IL TERMOPOLIO
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26/4/2017

Maledetta primavera!

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​di Lorenza Mariggiò
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Ogni anno accogliamo con gioia l’arrivo delle belle e lunghe giornate di sole primaverili. Se allo stesso tempo il sole e il caldo svolgono una funzione anti-depressiva sul nostro organismo, migliorando il nostro umore, è pur vero che il corpo ci mette un po’ di più ad adattarsi al cambio e agli sbalzi delle temperature e ai nuovi cicli luce-buio dovuti al prolungarsi delle giornate. È così che nasce il “mal di primavera”.
La natura si risveglia -e con essa anche le allergie- ma il nostro corpo rimane un passo indietro: irritabilità, stanchezza, fatica a concentrarsi, insonnia e sbalzi d’umore sono i sintomi maggiormente riscontrati. Se a questo aggiungiamo i malesseri legati alle allergie, ci troviamo davanti a un vero e proprio disagio.
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Ciò che ci fa tirare un sospiro di sollievo è che possiamo ridurre e alleviare questi sintomi grazie a dei rimedi fai-da-te che faremmo meglio a tener presente durante tutto l’anno, non solo in primavera! Primo fra tutti è la buona alimentazione: per combattere la stanchezza e la debolezza occorre un’alimentazione sana ricca di vitamine (in particolare del gruppo C e B), ferro e Sali minerali (come potassio e magnesio), tutti elementi che si trovano facilmente in frutta e verdura di stagione e alimenti proteici come carne, pesce e uova. È importante non esagerare con zuccheri, grassi e carboidrati, che rischierebbero di appesantirci. All’alimentazione si accompagna una buona idratazione: bere tanto e spesso (acqua…non alcolici!) aiuta a eliminare le tossine e a depurare l’organismo contribuendo a ridurre la percezione della stanchezza e degli sbalzi di temperatura.
Fare attività fisica leggera, come una passeggiata a passo veloce o una corsetta, aiutano ad allontanare lo stress e a “staccare” la mente dagli impegni quotidiani riducendo l’irritabilità.
Inoltre è importante non richiedere più del dovuto al nostro corpo. È vero che le giornate sono più lunghe ma è anche vero che non dobbiamo sottrarre tempo al sonno. Facciamo attenzione, quindi, ai segnali che il nostro organismo ci invia e prendiamoci una breve pausa quando serve.
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Avere regolarità nell’alimentazione, nel sonno e in generale nella vita contribuisce al benessere generale del nostro corpo e della nostra mente e ci permette di affrontare con energia i periodi più stressanti della nostra vita.
E se nel parlato comune “non vi son più le mezze stagioni”, tutti questi disturbi si avvertono eccome. Cosa possiamo fare? Seguiamo questi consigli e attendiamo l’arrivo dell’estate!

Immagini tratte da:
-https://k60.kn3.net/taringa/8/4/5/F/F/A/akaneyagami/4A5.jpg
-http://drcasu.it/attivita/apnee-notturne/approfondimenti-osas/sintomi-breve-termine/
-http://www.reggiosalute.it/immagini_news/p460x276_1336466915sport-benessere.jpg

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19/4/2017

Lo spazio operativo sicuro

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​di Pietro Spataro
Tempo fa un professore mostrò, a me e ai miei compagni, un lavoro scritto da un certo Rockström dell’Università di Stoccolma che, interpellando un grosso numero di altri eminenti scienziati, intendeva individuare le soglie che non devono essere superate se non si vuole raggiungere quel famoso “punto di non ritorno” oltre il quale il pianeta non potrebbe più sopportare l’attività antropica. Ma da dove partiamo? Potremmo partire dicendo che il nostro pianeta è in una fase di stabilità che ha permesso all’essere umano di prosperare per circa 10.000 anni. Il pianeta Terra lavora come un regolatore naturale che riesce a contrastare gli eventi che provano a minarne la stabilità.
Grazie a questo le temperature sono rimaste quasi costanti da 10 mila anni a questa parte, si è mantenuta una buona riserva di acqua dolce e l’attività meteorologica non si è mai dimostrata troppo terrificante.
Attualmente l’uso di combustibili fossili, l’agricoltura industriale e l’attività umana potrebbero danneggiare questo sistema.
L’idea del lavoro mostratomi dal mio professore era capire quali erano “i limiti dell’attività antropica” per sapere se abbiamo già intaccato irrimediabilmente il sistema Terra.
​Il lavoro, datato a meno di un decennio fa, individuava nove processi ai quali risulta essere indispensabile il calcolo dei limiti dell’attività umana sull’ambiente. 
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I nove processi sono: cambiamento climatico, acidificazione degli oceani, degradazione dello strato di ozono, interferenza umana con i cicli naturali di azoto e fosforo, sfruttamento di acque dolci, uso del suolo, perdita di biodiversità, inquinamento chimico e carico di polveri fini in atmosfera.
Invito quindi tutti a dare un’occhiata, magari anche a tempo perso, a questi nove pericolosi processi. Come mostra l’immagine, questi scienziati indicarono solo 3 processi ormai fuori dal controllo stabilizzatore del pianeta Terra: cambiamento climatico, ciclo dell’azoto e perdita di biodiversità. Per quanto riguarda il cambiamento climatico, abbiamo già visto come la concentrazione di CO2 in atmosfera risulti fuori scala rispetto ai valori degli ultimi milioni di anni (attualmente la molecola sembra aver raggiunto le 400 parti per milione o ppm in atmosfera).
L’estinzione delle specie risulta essere un processo naturale che esula dall’attività umana, i ricercatori hanno però calcolato quello che potrebbe essere il tasso annuale di estinzioni naturali.  Comparandolo al tasso di estinzione dell’ultimo migliaio di anni hanno mostrato come i tassi di scomparse attuali risultino essere dalle 100 alle 1000 volte più rapidi. La colpa di questo incremento è quindi ricaduta sull’attività umana: la conversione da ecosistemi naturali ad aree destinate ad attività agricola o urbana, l’aumento del numero degli incendi e l’introduzione in ecosistemi naturali di nuove specie sono tra i motivi più importanti. L'azoto è un importante fertilizzante naturale che si trova in grosse quantità nell’aria e nei suoli. Si intende ciclo dell’azoto il processo che sposta questo elemento dall’aria al suolo alle piante, per poi tornare all’aria. Lo sviluppo agricolo e la richiesta alimentare di 7,5 miliardi di persone hanno aumentato il fabbisogno mondiale di fertilizzanti.
Per rispondere all'aumento della richiesta sono stati studiati nuovi metodi di produzione, più veloci di quelli naturali.
Nel caso dell'azoto, quest’ultimo viene prodotto a partire dagli atomi presenti in atmosfera. Ogni anno vengono convertiti circa 120 milioni di tonnellate di N2 atmosferico in fertilizzante, distruggendo quello che era il ciclo naturale dell’azoto stesso.
Rockström con questo articolo intende mostrarci quello che potremmo definire lo “spazio operativo sicuro dell’umanità nella sua sopravvivenza sulla Terra”.
​Potremmo essere critici riguardo l’articolo, potremmo parlare di soglie valutate male o di processi che in questo articolo non vengono citati ma la cosa importante ritengo sia far capire che l'uomo, come abitante della Terra, non possa astenersi dal valutare criticamente sia le sue azioni passate sia quelle future.

