"Per scienza si intende un sistema di conoscenze ottenute attraverso un'attività di ricerca prevalentemente organizzata e con procedimenti metodici e rigorosi, allo scopo di giungere ad una descrizione, verosimile, oggettiva e con carattere predittivo, della realtà e delle leggi che regolano l'occorrenza dei fenomeni."
Ogni giorno senza riflettere utilizziamo i frutti dell'ingegno umano, dietro al nostro "assodato" mondo ci sono millenni di prove, fallimenti e conquiste, siamo capaci di capire e conoscere il mondo come nessun altra specie sulla Terra, in questo risiede la nostra bellezza e la nostra responsabilità. Questa rubrica sarà dedicata a tutto ciò che riguarda la sfera di competenza delle capacità intellettive, come anche la scoperta o riscoperta della Natura, ogni grande conquista è partita dalla sua osservazione, senza pretendere che ci si addentri troppo nei tecnicismi sarà nostro personale piacere accompagnarvi in un viaggio all'insegna della curiosità. Giovanni Lacava
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Anche quest’anno, è arrivato il fatidico momento delle premiazioni “ignobili”. Attesissimi dalla comunità scientifica e dai più curiosi, i premi IgNobel sono stati assegnati alle ricerche più divertenti, assurde e innovative del panorama scientifico che “prima fanno ridere e poi danno da pensare”. Così, il 22 Settembre 2016, nel corso della cerimonia organizzata dalla rivista bimestrale Annals of Improbable Research, sono stati premiati dieci ricercatori che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento dai premi Nobel Dudley Herschbach, Nobel per la chimica 1986, Rich Roberts, Nobel per la medicina 1993, Eric Maskin, Nobel per l’economia 2007, Roy Glauber, Nobel per la fisica 2005 e Jerome Friedman, Nobel per la fisica 1990. Durante la serata al Sanders Theater dell’Harward University, sono state presentate 11 bizzarre ricerche selezionate in base alle pubblicazioni su riviste scientifiche e del settore. Vediamole insieme.
Sapevate che i cavalli bianchi sono meno soggetti alle punture dei tafani? O che le libellule sono attratte da lapidi verticali nere? È questo che dimostra la ricerca vincitrice del premio per la fisica, ad opera di una équipe ungherese.
Fredrik Sjoberg si aggiudica il premio per la letteratura con l’autobiografia “The Fly Trap” in cui descrive il piacere che si prova nel collezionare mosche morte o che ancora non lo sono. Il premio per la riproduzione è stato assegnato al defunto Ahmed Shafik, per il suo studio sugli effetti di pantaloni in diversi tessuti (poliestere, lana e cotone) sul comportamento sessuale di 75 ratti e ripetendo l’esperimento sull’uomo. Risultato della ricerca: i tessuti in poliestere possono rendere reversibilmente sterili uomini fertili. La Volkswagen ha ottenuto il premio per la chimica “per aver risolto il problema delle emissioni riducendone la produzione, automaticamente ed elettromeccanicamente, ogni volta che le automobili vengono sottoposte a un test", con un riferimento pungente allo scandalo del Dieselgate di cui è stata protagonista lo scorso anno. Il premio per l’economia è andato a Mark Avis, Sarah Forbes, and Shelagh Ferguson, per la bizzarra correlazione tra la personalità delle rocce e il marketing. Perché le rocce? Ovviamente perché non vi è alcun tipo di connessione tra esse e i marchi industriali esistenti. Quando prude il lato destro del corpo, avete mai pensato di guardarvi allo specchio e grattare il lato sinistro (o viceversa)? D’ora in avanti lo farete perché la ricerca vincitrice del premio per la medicina dimostra proprio che si può alleviare il prurito su di un lato del corpo, grattando l’altro lato. Gli oggetti ci appaiono alterati se li guardiamo alla rovescia, con la testa infilata tra le nostre gambe. Ovvio? Forse, ma intanto il premio per la percezione va a questa ricerca dei giapponesi Atsuki Higashiyama e Kohei Adachi.
Per la psicologia, invece, è stata premiata una ricerca sull’inganno e su come cambia il modo di mentire durante il corso della vita. I sondaggi non sono stati semplici da analizzare perché gli studiosi si sono trovati nella condizione di dover decidere se credere o no alle risposte dei volontari. E, infine, il premio per la pace è andato a un gruppo di studiosi americani e canadesi “per la ricezione e la rilevazione di cazzate pseudo-profonde”, cioè quelle affermazioni che in apparenza sembrano significative ma che in realtà sono solo fumo. Lo studio ha portato ad importanti conclusioni: le persone che accettano le “cazzate pseudo-profonde” sono portate a credere a bufale e fenomeni paranormali.
