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30/10/2020

Un sacco di parole

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di Enrico Esposito
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Incontro il Maestro in un pomeriggio della settimana scorsa. Lo colgo “sul fatto”, ossia in sala di registrazione, presso gli studi Blackcandy a Firenze. Causa Covid, alcuni interviste programmate per il mattino sono saltate e dunque sono il primo della giornata a porgli delle domande relative a “Fragile” e soprattutto ad ascoltare le sue risposte. Francesco Pellegrini inizia a parlare, raccontando a 360 gradi la genesi del debutto da solista della sua carriera e l’ampio raggio di significati che si celano dietro a un titolo di per sé già espressivo.  
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​Il Maestro ha scritto e composto, piano e voce, la sua opera prima lungo un arco di tempo voluminoso, lo stesso, che l’ha visto calcare un percorso di musicista classico, chitarrista e studioso del fagotto, strumento che ha suonato in tour con Nada. Le sue doti performative hanno convinto Andrea Appino, suo amico fraterno e frontman degli Zen Circus, a invitarlo a suonare nella band, coinvolgendolo stabilmente nella realizzazione degli album, nelle lunghe e apprezzate trasferte sui palchi della penisola, tra cui l’Ariston al Festival di San Remo nel 2018. Si arriva indietro nel tempo a dieci anni fa, quando Francesco aveva fondato i Criminal Jokers insieme a Motta, suo omonimo e altro fratello. Da allora sino ad oggi si sono susseguite allora tante diverse esperienze nella vita artistica ma non è questa la motivazione fondamentale alla quale è scaturita la necessità di raccogliere le nove tracce presenti nella tracklist di “Fragile”. Francesco si è guardato dentro, riportando la mente al passato per sviluppare un confronto con il suo stato attuale. Ha riaperto il cassetto in cui aveva posto alcuni dei testi, ha avvertito una mancanza: confessarsi, dare piena voce a sensazioni e riflessioni personali. Lui ha parlato di bisogno di spontaneità, vista dalla sua prospettiva come parte della fragilità. Le sue liriche erano già pronte e chiedevano soltanto un abito sonoro che permettesse loro di poter raggiungere gli ascoltatori nella misura migliore. Il Maestro si è allora messo all’opera concretizzando la sua idea originaria di fondere la dimensione acustica con il contraltare elettronico, per arrivare infine a creare un sound moderno, ispirato da Damon Albarn con il suo “Everyday robots”.

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​Prima che si cominciasse purtroppo a parlare di lockdown, quarantene e fasi di vario tipo, l’8 maggio era la data prescelta per il lancio di “Fragile”. Un desiderio che è rimasto inappagato e ha costretto il suo diretto protagonista ad apportare dei cambiamenti. Trascorsa la dura primavera, Francesco Pellegrini ha deciso di optare per l’uscita di due volumi: “Vol.1” ha visto la luce lo scorso luglio, “Vol.2” a settembre, per confluire successivamente nella raccolta completa, impreziosita da una traccia speciale. Dalla mattinata di oggi, l’album è disponibile in tutti gli stores, dopo essere “approdato” alla dimensione digitale. Abbiamo già accennato all’inequivocabile senso che il suo titolo e la sua nascita lasciano presupporre. Senza remore, Il Maestro si confessa apertamente, dipingendo a poco a poco un quadro dalle tinte accese, all'interno del quale si muovono al suo fianco gli attori stessi che recitano nel film della sua esistenza. Le variazioni dell'amore ("Boxe", "Ci dovranno legare") , la trasparenza dei rapporti familiari ("Inattaccabile", brano dedicato alla sorella Silvia) , il legame verginale con la propria città natale ("Cent'anni" in cui mettono il loro zampino Appino e Giorgio Canali) vengono respirati a pieni polmoni dal loro narratore, che con passione li rappresenta su più spartiti musicali e poetici. L'impressione che si prova seguendo Francesco lungo i suoi viaggi a spasso tra tempi e spazi è quella di essere trasportati in una dimensione eterea al di sopra delle nuvole, della stessa sostanza di cui è fatto l'airone policromatico in cui il nostro artista si rispecchia. "Fragile" canta le bellezze e gli scherzi di particolare rilievo nei ricordi e nei pensieri di Francesco Pellegrini ("Siamo noi" volge lo sguardo alla particolare "missione" ricoperta dalla collettività odierna), critica coloro che vedono solo rose e fiori nel mondo dei musicisti ("Semplice", con la partecipazione di Lodo Guenzi, ispirata dalla lezione del grande Claudio Lolli), e include anche un assolo al fagotto nella chiusura di "Smettere", canzone in cui il Maestro parla di un momento difficile durante il quale si era allontanato anche dalla passione per questo strumento). "Fragile" consegna riporta infine una straordinaria conversazione tra due amici fraterni, che si ritrovano a guardare lo scorrere degli anni durante i quali si sono visti crescere ("Francesco", featuring Francesco Motta, sorpresa finale dell'album). 

Immagini gentilmente fornite dall'ufficio stampa Red and Blue

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