Nel 2016 era stato il mese del ritorno sulle scene dei Green Day, dei Kings of Leon, dei Lumineers e quanti altri. Quest'anno, settembre continua a riservare succose sorprese nell'ambito delle uscite di nuovi album da parte di artisti internazionali. Oggi ve ne parleremo di tre in particolare.
1) The National - "Sleep Well Beast" - In attività dal 1999, la band di Cincinnati composta dal cantante Matt Berninger e da ben due coppie di gemelli (i chitarristi Aaron e Bryce Dressner, il bassista Scott e il batterista Bryan Devendorf) a quattro anni di distanza dall'apprezzatissimo "Trouble will find me", presenta un nuovo lavoro, il settimo della propria carriera. Lautamente anticipato da quattro brani "The System Only Dreams in Total Darkness", "Guilty Party", "Day I Die" e "Carin at the Liquor Store"), "Sleep Well Beast" è considerato dal gruppo stesso un disco innovativo rispetto ai precedenti perchè contraddistinto da canzoni più lunghe, con una componente elettronica accresciuta e l'attenzione a trasmettere all'ascoltatore l'importanza della dimensione live. Registrato tra Berlino e la campagna di New York che li ha riportati all'atmosfera del natio Ohio, il disco consiste di dodici tracce incentrate sui momenti di crisi e distruzione che capitano puntualmente nella vita all'interno dei rapporti tra le persone. 2) Arch Enemy - "Will To Power" - Decimo album in studio per la band death metal svedese, chiamato a una prova importante a più di vent'anni dalla loro nascita (risalente al 1995). Dopo l'impatto positivo ottenuto da "War Eternal" del 2014, "Will To Power" ha l'onere di innalzare ancora di più il livello. Il passaggio di testimone alla voce tra la tedesca Angela Gossow (storica cantante dal 2000 al 2014) e la canadese Alissa White-Gluz (ex leader dei The Agonist) ha dimostrato di funzionare egregiamente, regalando smalto e carica alle nuove tracce, per merito soprattutto del timbro graffiante e talentuoso della Gluz. "The World is Yours" e "The Eagle Flies Alone", singoli di lancio, mostrano senza mezzi termini il ritmo incalzante dell'intero lavoro, con l'esordio di Jeff Loomis (una delle colonne dei Nevermore, dal 1991 al 2011) alle chitarre, e la presenza di "Reason To Believe", la prima ballad della storia degli Arch Enemy. 3) Susanne Sundfør - "Music For People In Trouble" - In Italia non è ancora molto conosciuta, e difatti, purtroppo, non sono previsti appuntamenti nel nostro Paese all'interno del suo tour europeo, che toccherà gli altri principali Stati del Continente per poi concludersi in Svezia. Ma Susanne Sundfør, cantautrice, compositrice e produttrice norvegese classe '86, ha alle sue spalle già cinque dischi in studio che hanno permesso di far emergere il suo carattere, la costante di una sensuale fusione tra elettronica e sinfonia, un tono vocale variopinto in grado di mutare senza ansie. Protagonista di salde collaborazioni con M83 e Röyksopp, l'artista ha lanciato nel mese di giugno il singolo "Undercover" per anticipare l'uscita del nuovo album, un'opera molto personale partorita dopo un lungo viaggio in giro per il globo, dall'Amazzonia alla Corea del Nord, e concepita per raccontare le ansie di un'umanità perennemente in corsa e sofferenza. Immagine tratta da Youtube
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Aprile 2023
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