È questo che trasmette Marc Abrahams, editore della rivista organizzatrice, nel suo solito saluto conclusivo della serata: “se non avete vinto un premio IgNobel stanotte – o specialmente se lo avete vinto – avrete più fortuna l’anno prossimo. Buonanotte!”
Immagini tratte da: - Estratto del Programma della Serata: www.improbable.com - Uomo-capra: https://cdn.studentmoneysaver.co.uk/uploads/9268/goat4.jpg - Scienziati con la testa tra le gambe: http://www.japantimes.co.jp/wpcontent/uploads/2016/09/f-ignobels-a-20160924-870x472.jpg - Marc Abrahams: http://www.channelnewsasia.com/image/3149366/1474590620000/large16x9/768/432/mast er-of-ceremonies-marc-abrahams-holds-up-a-2016-ig-nobel.jpg
Vi sarà capitato di alzare un po' il gomito qualche sera, e di ritrovarvi magari ubriachi o semplicemente alticci. La sensazione di leggerezza e euforia che accompagna le grandi bevute è nota a tutti. Eppure vi siete mai chiesti cosa succede nel nostro organismo quando beviamo troppo?
Per scoprirlo iniziamo dalla ''chimica'' delle bevande alcoliche. Tutte contengono al loro interno una molecola chiamata "etanolo" (o, più banalmente, alcol). L'etanolo ha la proprietà di venir assorbito velocemente dallo stomaco. Mentre una piccola parte viene espulso, circa il 90% dell'etanolo viene metabolizzato nell'arco di 20 minuti, entrando così in circolo nel flusso sanguigno. Arrivato nel fegato, l'acol viene trasformato in acetaldeide. Se già di per sé l'etanolo è una sostanza tossica, l'acetaldeide è ancora più nociva per il nostro organismo. Cosa succede quando l'acetaldeide raggiunge il cervello attraverso il flusso sanguigno? Gli effetti dipendono dalla quantità. In concentrazini modeste provoca effetti "positivi". Nel cervello l'acetaldeide stimola infatti la produzione di un precursore della morfina: è per questo che quando si è brilli, senza aver bevuto troppo, si prova una sensazione di leggera euforia e piacere, oltre che un allentamento dei freni inibitori. Un effetto non molto diverso da quello di psicofarmaci con proprietà ansiolitiche come la benzodiazepina.
Quando invece la concentrazione di alcol che raggiunge il cervello è elevata insorgono gli effetti negativi. L'etanolo ha un effetto deprimente sul sistema nervoso: ne riduce le capacità, provocando difficoltà di movimento, perdita di equilibrio e confusione.
Se vi è capitato di ubriacarvi almeno una volta nella vita, saprete che il vero trauma arriva la mattina dopo, con i postumi della sbornia. A cosa sono dovuti? L'alcol ha un effetto disidratante sull'intero organismo. Il risultato è la sensazione di secchezza della bocca, e un forte mal di testa a causa della riduzione di fluidi nel cervello. La nausea, invece, dipende dall'effetto irritante dell'etanolo sulla mucosa dello stomaco. Assieme all'alcol, quando si urina o si suda vengono espulsi anche una grande quantità di sali, che provocano uno squilibrio degli elettroliti nel nostro corpo: ne derivano debolezza, giramento di testa e dolori muscolari. Insomma, avrete capito che bere troppo fa male, non solo a breve termine ma anche e soprattutto sul lungo periodo. Ma se proprio non potete evitarlo, ci sono un sacco di buoni consigli per alleggerire i postumi della sbornia.
Immagini tratte da:
www.lancashiretelegraph.co.uk/news/13331149.Darwen_pub_set_for_a_makeover_into_restaurant_and_cocktail_bar/ http://www.scattidigusto.it/2016/01/01/rimedi-sbornia-hangover-gueule-de-bois/
Cos'è la Forza?
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Cosa si intende per Forza?
Tutti conoscono la formula Newtoniana F=ma (II legge di Newton), dove "F" indica la Forza, "m" la massa del corpo ed "a" la sua accelerazione. Nella sua descrizione tradizionale essa rappresenta una grandezza fisica vettoriale che si manifesta nell'interazione di due o più corpi, questo permette di descrivere la variazione tra uno stato di quiete ed uno di moto del corpo stesso. La sua formulazione è partita dall'osservazione della Natura e delle sue caratteristiche, molti sono stati i matematici ed i filosofi che l'hanno descritta e cercato di interpretare nel corso dei secoli. Le visioni filosofica e matematica sono andate spesso avanti in parallelo, si può ricordare ad esempio la concezione di Forza data dalla tradizione Druidica, nella quale la Divinità definita OIW, ritenuta irraggiungibile dalla comprensione umana, si manifesta nella realtà umana, attraverso una forza triplice :
Ognuna di esse rappresentava una strada verso il divino, il sacro e può essere percorsa da ogni individuo. Il sesso apparteneva alla manifestazione dell’Amore-Creatività, la guerra a quella della Volontà-Potere e lo studio (inteso in senso molto lato) corrispondeva alla divina manifestazione della Conoscenza-Saggezza (i druidi). ![]()
Questa concezione sarà ripresa in parte da Giordano Bruno per il quale l'universo era un corpo unico con un preciso ordine, dove ogni struttura e singola erano connesse tra loro.