Immagini tratte da:
nature.com

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12/4/2017

Saper corteggiare è un’arte!

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​di Lorenza Mariggiò
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Circa 20 anni fa, nel 1995, al largo delle coste dell’isola di Amami-Oshima, nel Giappone subtropicale, un sommozzatore ha avvistato sul fondo dell’oceano delle strutture circolari realizzate con la sabbia: una serie di creste e avvallamenti alla profondità di circa 25 m dalla superficie del mare.
Queste geometrie, del diametro di circa 2 m, sono rimaste a lungo un mistero, fino a quando uno studio pubblicato nel 2013 su Scientific Report  ha svelato come sono generati questi meravigliosi cerchi nella sabbia.
Alieni? Umani? Niente di tutto questo! L’autore di queste vere e proprie opere d’arte è un piccolo pesce palla del genere Torquigener, di circa 13 cm di lunghezza. Il pesciolino utilizza il proprio corpo e le proprie pinne, muovendosi in direzione radiale nella sabbia, per realizzare delle strutture perfettamente simmetriche.
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Questo lavoro gli porta via circa 10 giorni ed è realizzato in maniera certosina. Il cerchio è costituito da dei disegni irregolari nella parte centrale, simili a delle piccole onde, e una corona circolare più alta nella parte esterna. Tutte le conchiglie vengono rimosse e poste come decorazione delle creste più alte di questa affascinante struttura. Il pesce palla, inoltre, non si ferma mai! Lavora 24 ore su 24 per evitare che la corrente rovini la sua opera.
Ma qual è il motivo che spinge questo artista a disegnare la sua tela? È la riproduzione. Quando una femmina si avvicina, il pesce palla solleva la sabbia per attirare la sua attenzione. In maniera altrettanto meticolosa, la femmina esamina la scultura e, se la ritiene adatta, depone le sue uova al centro del “nido”. Una volta deposte le uova, se ne va, lasciando al maschio il compito di accudirle fino al momento della schiusa (circa 6 giorni). Durante questo periodo, il maschio non si occupa più della struttura, che gradualmente collassa sotto l’azione della corrente, ma difende le uova dai predatori. Quando le uova si schiudono, il pesce palla abbandona il nido e si sposta nell’area circostante per crearne un altro: non lo costruisce mai nel punto precedente.
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Le curiosità su questo animaletto non finiscono qui! Infatti, un esperimento di fluido-dinamica ha dimostrato che questo pesce non è solo un fantastico artista ma anche un ottimo ingegnere. Costruisce il nido in modo tale che la corrente d’acqua non disturbi eccessivamente la zona centrale dove vengono deposte le uova. La corrente viene infatti rallentata di circa il 24% dalle valli e dalle creste da lui realizzate e defluisce verso l’esterno.
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Ancora una volta la natura ci mostra cose incredibili davanti alle quali non possiamo far altro che tacere.

Per approfondimenti: http://www.nature.com/articles/srep02106#affil-auth
 
Immagini tratte da:
- http://www.incredibilia.it/wp-content/uploads/2015/01/cerchi-fondali-fb.jpg
- http://www.scienze-naturali.com/wp-content/uploads/2015/05/pesce-palla-artista.jpg
- http://www.focus.it/site_stored/imgs/0004/010/pesci.900x600.jpg
-http://www.nature.com/article-assets/npg/srep/2013/130701/srep02106/images_hires/m685/srep02106-f7.jpg

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