di Giulia Cartei Negli ultimi anni si sente molto parlare di Blockchain, una tecnologia che deve la sua notorietà al Bitcoin, una crypto-valuta, che per i suoi vertiginosi rendimenti, ha attirato l’attenzione di molti investitori, generando numerose divergenze, perplessità e talvolta anche leggende metropolitane. Ma che cosa è una Blockchain? Cercando di spiegarlo in modo semplice, senza eccedere con i tecnicismi, si tratta di un Distributed Ledger, ossia di un database distribuito e condiviso tra diversi PC, chiamati nodi, i quali sono connessi allo stesso network. In altre parole, si tratta di un registro condiviso in cui le informazioni sono disponibili contemporaneamente per tutti i nodi appartenenti alla rete. Allora cosa distingue la Blockchain da un classico database distribuito? La particolarità della Blockchain rispetto ad un database distribuito consiste nella regola del Consensus, secondo cui le informazioni vengono registrate mediante delle transazioni, che devono essere approvate dalla maggior parte dei nodi della rete. Solo dopo aver ottenuto il consensus della maggioranza dei nodi, la transazione e quindi l’informazione viene registrata in modo immutabile, grazie all’uso della crittografia e altre caratteristiche tecniche. Non vi è dunque un unico soggetto o controparte centrale, che in autonomia può registrare informazioni sulla Blockchain. Il concetto di consenso distribuito è il pilastro sul quale si fonda la ratio della tecnologia Blockchain, nata, nell’ambito del payment, proprio per risolvere il problema del trust, ossia della fiducia verso una controparte centrale, che autorizza e certifica le transazioni. Infatti, il passaggio da un consenso centralizzato, in cui vi è un unico soggetto che valida le informazioni, ad un consenso distribuito in cui le informazioni vengono registrate, solo con l’accordo della maggioranza dei nodi, consente di superare il problema dell’affidamento verso un unico soggetto. Nella figura[1] seguente si riporta l’esempio dell’iter di una transazione su Blockchain. [1] Fonte: “www.blockchain4innovation” Una volta che l’informazione viene registrata, essa è immutabile, quindi eventuali aggiornamenti potranno essere registrati senza cancellare l’iscrizione originale. Infatti, per poter apportare delle variazioni è necessario effettuare una nuova transazione, la quale a sua volta deve essere validata dalla maggioranza dei nodi. Una volta ottenuto il consensus, verrà aggiunto un nuovo blocco alla Blockchain, il quale conterrà le informazioni aggiornate, che si aggiungono alle precedenti creando un tracking history dell’informazione registrata, portando notevoli vantaggi in termini di trasparenza. Tale tecnologia risulta particolarmente utile negli ambiti che richiedono la necessità di immutabilità del dato. Infatti, un esempio di applicazione nel mondo reale si ha nel campo della notarizzazione, con l’utilizzo della Blockchain come registro delle proprietà immobiliari, per una vera e propria catena della trascrizione digitalizzata e condivisa con cui registrare in modo immutabile i passaggi di proprietà degli immobili. Ad oggi vi sono due tipologie di Blockchain: Permissionless Ledger e Permissioned Ledger. Le Permissionless Ledger sono blockchain aperte, pubbliche, non controllate da controparti centrali e alle quali chiunque può partecipare diventando un nodo della rete. In questo tipo di network non è possibile introdurre limitazioni e ciascun nodo può accedere alle informazioni salvate sulla rete e agire come nodo validatore (detto miner) delle transazioni, risolvendo le funzioni algoritmiche per la validazione. Un esempio tipico di Permissionless Ledger a cui chiunque può accedere è la Blockchain di Bitcoin, la quale consente gli scambi della stessa crypto-valuta, tracciando le informazioni della transazione e rendendola immutabile mediante il consensus distribuito e la crittografia. Le Permissioned Ledger invece sono Blockchain controllabili e private, alle quali possono accedere solo soggetti autorizzati e in cui è possibile introdurre limitazioni e regole di governance, che stabiliscono i ruoli dei diversi nodi. In altre parole, consentono di stabilire quali nodi possono vedere tutte le informazioni, o solo una parte di esse, quali nodi possono sia agire da validatori delle transazioni sia accedere alle informazioni, e quali invece possono solo visualizzare le informazioni registrate ma non validarle. Ad oggi si registrano numerosi tentativi di applicazione di Permissioned Ledger in vari settori che spaziano dal mondo banking e insurance, dalla supply chain per la tracciabilità del ciclo di vita dei prodotti e degli step della filiera produttiva, fino alla pubblica amministrazione, alla sanità e al mercato dell’energia. Tuttavia, in molti casi occorre fare attenzione, poiché pìù che di Blockchain si tratta di database sì distribuiti, nel senso di informazioni condivise tra diversi utenti, ma con un consenso ancora centralizzato e non distribuito, come invece deve essere per poter parlare di Blockchain.
In definitiva, si tratta di una tecnologia interessante, potenzialmente disruptive per alcuni settori, che potrebbe portare numerosi vantaggi in termini di trasparenza, sicurezza e velocità di scambio delle informazioni. Alcuni ritengono la Blockchain un’innovazione in grado di rivoluzionare le nostre vite al pari di internet, tuttavia, ad oggi, le applicazioni di successo, fuori dall’ambito payment per le cripto-valute, non sono ancora molte. Alla luce di ciò non possiamo ancora dire se sarà la nuova Internet e dobbiamo rimandare ai posteri l’ardua sentenza!
0 Commenti
|
Details
Archivi
Ottobre 2022
Categorie |