Perciò, essendo Dio, che è infinito la causa, anche l'effetto, cioè la creazione doveva avere le stesse caratteristiche, ciò aprì spazio all'ipotesi dell'esistenza di infiniti mondi tutti connessi tra loro perché parte del tutto, in questa cornice la Forza era intesa come il "flusso" che creava la connessione col tutto. Se spostiamo la nostra attenzione al continente Asiatico scopriamo che tale concetto assume la Forma dello YIN-YANG, dove il corpo umano è un cosmo in miniatura che replica quello detto "Natura". Esso rappresenta gli opposti complementari, in origine infatti i termini Yin e Yang indicavano rispettivamente i fianchi in ombra e al sole di una montagna. Yang indica il potere creativo, maschile ed è associato al Cielo, mentre Yin, l’elemento femminile e materno, buio, ricettivo è rappresentato dalla Terra. Il carattere dinamico dello Yin e dello Yang è illustrato dall’antico simbolo cinese chiamato T’ai-chi T’u o “Diagramma della Realtà ultima”, tale diagramma fornisce una simmetrica disposizione dell’oscuro Yin e del luminoso Yang. La simmetria non è statica ma rotazionale e richiama alla mente un movimento ciclico e continuo, ogni volta che una delle due forze arriva al suo massimo, essa contiene già in sé stessa il seme del suo opposto. In "senso lato", questo concetto spiega la terza legge di Newton della dinamica dei corpi, ad ogni azione corrisponde un'azione uguale e contraria, l'una non esiste senza l'altra, ovviamente lo Yin-Yang rappresentando la concezione dell'esistenza non si "limita" a descrivere le interazioni tra corpi ma da significato all'universo. ![]()
Nel campo scientifico invece il suo ampliamento avvenne ad opera di Galileo prima e di Einstein poi. In particolar modo approfondirono il concetto di forza dovuta alla gravità, dove massa inerziale e massa gravitazionale coincidevano (Principio di Equivalenza).
Per capire tale concetto in maniera semplice si ricorre di solito al seguente esempio: Se un uomo è posto in una stanza con una pallina, una volta viene situato sulla superficie terrestre e l'altra in moto nello spazio, non saprà mai se la forza verso il basso che percepisce sia dovuta alla gravità o al moto accelerato della stanza in assenza di gravità. ![]()
La trasposizione cinematografica più celebre del concetto di "Forza" è sicuramente racchiusa nella frase "La forza sia con te!" usata nella Saga di Guerre Stellari tra i membri dell'ordine dei Jedi che sfruttano il suo campo di energia per avere poteri "soprannaturali". Qui si riprende in senso lato il concetto di Yin-Yang che si trasforma nel diverso utilizzo delle vie di utilizzo della "Forza". In questo risiede la differenza tra Jedi e Sith, questi ultimi usano la forza come strumento per conseguire obiettivi superiori (Lato Chiaro utilizzato dai Jedi e Lato Oscuro utilizzato dai Sith).
Come possiamo capire il concetto di Forza e la spiegazione della sua origine ha influenzato ed influenza ancora oggi la vita umana nel profondo.
Immagini tratte da:
- http://www.science4all.org/wp-content/uploads/2014/04/Fma.png -http://img.over-blog-kiwi.com/0/48/12/30/201302/ob_cf3089_734652-506675932709401-986021878-n-jpg.jpeg - http://tcm007.com/wp-content/uploads/2011/12/dreamstime_4613550-yin-yang-blue-light.jpg - da wikipedia, Markus Poessel (Mapos) - CC BY-SA 3.0. - https://i.ytimg.com/vi/9DI8kkR9G0Q/hqdefault.jpg
Il terremoto che ha colpito il Centro Italia la notte del 24 agosto ha riportato l'attenzione sul rischio sismico nel nostro Paese, che rimane uno dei più colpiti d'Europa. Ma è possibile prevedere un terremoto ed evitare così tragedie come quella dell'Aquila del 2009 o quella dell'Irpinia nel 1980?
