continua ad amare con forza la sua figura leggendaria e a ricevere da lui energia e razionalità come nel caso di "Assembly". In quest'ultima raccolta sono ripercorsi i passi più importanti della sua rinascita con i Mescaleros ma anche omaggiati tasselli difficilmente dimenticabili dell'epopea Clash: due versioni live di "I Fought The Law" e "Rudie Can't fail" e l'inedita interpretazione acustica di "Junco Partner".
Immagini tratte da:
1 - Gentilmente fornita dall'Ufficio Stampa A Buzz Supreme 2 - Tratta dalla paginaFacebook ufficiale
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Marzo 2023
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