I filosofi, gli psicologi, gli artisti. Tutti hanno sempre cercato di dare un significato alla felicità: cosa è, da cosa è causata e come viene percepita da ogni singolo individuo. È un argomento che ha sempre incuriosito tutti, compreso gli scienziati. Nel 1974, Richard Easterlin, un professore di Economia all’ Università della California, durante una ricerca sulla crescita economica elaborò un paradosso: la felicità delle persone aumenta con il crescere del reddito e del benessere fino ad un valore di picco, in seguito al quale inizia a diminuire. Anche Paolo Gallina, nel 2011, ha provato a darne una definizione nel libro “La formula matematica della felicità”, in cui utilizza la matematica in maniera rigorosa, mischiandola all’ironia e alla leggerezza, per arrivare ad un’equazioni in funzione del tempo dello stato di una persona. Analogamente a Paolo Gallina, nel 2014, anche alcuni scienziati hanno provato a ricavare una formula matematica della felicità. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Proceeding of the National Academy of Science (link: http://www.pnas.org/) presenta un modello computazionale e neuronale di momentaneo benessere soggettivo. Gli scienziati Robb Rutledge, Nikolina Skandali, Peter Dayan e Raymond J. Dolan hanno elaborato l’algoritmo sottoponendo un gruppo di 26 volontari ad un test di attività decisionale basato sulla vincita o perdita di denaro. Ad ogni decisione presa, il partecipante doveva fornire un giudizio sulla sua felicità e i dati ricavati venivano intrecciati con le immagini fornite da una macchina per la risonanza magnetica sotto la quale erano stati posti. Una volta elaborato l’algoritmo, bisognava testarne la sua efficacia, così i ricercatori hanno sottoposto 18 mila persone ad un gioco, sviluppato attraverso un’app per smatphone, in cui si guadagnano punti in base alle decisioni effettuate su situazioni di vita comune. Da questo studio è venuto fuori un altro importante risultato: la felicità non dipende dal grado di benessere di ognuno o dalle ricompense, ma ciò che ci fa essere veramente felici è l’attesa, i desideri e le aspettative. D’altronde non è una novità che “l’attesa stessa del piacere è essa stessa il piacere” (G.E. Lessing) ma, questa volta, possiamo dimostrarlo scientificamente: Eccola la formula della felicità. Per i più appassionati: la felicità è in funzione del tempo t; w0, w1, w2 e w3 sono costanti che indicano l’influenza dei diversi tipi di eventi; γ è un “forgetting factor” (fattore dimenticando) che rende gli eventi degli studi più recenti più influenti rispetto a quelli precedenti; CRj è la gratificazione ottenuta dalla scelta su un processo j; EVj è la valutazione del rischio su di un processo j; RPEj rappresenta la differenza tra la ricompensa desiderata e quella effettivamente ottenuta dal processo j. Questo modello spiega le fluttuazioni della felicità momento dopo momento, mettendo in luce quanto un evento recente sia valutato da ogni individuo più importante di uno precedente. Inoltre, fattore veramente rilevante è l’aspettativa: solitamente tendiamo a caricarci di aspettative e nel momento in cui una circostanza si verifica ci ritroviamo delusi in quanto l’avvenimento non è all’altezza di ciò che avevamo immaginato. “Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.” (Il sabato del villaggio, Giacomo Leopardi). Per approfondimenti: http://www.pnas.org/content/111/33/12252.full Immagini tratte da: -faccine: http://psicologoinfamiglia.myblog.it/media/00/01/3060699267.jpg -copertina libro “La formula matematica della felicità”: http://www.ustation.it/mod/ustation/img.php?file=copertina_facciata.jpg -formula della felicità: http://www.pnas.org/content/111/33/12252.full
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Ottobre 2022
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