Prevedere ma non predire: i precursori sismici
I terremoti si originano a causa di spostamenti improvvisi della crosta terrestre. In condizioni normali le placche che formano la superficie terrestre si spostano con movimenti lentissimi (nell'ordine di pochi centimetri l'anno), portando ad un accumulo di tensione nei punti in cui queste si scontrano tra loro (le ''faglie''). Quando, dopo decine di anni, a volte secoli, la tensione raggiunge livelli limite, l'energia accumulata si sprigiona provocando lo slittamento improvviso delle placche con effetti catastrofici. Nonostante la relativa accuratezza dei modelli teorici utilizzati per spiegare le origini dei terremoti, non è però possibile predire con certezza gli eventi sismici. Individuare il giorno, l'ora e persino i luogo in cui avrà luogo un terremoto potenzialmente distruttivo è oltre le possibilità della scienza odierna. Diverso è il discorso per quanto riguarda le possibilità di previsione (forecast in termini tecnici) degli eventi: identificare la probabilità che, in una determinata zona geografica, possa scatenarsi un terremoto. Per riuscire a far ciò è necessario prendere in considerazione i cosiddetti precursori sismici: eventi o valori che, di solito, si trovano associati allo scatenarsi di un terremoto. È possibile ad esempio controllare le variazioni di altimetria del terreno, a causa dei movimenti di frizione delle placche; oppure monitorare l'aumento di frequenza delle piccole scosse (di solito al di sotto dei 2 gradi Richter) che si verificano giornalmente senza che noi ce ne accorgiamo. Uno dei metodi di previsione più discussi riguarda le variazioni delle emissioni di Radon, un gas nobile che normalmente si trova intrappolato fra le rocce nel sottosuolo. Teoricamente, con i movimenti improvvisi delle placche, il Radon potrebbe venire ''spinto'' verso la superficie. Con il moltiplicarsi dei movimenti che di solito precedono un terremoto, la concentrazione di Radon dovrebbe crescere esponenzialmente. È bene però precisare che non esistono prove scientifiche dell'accuratezza di tale teoria.
Come difendersi dai terremoti?
Lo studio dei precursori, purtroppo, non permette di prendere precauzioni utili: non bisogna dimenticare che si tratta di segnali probabilistici, e non deterministici, dell'insorgenza di un evento sismico. Nel 1975 la città di Hacheng, in Cina, venne evacuata perché alcuni eventi insoliti (come l'aumento delle micro scosse e gli strani comportamenti degli animali domestici della zona) avevano convinto gli scienziati che di lì a poco un terremoto distruttivo avrebbe colpito la zona. Il sisma effettivamente si verificò: nonostante il numero di morti rimanesse comunque alto (circa 2.000) grazie all'evacuazione si riuscì ad evitare una catastrofe. Negli anni '80, invece, i sismologi statunitensi ipotizzarono l'insorgere di un evento sismico distruttivo nella città di Parksfield in California. La zona venne monitorata per quasi 10 anni, ma le previsioni degli scienziati si rivelarono sbagliate. Prevedere i terremoti, quindi, è ancora al di fuori della nostra portata. Paesi come il Giappone e gli Stati Uniti (all'avanguardia nelle ricerca sismologica), pur non abbandonando gli studi teorici e lo sviluppo di nuovi modelli statistici di previsione, stanno concentrando le loro risorse sulla prevenzione. L'unico modo per evitare o quantomeno ridurre i danni di un terremoto è infatti il ricorso a tecniche di costruzione antisismiche, in grado di permettere agli edifici di resistere alle sollecitazioni. Le nuove tecniche usate in Giappone prevedono l'uso di acciai ''elastici'', di fibre di carbonio per rinforzare i pilastri degli edifici e dei ''dissipatori'', una sorta di ammortizzare in grado di assorbire la potenza delle scosse. L'Italia è uno dei Paesi col più alto rischio sismico del Mediterraneo, a causa della sua posizione a cavallo fra le zolla africana e quella eurasiatica. Le zone più a rischio si trovano lungo la dorsale appenninica. Nonostante ciò gli investimenti per la prevenzione sismica rimangono ancora bassi. Il piano per la prevenzione sismica, approvato nel 2009 dopo il terremoto dell'Aquila, ha stanziato 965 milioni di euro in 7 anni: una cifra corrispondente ad appena l'1% di quanto servirebbe per mettere in sicurezza gli edifici a rischio.
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- Immagine 1 da http://zonesismiche.mi.ingv.it/ - Immagine 2 da http://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2016/04/Foto-terremoto-in-giappone.jpg - Immagine 3 da http://www.gravita-zero.org/2009/04/la-previsione-dei-terremoti.html |
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